La congiura dei Boiardi di Eisenstein un affresco di barbarica bellezza
La congiura dei Boiardi di Eisenstein un affresco di barbarica bellezza SUIvlCO SCHERMO La congiura dei Boiardi di Eisenstein un affresco di barbarica bellezza i . n e a i i o a e e . è 6 (Romano) — « Ivan il terribile» fu cominciato dal regista russo Eisenstein nel 1944; e doveva essere un trittico sulla figura del grande zar. Ma i lunghi preparativi, lo scoppio della guerra e l'improvvisa morte dell'autore avvenuta nel febbraio del '48 lasciarono Imperfetto il monumentale disegnoLa congiura dei Boxardi è la seconda parte della trilogia, finalmente sbloccata dalla censura sovietica che per tredici anni non ne aveva mai permesso la distribuzione. La riabilitazione postuma di < tutto Eisenstein » ha travolto 1 vecchi divieti che risentivano delle angustie staliniane. E' un film che richiede preparazione e disposizione; un film difficile per l'alta tensione espressionistica che lo attraversa da cima a fondo. Tutto vi può sembrare strano, forzato, eccedente, come se il gusto dell'abnorme avesse allucinato il regista. Ma lo spettatore educato non manca di cogliere la coerenza e il vigore d'una visione pur -1 tanto esaltata, il genio plastico e tutto cinematografico che Eisenstein ha saputo infonde a -, i re in questa sua parossistica i fantas£ del tiranno, - Rovesciando il metodo tradi Izionale secondo il quale il per¬ sonaggio storico è reso acces- i sibilo, umano, comune, il regi sta ha fatto di Ivan una figura gigantesca, di là dal bene e -idal male, simboleggiante l'ine n|sorabilità del comando. La viaIcenda muove dali'lncoronazio-ine e dalle fatali parole dell'in¬ coronato: «Comanderò da solo. Io solo sono lo zar. > La Russia, dianzi feudale e divisa, si rassoda nell'unità, ma non senza che le forze retrive tentino un'ultima ribellione. L'odio dei Boiardi si scatena contro il despota che trascorre ore angosciose di solitudine e d'ansia, ricercando la compagnia dei più fidati. Fi'icré la perfidia boiardesca lo scalza più da presso alienandogli i parenti da "lui prediletti, la Chiesa ortodossa, i popi e i monaci: si vuole uccidere il suo spirito prima che il suo corpo. Ma. neanche la minacciata scomunica rimuove Ivan d'ai suo proposito di comando unitario, anzi egli annuncia che d'ora in poi sarà crudele e terribile come lo dipingono i suoi nemici. Allora dalla famiglia si leva Efrossinia, zia di Ivan, risoluta al regicidio per favorire 11 figlio suo Vladimir; ma più astuto di lei Ivan veste il cugino da zar, onde il pugnale del sicario colpisce per errore il giovinetto. Lo zar cosi rimane solo, col suo immenso potere, con la sua giustizia inumana che premia e castiga sotto il segno della grandezza. Apologia o condanna della dittatura (e secondo alcuni dello stalinismo), La congiura dei Boiardi («Ivan Groznyi») sfugge a una valutazione ideologica per risolversi in termini di pura visione. L'estetismo da cui Eisenstein si lasciò vin cere quando più si avvicinava alla fine, dà qui la prova più matura e perfetta. Ogni foto¬ gramma è un modello di composizione ispirata e tutti insieme compongono un affresco di orgogliosa barbarica bellezza. Interamente girato in «interni >, trova nelle sale e nelle volte del Cremlino lo sfondo più suggestivo per questa tragedia politica in mezzo alla quale, con bellissimo effetto, esplode a un certo punto il colore, un colore, come tutto il resto del film, inventato e sim bolico, e che fa pensare a una bocca di fornace che arroventi d'un tratto il bianco e nero. Adunco e patetico, tra il vecchio Pierrot e il Meftstofele, l'attore Nicolai Cerkassov è un Ivan di intensa espressività, proprio il personaggio di sogno ideato dal regista. Con più modesto istrionismo lo assecondano Mikhall Giarov, Sera fima Birman e tutti gli altri Prezioso il contributo degli operatori Tissé e Moskvin e di Prokofiev autore delle musiche 1. P.
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