Un ergastolano in carcere da oltre 40 anni si proclama innocente e spera ancora nella grazia

Un ergastolano in carcere da oltre 40 anni si proclama innocente e spera ancora nella grazia Ospite del penitenziario di Alessandria, vorrebbe gustare la libertà prima di morire Un ergastolano in carcere da oltre 40 anni si proclama innocente e spera ancora nella grazia Condannato nel 1922 sotto l'accusa d'aver seviziato e strangolato una bimba - Gli stessi genitori della vittima lo scagionarono indicando un altro responsabile - Inutili sinora le richieste di clemenza - L'ultima è stata presentata dal direttore della casa di pena piemontese (Dal nostro inviato speciale) Alessandria, 30 dicembre. Da oltre quarant'anni un uomo è in carcere, condannato all'ergastolo per un grave reato. Agostino Mancuso vi è entrato che aveva ventisei anni, ora ne ha sessantasei, e prima di concludere la.sua misera vita vorrebbe ancora gustare il sapore, così struggente per lui, della libertà. Innumerevoli volte ha chiesto la grazia; costantemente gli è stata rifiutata. Ergastolo vuol dire pena perpetua; ma iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin è rarissimo che un ergastolano sconti quarant'anni di carcere. Di solito, superati i trenta, giunge un provvedimento di clemenza. Ad Agostino Mancuso no. Ministri e parlamentari si sono interessati di lui, ma l'esito è stato ugualmente negativo. Nemmeno dopo quattro decenni merita indulgenza il reato per il quale è stato condannato t Una nuova proposta di grazia è stata inoltrata nel novembre scorso dallo stesso direttore del penitenziario di Alessandria, in cui il Mancuso si trova da una ventina d'anni dopo aver peregrinato per i vari stabilimenti di pena italiani. Il dott. Antonio Aloia ha fondato la proposta sul pentimento del recluso, sulla sua costante buona condotta. Un nuovo appiglio per la speranza di Agostino Mancuso. Lo speransr'i. d'un condannato cnmincln nell'istante in cui viene pronunziata la sentenza. Egli pensa subito ai condoni, alla libertà condizionata. Per un ergastolano la speranza risiede unicamente nella grazia, e anche per lui nasce, è assurdo ma insopprimibile, al momento della sentenza. Nel caso di Agostino Mancuso, il 19 novembre 1922, alla Corte d'Assise di Nicastro, quando in un silenzio irreale udì una voce lontana pronunziare la parola tremenda: ergastolo. A quel tempo non esisteva il ricorso in appello,^ e . Mancuso, pur nello sconfinato vortice di anni che gli si sprofondava dinanzi, vide in fondo una piccolissima luce. Ma essa è rimasta piccola e remota. La grazia non è venuta, anche se egli non ha mai cessato di chiederla e di sperarvi. Certo è un brutto reato quello per il quale fu condannato. Una bambina seviziata e strangolata. Dell'ignobile delitto fu accusato lui, e nonostante le sue proteste d'innocenza condannato alla massima pena. A chi gli chiede la sua storia egli comincia con un'affermazione: < ifi hanno dato l'ergastolo per una colpa che non ho commesso ». E narra senza commuoversi — dopo quarant'anni la commozione si è spenta — anzitutto un episodio che della sua vicenda costituisce la premessa e forse la chiave. Agostino Mancuso è nato 11 ] M111 < 11111111M ] 1 111111 11111111111111 ■ 1111 ■ nel '9lf a Cicala, presso Catanzaro. Da bambino era stato in America; tornato al paese si mise a fare il barbiere. Conobbe una ragazza, e in attesa di sposarla ebbe da lèi una piccina. Sposò la donna dopo aver fatto la guerra e aver ottenuto il congedo. Ma nel frattempo aveva combinato un guaio con un'altra, una diciassettenne che indusse a fuggire di casa. La sistemò in una camera mobiliata a Catanzaro, e si recava regolarmente a trovarla. Quando il padre di lei ne scoprì l'indirizzo se la riprese, e denunziò il seduttore per ratto di minorenne e violenza. Pochi giorni dopo i due uomini s'incontrarono per strada. Il padre impugnò la rivoltella, altrettanto fece Agostino; il duello che ne seguì rimase però senza conseguenze. « Questo è tutto quel che ho fatto, — egli afferma. — Il resto non m'appartiene ». Il resto è molto più grave. Per sottrarsi all'arresto si rese latitante: e magari si fosse lasciato subito arrestare, tanti guai li avrebbe evitati. Durante la sua latitanza fu scoperto in campagna il cadavere d'una bambina di dodici anni, che era stata strangolata dopo aver subito l'assalto d'un bruto Dati i precedenti i carabinieri sospettarono immediatamente di lui, e si misero a cercarlo con più zelo. « Non ? sta: Agostino Mancuso » affermarono i genitori iella bambina uccisa. E indicarono un tale. I carabinieri andarono ad arrestarlo Ma quello produsse un alibi, e i sospetti tornarono a concentrarsi su Agostino. La sera del 20 settembre 1920 fu pescato in casa d'una sua zia, presso la quale si era rifugiato Al processo, racconta Agostino Mancuso, i carabinieri sostennero che subito dopo l'arresto ammise la sua colpevolezza, c Ma come potevo confessare — egli protesta — ciò che non avevo commesso f ». Ai compagni di pena, quelli che di solito raccolgono confidenze che non giungono nelle aule giudiziarie, egli ripete da decenni: « Non fui io 'a uccidere quella bambina Dopo tanto tempo lo potrei dire. Che cosa cambierebbe oggit Non potrebbero certo aggravarmi la pena, lo dicessi. Ma non sono stato io » Vane furono le sue affermazioni d'innocenza, vana la testimonianza a suo favore dei genitori della bambina. Il 19 novembre '22 la Corte d'Assise di Nicastro pronunziò la tremenda sentenza. Per Agostino Mancuso cominciò il desolante scorrere del tempo, un lunghissimo |computo di anni che la o-pe-iranza e lo sconforto rendeva- ino ora lieve ora insopporta- jbilmente pesante. Non entria- \ mo nel merito del fatto. Egli si dichiara innocente, la giustizia lo ha ritenuto colpevole. Consideriamolo tale. E' dunque colpevole. Ma non c'è reato, per qxianto grave e crudele, che non sia stato espiato e cancellato dopo quarant'anni di carcere, non c'è mostro umano che non sia stato purgato e reso inoffensivo. La proposta di grazia rivolta dal direttore del penitenziario, che attesta la sua buona condotta e lo giudica pentito e redento, è la prova più valida che Agostino Mancuso non sarebbe immeritevole di riconquistare la libertà. Giuseppe Faraci

Luoghi citati: Alessandria, America, Catanzaro, Cicala