Egidi trascorse alcuni pomeriggi sulla panchina davanti la scuola

Egidi trascorse alcuni pomeriggi sulla panchina davanti la scuola Egidi trascorse alcuni pomeriggi sulla panchina davanti la scuola Lo ammette lui stesso - Finiva di lavorare alle 13, rincasava soltanto alle 17,30 Gravi testimonianze nei suoi confronti - Era già sotto inchiesta per molestie a una bimba (Nostro servizio particolare) Roma, 21 gennaio. Lionello Egidi è stato sottoposto oggi ad un nuovo interrogatorio, durato due ore, da parte del Sostituto Procuratore della Repubblica dottor Bruno incaricato di svolgere l'Istruttoria sul brutale episodio di cui rimase vittima mercoledì scorso il bambino Sergio Arbeni .di nove anni. Con ogni probabilità l'istruttoria seguirà il rito sommario. Il «biondino di Prlmavalle», secondo quanto hanno stabilito gl! Investigatori nel corso dell' inchiesta, dopo un lungo periodo di disoccupazione aveva trovato lavoro da lunedi 16 gennaio in un convento di frati in via del Casaletto, posto in aperta campagna. Nel convento Egidi lavorava cinque ore al giorno, dalle 8 alle 13, come manovale e percepiva un salario di 700 lire al giorno. Di solito rientrava a casa Kpoco dopo le 17,30. Ma 'durante gli interrogatori Egldi, stretto dalle contestazi.: : , ha fatto delle sconcertanti ir missioni. Egli ha detto intani di aver trascorso I pomeriggi di lunedi, martedì e mercoledì prendendo il sole su una panchina dei giardinetti di piazza Ravizza, proprio dinanzi alla scuola elementare « Guglielmo Oberdan », dove un autista del comune, 11 signor Temistocle Tlntisoman afferma d: averlo veduto avvicinare dapprima una bambina e poi alcuni fanciulli che uscivano dalla scuola. Egidi ha affermato inoltre che la sera di mercoledì rientrò a casa più tardi del solito avendo forato la ruota posteriore del suo motoscooter. E' un alibi questo piuttosto tenue, che non può non lasciare perplessi Più gravi sono indubblamen tq gli elementi emersi dai nuovi interrogatori cui è stato sottoposto il ragazzo Sergin Arbeni che già aveva ricono sciuto senza esitazioni in Lio nello Egidi l'uomo che lo aveva adescato, avrebbe riconosciuto anche la « Vespa > del < biondino » in mezzo ad altre motorette mostrategli dai carabinieri. « E' questa » avrebbe detto il fanciullo. E' stato frattanto rintracciato oggi un altro testimone. E' un ragazzo di undici anni che si chiama Umberto Morici e frequenta la prima media alla scuola < Donna Olimpia >. Ecco il suo racconto: < Conosco Sergio e il suo fratellino più piccolo Gianni. Quel pomeriggio (il 18 gennàio) dopo alcune ore passate a piazza Ravizza, tornavo a casa im compagnia della nonne,. Poco distante, a dieci metri circa, c'era Sergio, in compagnia di uno sconosciuto. Stavano vicini ad una " Vespa " di colore chiaro, con il parabrezza. Ho chiesto a Sergio perché non andava a casa con Gianni e luì mi ha risposto che sarebbe rimasto ancora un poco perché doveva "fare la guardia " alla " Vespa ". Il proprietario gli aveva proitksso 200 lire di mancia Ricordo benissimo — proeegue Umberto Moricl — iì tipo che stava in compagnia di Sergio. Era un uomo magro, dalla faccia scavata, aveva un berretto nero e sulla sinistra gli usciva un bluffo di capelli biondi. Vestiva un soprabito grigio, con 11 bavero alzato e ricordo anche le scarpe: un paio dì scarpe di "pezza". Eravamo distanti appena dieci metri e ricordo tutto. Se me lo facessero vedere riconoscerei senz'altro quell'uomo». Quando è avvenuto il fatto di Villa Pamphili, la Procura della Repubblica stava ancora indagando su un altro brutale episodio avvenuto nell'aprile scorso e del quale era rimasta vittima una bambina di sei anni, Teresa Versa, abitante insieme ai genitori e ai tre fratellini .n una baracca di via Augusto Conti, a Monte Mario La piccola fu a\ vicinata da un "Uumo giunto a bordo di una < Vespa * che riuscì a convincerla ad andare con lui a fare una breve gita. Fu raccolta più tardi j piangente e i medici dell'ospedale S. Filippo riscontrarono sul suo corpo 1 segni della violenza subita. Nelle fotografie che la polizia aveva mostrato alla bambina costei credette di riconoscere in una di esse l'uomo che l'aveva aggredita ed era quella di Lionello Egidi. g. ff. ;

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