Psicosi di delitti a Vinadio dopo l'uccisione dell'impiegato
Psicosi di delitti a Vinadio dopo l'uccisione dell'impiegato Psicosi di delitti a Vinadio dopo l'uccisione dell'impiegato Indagini ufficiali sulla morte d'una donna avvenuta nel 1958 - La voce pubblica ritiene l'assassino del tito' lare delle poste responsabile anche di questo episodio (Dal nostro inviato specialej Vinadio, 28 dicembre. Allorché il 28 novembre di quest'anno scomparve da Vinadio il titolare locale delle poste signor Giovanni Battista Armando, nessuno pensò male di lui, tanta era la stima generale da cui era circondato. Perdurando la sua assenza, e costatato nel suo ufficio un ammanco di 73 mila lire, sembrò assurda una fuga per una cifra così modesta, da parte di chicchessia; onde si pensò a qualche disgrazia ma quasi da nessuna parte a un delitto. In ogni caso, se questo c'era stato, non si vedeva assolutamente quale elemento del paese avesse potuto consumarlo, essendo tutti al disopra dì ogni sospetto. Caso mai, un « forestiero ». Quando 11 7 dicembre si seppe che l'Armando era stato assassinato, con un colpo di rivoltella e a randellate; che 11 cadavere era stato rinvenuto nel fondo di una stretta cisterna; che era stato lo stesso colpevole a guidare i carabinieri sul posto e che costui era il ventenne Livio Giordano, nato e residente a Vinadio, figlio unico di un'ottima famiglia e benestante, fu un coro di meraviglie. Senza un'evidenza così palese, il fatto sembrava Incredibile. Ma, subito dopo, la fantasia popolare cominciò a correre. Furono tirati fuori fatti gravi e fatti di poco conto rimasti avvolti nel buio, e cominciò a delincarsi una tendenza generale a renderne responsabile il Giordano. Si parti da piccoli furti per salire a uno piuttosto notevole di 210 mila lire; si tirò fuori persino una mucca scomparsa, sulla quale però non si poteva insistere, dato che allora il Giordano aveva appena otto anni. Le autorità hanno seguito attentamente tutte le voci, e adesso sono intervenute, soprattutto per due di esse, con lo scopo precipuo di rassicurare gli animi con una verità ufficiale. La procura della Repubblica di Cuneo ha iniziato una inchiesta sulla morte di Enrico Giordanetto, della frazione Roviera di Vinadio, e della signora Paola Susanna Giavelli in Marino della frazione Lenire di Vinadio, avvenute entrambe il 25 maggio 1959 in periodo di alluvione. Sulla prima, si è fatto subito luce. Si tratta di una morte puramente accidentale Nei secondo caso, resta qualche dubbio ma fragile. Marce Marino, marito della vittima, ha sempre sostenuto che il punto in cui sua moglie è scivolata verso il fondo del rapido e allora impetuoso torrente Neirassa non si presta a ipotesi di disgrazia. Lei deve essere stata spinta da qualcuno, a scopo delittuoso. Tra l'altro, se lei fosse caduta accidentalmente, non avrebbe lasciato sulla strada la borsa, un golf e due latte dentro le quali soleva portare al mercato le uova. Di suicidio, neanche parlarne, non fosse altro per l'affetto sviscerato che lei portava ai suoi tre bambini. Ora, dicono che quel giorno la Giavelli Marino sia stata vista camminare per un certo tratto di strada con il Giordano. Dicono, chi? Sull'inchiesta in atto, le autorità non parlano. E perché il Giordano l'avrebbe uccisa? In tema di fantasìa, la versione sarebbe questa: la donna viveva sola in un paesello abbandonato: suo marito lavorava « a basso » e i tre bambini erano In collegio. Lei, nei giorni precedenti, avrebbe venduto, non si sa di preciso, se un vitello o una mucca, n relativo Importo sarebbe stato reperibile facilmente a casa sua. Senonché, allora, non fu sporta nessuna denunzia per furto o rapina; e alle autorità risulta che il prezzo dell'avvenuta vend' fu depositato in banca lo stesso giorno. Al Giordano, detenuto, non è stato ancora imputato nessun nuovo reato, né è stato sottoposto a nessun nuovo interrogatorio. Si attende, prima, la fine dell'inchiesta sul posto. a. a.
Persone citate: Enrico Giordanetto, Giavelli, Giovanni Battista Armando, Paola Susanna Giavelli, Roviera
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