Risarcimento per la chiusura dì pozzi di metano in Polesine
Risarcimento per la chiusura dì pozzi di metano in Polesine Domani all'esame liei Governo Risarcimento per la chiusura dì pozzi di metano in Polesine // divieto reso necessario dall'abbassamento del suolo: quindici centimetri all'anno -1 concessionari danneggiati sono una settantina (Nostro servizio particolare) Roma, 14 gennaio. g, e detto molte volte che , mlliardl 8pesl nel Polesine sono jtatl buttati al vento. Dopo le jitime inondazioni il Ministro dei'Lavori Pubblici, in un di- òcorso al Senato (7 dicembre) .'lconobbe esplicitamente: t Di morite al grande problema de. Delta Padano dobbiamo di- Delta Padano dobbiamo di chiararci sconfitti ». Lo stesso Ministro analizzò le cause fon dementali del disastro ripetutosi troppe volte, mettendo l'accento sul fenomeno de, t bradisismo », cioè dell'abbassamento del terreno, che favorisce gli allagamenti: L'argomento ritorna di attualità in questi giorni, probabilmente se ne occuperà lunedi il Consiglio del ministri, affrontando le conseguenze giù ridlche e pratiche dei provvedimenti che sono stati presi negli ultimi tempi per dimi nuìre il fenomeno del « bradisismo ». Come tutti sanno, il sottosuolo del Polesine è ricco di gas, principalmente metano; viene estratto da diversi concessionari, una settantina in tutto con millecinquecento pozzi. Succhiando dal sottosuolo il meta no dopo le trivellazioni, le pompe succhiano anche enormi quantità di acqua e di sabbia, che formano un « cuscino » sotto la superficie del terreno nell'Intera regione. Scomparendo o abbassandosi il « cuscino », si abbassa il terreno, a volte paurosamente: in certe zone si sono avuti abbassa menti di 40 centimetri nel giro di un anno. In media l'abbassamento è di 15 centimetri al l'anno: continuando con questo ritmo le zone metanifere del Polesine sarebbero desti nate ad essere dennitlvamento invase dalle acque. Come rimedio radicale, dopo un'indagine compiuta da una commissione ministeriale che definì l'estrazione del metano causa « Importante e determinante » (non unica però) uel «bradisismo», fu deciso di ordinare la chiusura dei pozzi nelle zone più colpite. Il ministero dei Lavori Pubblici ne interessò quello dell'Industria, che emano appositi decreti, destinati a far cessare l'estrazione del metano da parte di molti concessionari. Va detto, fra parentesi, che fra questi concessionari non vi è l'Eni, inte ressato in altre zone, oppure interessato a trivellazioni mol¬ ttpisodnsepttpczdng to più profonde, oltre 1200 metri, sicché le ripercussioni del provvedimenti non dovrebbero influenzare negativamente va-1 sti strati dell'economia padana o nazionale. Resta però il serio problema del risarcimento dei concesslo-ì nari colpiti. Essi avevano speso grosse somme nelle ricerche e negli impianti di estrazione,! predisponendo piani dì sfruttamento che oggi vengono troncati di colpo. C'è una prò-! posta di legge a favore dei concessionari, dovuta all'ini-! ziativa dell'on. Cibotto. Può| darsi che dal Consiglio dei mi-l nistri di lunedì venga un dise-| gno di legge governativo: la materia è complessa, non esistendo precedenti chiari, né leggi che prevedessero slmili situazioni. Sull'argomento ci sono stati scambi di vedute fra i Ministri interessati; ci sarebbe stata anche una riunione del presidente del consiglio Fanfani con i ministri Colombo e Trabucchi e con il presidente dell'Eni Mattel. La chiusura dei pozzi Ji metano nelle zone colpite da! fenomeno dell'abbassamento del suolo non dev-j essere considerata come rimedio definitivo per l'annoso e tristissimo problema del Polesine. Altri provvedimenti per una razionale difesa del suolo sono allo studio da tempo. Inutile dire quanto sono attesi. m. f.
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