La speleologo per malore lasciò lo corda che la salvava

La speleologo per malore lasciò lo corda che la salvava La tragica caduta nel "Pozzo della Ventosa,, La speleologo per malore lasciò lo corda che la salvava Aveva 20 anni; era sorella d'una campionessa di nuoto Era alla sua prima escursione - La salma recuperata (Nostro servizio particolare) Roma, 16 gennaio. Per tutta la notte si è vegliato attorno alla bocca della voragine detta il < Pozzo della Ventosa», nei pressi di Palestina, ove ieri si era sfracelata la giovane speleologa Adriana Androsoni, una studentessa di 20 anni iscritta allo «Speleo-club» di Roma. Quella di ieri era la sua prima escursione e, unica donna, 'Androsoni era partita di prima mattina con una squadra di giovani amici per raggiungere il Monte Guadagnolo sul quale, alla quota di 1000 metri, si apre la voragine che gli speleologi volevano esplorare. Il gruppo aveva raggiunto il < Pozzo della Ventosa » poco dopo mezzogiorno; subito avevano sistemato il campo e preparate le attrezzature per la discesa. Adriana Androsoni era legata alla corda di sicurezza, mentre gli altri, guidati dal dott. Negretti che comandava la comitiva, iniziavano la discesa. Tutti, più pratici di lei di questo tipo di escursioni, gridarono alla giovane speleologa di tenersi ben salda alla corda; ma Adriana Androsoni, forse, non senti. Ad un certo punto, anzi, allargò le braccia alla ricerca d'un appiglio e in tal modo, probabilmente, non fece che dare una spinta maggiore al corpo. I compagni di ascensione la sentirono oscillare nel vuoto Le lampade si erano spente all'improvviso. Qualcuno gridò che bisognava tirar su la gio vane. Gli ultimi due compo nenti della cordata comincia rono a risalire i pioli della scala di corda. Riuscirono ad is- sare il corpo della giovane per tre o quattro metri. Poi sentirono la corda « molle ». E nel buio, un grido del dottor Ne gretti. Il corpo inanimato di Adriana Androsoni gli era sfrecciato accanto come un bolide, a testa in giù. Il dottor Negretti piantò un'lungo chiodo sul margin" dello scivolo e si lasciò andare alla disperata ldeiptpllupr<zupzdo,ifativi di scendere in [ondo ni| fino in fondo alla voragine nel la speranza di salvare la ra gazza. La trovò con il cranio "tn £? le rocce del fon- do. Non ebbe il coraggio di Loccar,a , risaVt aHo su^r/toj6, Uorse la rli0vane era stata col ta da maìore improvviso e non era più riuscita a rimanere aggrappata alla corda. Uno dei componenti della co- posgrcqntacalassgsèdndpvatamitiva correva subito ad avvertire i carabinieri del paese poco dopo giunge J^STj^ anche , vigili fuoco di Tivoli Tutti i ten,„„•,..,• ai scendere in fondo a' pozzo per recuperare la salma della Androsoni dovevano essere vani e solo stamane era possibile compiere la penosa operazione alla quale ha assi stito, sconvolto, il padre della giovane. La madre invece era dovuta restare a Roma per il grave collasso che l'aveva colta quando ieri sera le fu comunicata la tragica notizia. Adriana Androsoni frequentava il secondo anno di medicina. Suo padre, professore di architettura, aveva diretto i lavori di costruzione delle piscine olimpiche. La mamma signora Gabriella, negli anni giovanili, era stata campionessa di nuoto, e questa passione è stata ereditata da una delle due figliole, Rita, una giovinetta di 17 anìii, campionessa di ìiuoto sul dorso. Adriana, più portata all'avventura, aveva finito invece col lasciarsi attrarre dalla speleologia che trovava sport particolarmente affascinante. y. l*. La giovane speleologa romana Adriana Androsoni (Tel.)

Persone citate: Adriana Androsoni, Negretti

Luoghi citati: Palestina, Roma, Tivoli