Il nuovo disegnatore di Christian Dior lancerà modelli di estrema semplicità

Il nuovo disegnatore di Christian Dior lancerà modelli di estrema semplicità Il nuovo disegnatore di Christian Dior lancerà modelli di estrema semplicità Marc Bohan, che sostituisce Saint Laurent richiamato alle armi, parla iella imminente sfilata - Gonne corte, abiti aderenti, ii grande attualità il tailleur - Molto apprezzati a Parigi i vestiti, le scarpe e le maglierie provenienti iall'Italia (Nostro servizio particolare) Tarigl, 7 gennaio. Nelle botteghe parigine dove si vendono abiti e indumenti femminili, scarpe, sciarpe, maglierie, ninnoli, ecc., si legge spessissimo un cartellino con l'indicazione < importato dall'Italia»; e intorno ai banchi dove quella roba è venduta le donne fanno ressa più che intorno agli altri. Il cartellino « importato dall'Italia » è diventato sinonimo di buon gusto e di buona qualità e sono numerose le botteghe che, in previsione della soppressione delle dogane, la quale avverrà progressivamente a mano a mano che il Mercato Comune diventerà una completa realtà, già sottoscrivono accordi coi fornitori italiani. E' stato quindi domandato a Marc Bohan, direttore della sartoria Christian Dior, quale influenza potrà avere il Mercato Comune sulla haute couture. parigina. Il giovane modellista, che ha preso la successione di Yves Mathieu Saint-Laurent, nel settembre scorso, non ha rispostò direttamente ma ha osservato: « La diffusione del "già fatto" ad ogni prezzo permette alla donna di seguire rapidamente la moda e cento abiti identici saranno portati in modi diversi, poiché la francese ha 11 dono, che non hanno sempre le donne degli altri Paesi, di personalizzare il vestito che indossa ». E' facile capire da questa frase, trascurando l'apprezzamento tutto personale circa la francese che avrebbe più doni delle altre, che In haute couture teme la concorrenza della confezione e innvrasYgngidmgnshsuddepadFsmncrcvsciafsmdlltsrc in tale campo gli abiti provenienti dall'estero possono trovare a Parigi un mercato interessante. A questo mercato pensano anche i sarti americani, i cui sindacati, in accordo col New York Couture Group, che designa annualmente le dieci donne più eleganti del mondo, vogliono tentare l'esperimento di imporre alle francesi i loro modelli, sostenendo che costano meno, sono più belli e di migliore qualità di quelli parigini. La notizia ha prodotto sensazione negli ambienti della haute couture, dove si registra brontolando che soltanto una francese sia stata messa dagli americani fra le dieci donne più eleganti del mondo e si constata che Parigi non è più il fornitore esclusivo degli abiti femminili in occasione dei grandi matrimoni. Paola e Fabiola ad esempio non scelsero qui l'abito da sposa, e molte dame invitate alle loro nozze indossavano un vestito che non usciva da una sartoria parigina. Da parecchi anni la haute couture è in posizione difensiva rispetto alla concorrenza, sebbene finga di ignorarla anche quando non può evitare il confronto. Nei giorni scorsi a Montecarlo I modelli italiani, francesi e svizzeri furono presentati in una stessa serata, ma si cerca invano sui quotidiani parigini una cronaca della manifestazione. Solo a quelle di Parigi oppure organizzate esclusivamente da questi sarti si dà rilievo qui. Per tale ragione, nei prossimi giorni, sì cercheranno probabilmente invano sui giornali francesi le cronache sulla presentazione della moda italiana. Per contro si va già battendo la grancassa per annunciare la sfilata della moda parigina di primavera, che incomincerà tra quindici giorni, precisamente il 23 gennaio, con le sfilate di Jacques Griffe, Jean Patou e Pierre Cardin. Già alla fine dell'anno riferimmo le prime indiscrezioni su ciò che sarà questa moda parigina e le informazioni che da ieri circolano confermano ciò che avevamo detto: ritorno alla semplicità, linee aderenti, gonne corte, abiti pratici, nessuna rivoluzione. E' su Marc Bohan che si va concentrando l'attenzione degli specialisti. Assunto per una sola stagione alla direzione dell'azienda Christian Dior dopo il richiamo di Yves Mathieu Saint-Laurent per il servizio militare, egli gioca con la prossima collezione il suo avvenire, tanto più che il suo predecessore è stato riformato ed e quindi pronto per riprendere eventualmente il posto. Perciò Marc Bohan riconosce lealmente di avere un po' di paura, come gli attori al momento di entrare in scena. Nel realizzare i suoi modelli, Marc Bohan ha tenuto presente che molte donne lavorano e quindi vogliono per la giornata abiti pratici, come il tailleur: < Dopo le sette di sera, invece, si vestono con ricercatezza e i loro abiti sono sempre più raffinati. Quelli lunghi si fanno più rari, ma i corti sono diventati più fastosi », egli ha detto, esprimendo il convincimento che continueranno qlundi ad avere molto successo gli abitini adatti per i ricevimenti, detti « da cocktail »; e quelli adatti per i pranzi. I suoi colori preferiti saranno il nero e tutti i toni di blu e di azzurro; egli ritiene che le donne dovrebbero rinunciare a mettersi troppo carbone sulle palpebre, dovrebbero abbandonare il riccioletto sulla fronte o sul lato del viso che fu lanciato a Parigi l'anno scorso, non dovrebbero più md mettere stivaletti perché sono poco femminili né abusare delle guarnizioni dorate. Egli crede invece al successo dei tailleurs semplici, magaTi sportivi per la giornata, e di stoffe più pregiate per la sera. Niente veto look comunque. Il neto look, secondo lui, fu creata da Christian Dior per segnare la fine di un'epoca, cioè la fine della guerra. Oggi non ce n'è bisogno. E personalmente egli è contrario ai cambiamenti brutali nella moda. La sua collezione è quindi attesa con molta curiosità perché si prevede che gli sforzi egli li abbia fatti sulla qualità più che sull'originalità. Ha detto infatti: < La moda deve sorprendere, ma non stupire; gli abiti devono avere raffinatezza, ma questa deve essere unita alla discrezione». j m.

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