Acche in Russia la «bustarella » di Alberto Ronchey

Acche in Russia la «bustarella » Un giornale rivela la "borsa nero» dei trattori Acche in Russia la «bustarella » Una fabbrica statale consegnava pnntaalmente le macchine agrìcole solo a chi versava 120 mila lire in pia - Scoperti pia di mille casi - Kruscev annnncia: « Chi ha lavorato male perderà il posto » - Un operaio denuncia gli errori dei burocrati (Dal no3tro corrispondente) Mosca, 16 gennaio. «Che ne dite? Pensate che siamo tutti inamovibili? E' passato il tempo in cui i dirigenti si trasmettevano l'un l'altro il potere in eredità. Adesso, se lavorano bene gli rendiamo omaggio; se lavorano male perdono il posto ». Kruscev ha rivolto queste parole al capo-partito della regione di Krusnodar, Vorobiov, censurandolo per lo scarso rendimento delle terre del Kuban, le più fertili del mondo, e preannunciandogli che andrà a fare i conti personalmente sul luogo, con la matita in mano, e discorrerà con i cosacchi. Dinanzi al Comitato centrale, in questi giorni, Kruscev ha ripetuto più volte, slmili minacce ai suoi colleghi. Se il principio va interpretato alla lettera, c'è da supporre che la discussione del Comitato centrale sulle condizioni in cui versa l'agricoltura sovietica si concluderà con un terremoto politico e organizzativo, tanti sono gli scandali, gli errori e le truffe che Kruscev ha messo in luce da mercoledì scorso a oggi. Si può dire di più: una serie di sostituzioni e destituzioni a catena sembra ormai inevitabile, per non parlare del preannunciati processi e delle espulsioni dal partito In seguito alla manipolazione dei rendiconti e delle statistiche. Un caposquadra del trattoristi ha detto ieri al Comitato centrale che le macchine agricole sono scarse e si guastano rapidamente. Se sono fornite di cingoli fabbricati a Tuia, si fermano dopo due giri del campo. Il fatto è particolarmente grave, perché Tuia è la patria della metallurgia pesante russa. Vi furono costruita per l'appunto da Pie¬ tro il Grande le prime fabbriche russe di cannoni. Kruscev ha cavato dall'episodio un nuovo motivo d'indignazione: «Quelli di Tuia — ha detto — erano conosciuti ovunque come buoni maestri. Per questo Liskov scrisse che erano riusciti persino a mettere gli zoccoli di ferro a una pulce. Adesso non sanno fabbricare i cingoli! ». Un anno fa Kruscev lamentò che solo nel Kasakstan erano rimasti inutilizzati all'epoca della semina 18 mila trattori e al tempo del raccolto 32 mila macchine mietitrebbia. Ma vi è di più: la produzione è scarsa, i tecnici protestano. Lio conferma la circostanza- che i .trattori sono persino oggetto di borsa nera. La Ekonomìceskaia Gazeta del 9 gennaio ha rivelato che per avere senza ritardo trattori agricoli da un complesso industriale di Kherson bisognava ricorrere alla « bustarella >: per ogni trattore 2 mila rubli vecchi (124 mila lire). Nel '59 furono venduti per questi canali 1018 trattori, che da Kherson raggiungevano le più lontane regioni, persino la Siberia orientale. Non bì hanno dati aggiornati sull'entità del parco trattori sovietico, ma fino agli ul timi mesi del '58 le statistiche ufficiali indicavano la cifra di 1.699.700, un trattore di potenza < convenzionale » per ogni 130 ettari di terra coltivata (mentre l'igrlcoltura italiana disponeva di un trattore della stessa potenza «convenzionale » per ogni li ettari). A queste circostanze si aggiungono gli errori di pianificazione. « Non si riesce a capire — ha dichiarato un trattorista al Comitato centrale — perché 11 gosplan ha pianificato per il '61 la costruzione, presso la fabbrica dli Kherson, di 300 mila macchine mietitrebbia e solo 111 mila carrelli, quando tutti sanno che per ogni macchina sono necessari almeno 4 o 5 carrelli. Kruscev — Ne avete parlato al presidente del sovnarkos o al governo dell'Ucraina? Trattorista — Si. Kruscev — E qual è il loro atteggiamento? Vi ascoltano? Trattorista — Sì, ci ascoltano, ma non danno i carrelli. Il capo-costruttore di una fabbrica di mietitrebbia ha dichiarato: «Kruscev ci accusa giustamente di non aver elaborato una mietitrebbia se movente. Noi consideriamo Kruscev il nostro costruttore generale... >. Kruscev, suscettibilissimo, lo ha interrotto: « Come devo intendere queste parole? Forse volete dire che se siete responsabili di alcune deficienze 10 ne devo essere responsabile con voi? No, rispondete voi stessi. Non si possono alterare le regole del gioco >. Lo stesso tecnico ha volto allora il discorso sulle lungaggini delle officine di collaudo e allora Kruscev, di buon grado, gli ha dato ragione: < Compagno — ha detto — conosco alcuni casi. Un costruttore ha ideato una buona macchina, ma gli dicono che per i col laudi bisogna aspettare. Risul ta poi che chi dice così prò tegge gl'interessi di un racco mandato che lavora a una macchina dello stesso tipo, ma che : in ritardo dì un anno. 11 collaudo della macchina già pronta ritarda fino a che il raccomandato non avrà finito la sua. Questi sono delitti! », Un altro esperto ha detto: t Abbiamo bisogno di macchine, ma datecele veramente non dalle tribune ». Alberto Ronchey

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