Domata con i gas lacrimogeni una rivolta di condannati a morte ed ergastolani a Filadelfia

Domata con i gas lacrimogeni una rivolta di condannati a morte ed ergastolani a Filadelfia Nella vecchia prigione resa famosa da un racconto di Dickens Domata con i gas lacrimogeni una rivolta di condannati a morte ed ergastolani a Filadelfia Due fratelli e un ex-poliziotto guidano la sommossa - In 14 catturano nove guardie, rubano le chiavi e spalancano le celle degli altri 1186 reclusi - Solo 16 si uniscono agli ammutinati - Massiccio intervento delle forze statali che bloccano le vie d'uscita (Dal nostro corrispondente) New York, 9 gennaio. Ieri sera, tra le 20,30 e mezzanotte, si è avuto un improvviso e violento ammutinamento di prigionieri, in una delle più vecchie e storiche prigioni federali dell'America, e precisamente quella di Filadelfia, in Pennsylvania. L'episodio, in sé gravissimo e fortunatamente subito superato per il pronto intervento delle truppe statali, ha oggi sollecitato la stampa e l'opinione pubblica a darvi speciale rilievo, perché, si voglia o no, è indicativo di sistemi di arretratezza e di condizioni di squilibrio, anche nel complesso ordine carcerario americano, generalmente ritenuto il più progredito del mondo: da un lato, prigioni rette con criteri libéralissimi, dove sono ostentate for- me rivoluzionarie di rieducazio¬ nspadntssDficqcl'pctstmStviiifiiiiiiiifiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiMiliiiiiiiiiiiiiiiitiiiiii ne dei condannati; dall'altro, situazioni comparativamente primitive, sulle quali la nuova amministrazione democratica dovrà probabilmente intervenire con riforme generose, tempestive ed energiche. La prigione di Filadelfia è stata costruita nel 1829. E' la stessa che, visitata da CharlesDickens nel 18i2, fu da lui de-fin,ta «malinconica casa*. Oc-cupa un blocco perfettamentequadrato in uno dei settori ci disposti a raggiera, secondol'i metodo delle prigioni clas-più popolosi e centrali della città. Un alto muro perimetrale cinge una serie di edifl siche. Ospita circa 1200 condannati. Sono, per la più parte, i criminali più pericolosi degli Stati americani dell'Est. Quasitutti assassini, condannati a vita o in attesa di esecuzione.iiiitiiifisiiiisiiiiiiiiiitliiiliiiiitiiiiiiiiitiiiiiitm Il commissario capo dell'ufficio federale correzionale, Arthur Prasse, dopo che l'ordine era stato ristabilito, ha commentato, dando un — del resto molto umano e comprensibile — sospiro di sollievo: € IT colpo era stato organizzato alla perfezione ma, evidentemente. ] non abbastanza. I nostri d. \ ■ ffM dj SICHre^a si so„0 1/ efficienti e hanno \"^'^yj."^^^t^^n1nfn ìn "' mmediatamente isolato la zo-,na de, rwoltos,. Ess, avevanoì fatto ti conto senza l'oste,. } La sommossa si riassume nei \* seguenti dati: è stata capitana- -i '<» <*« l!t detenuti. Nove guar- die sono state tenute in ostaggio per alcune ore. Due di esse sono state ferite non gravemente. Le truppe statali, inter- ] venute, hanno potuto domina re ja situazione dopo quaran\tac{nque TO,-nufj di operazioni, \a base di bombe lacrimogene. Il segnale della rivolta, subi| io dopo il pasto serale, come I .si è detto, più che dalla real- tà, sembra tolto dal copione di\un film d'avventure. Lo ha da-1to un prigioniero non ancora'individuato che, avendo otte-\nuto il permesso, dalla guardia Donald Carr, di 40 anni, di entrare nella cella di un altro prigioniero, a riportarvi una 1 chitarra, nell'istante in cui le | porte delle due celle sono ri[maste aperte, con l'aiuto del I proprio compagno criminale, è riuscito a sopraffare tanto In guardia Carr, quanto un altro agente accorso, William Righter, di 59 anni. Il Carr è rimasto ferito da una coltellata alla spalla, e anche la guardia Righter (ma meno profonda; mente) da una coltellata al- chi minuti a liberare altri dodici tra i più pericolosi dete- j l'addome, che (bastava la dif \ ,erenza di un centimetro) I crebbe potuto esserle fatale. * I * <*Ke criminali — ottenuto — I questo primo successo, frutto i di un piano accuratamente a | preparato — riuscirono in poa i, -) *«" d< ?uelln *™a della P"" , a u o i e r l o e n gione, che raccoglie un vero concentramento di alta criminalità. I quattordici, sopraffatte in tutto nove guardie e trascinandosele dietro, come ostaggi, aprirono quindi centinaia di celle, al fine soprattutto di fare confusione: ma soltanto altri sedici prigionieri aderirono a quel fittizio dono di libertà. La zona, infatti, era già stata automaticamente isolata. Un tentativo di superare i primi cancelli di sbarramento falli immediatamente, mal- CllllllllllllllllMIIHIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIUIIIIllll grado la minaccio di uccìdere gli ostaggi, formulata dai ribelli alle guardie che, di là dai cancelli, avevano i fucili spianati. Davanti a questa prima mala parata, i rivoltosi sperarono di potersi salvare uscendo nel cortile adiacente e impossessandosi di un autocarro, adocchiato in un garage del cortile stesso. Brano armati f[i coltelli possedevano, moiì c } lcun0 di es'si si illud?va di \po1er scalare le munitissime -mura perimetrali. Ma già, dal le casematte di guardia, i fari elettrici dominavano la scena. E qualsiasi vero tentativo di fuga appariva impossibile, i mitragliatori erano pronti e puntati dall'alto sui disperati. Quattro rivoltosi, allora, si vestirono da guardia, sperando in chissà quale fortuna o avventura o illusione. Le guardie, cosi spogliate, avevano freddo: a Filadelfia, ieri notte, \tirava la tramontana del ma 1 re. La notte era gelida. La 'neve de> Siorni scorsi, ghiac\ciata e sporca, sui tetti e n i cortili I più disperati (che sosten nero gli altri fino all'estremo) furono i fratelli Antonio ed Edoardo Sloleri, rispettivamente di 31 e di 24 anni; condannato a morte il primo, a vita il secondo. Colpevoli di rapina e di uccisione. Vicino a loro e con loro, teneva a bada gli ostaggi e i timidi, un altro delinquente, Raymond P. Wilson, ex-poliziotto della città di UI1IIIIIIIIIIIIIIIIIII1IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIUIIIIIII Tulsa (Oklahoma), condannato per aver assassinato una vedova di 76 anni, proprietaria di un albergo. Ma, tutti, quando furono assaliti dalla nube di gas lacrimogeno, non resistettero. Cominciarono ad annaspare, soffocati, più disperati di prima. Si diedero per vinti. Le ma?ii in alto. A uno a uno. Riconsegnarono gli ostaggi. Due di essi feriti di coltello, non gravemente, si è detto. Un criminale, non si sa ancora perché e come, fu trovato che aveva subito una frattura cranica: è probabile che non se !<i caviAntonio Barolìni

Persone citate: Arthur Prasse, Carr, Dickens, Donald Carr, Edoardo Sloleri, Raymond P. Wilson, William Righter

Luoghi citati: America, Filadelfia, New York, Oklahoma, Pennsylvania