"Spero che il mio cugino Charlot mi mandi un dono per capodanno,,
"Spero che il mio cugino Charlot mi mandi un dono per capodanno,, "Spero che il mio cugino Charlot mi mandi un dono per capodanno,, t sogni di una povera .donna, invalida di guerra, che vive alla Madonna del Pilone fra cani e gatti - Il fratello di sua nonna fa padre del grande attore In un modestissimo alloggio al pianterreno di corso Casale 199 — uno stabile che è attiguo alla chiesa della Madonna del Pilone — abita una grande invalida di guerra, la cinquantatreenne Luisa Boggetto. Cammina a fatica e vive poveramente con una pensione dello Stato; i suoi amici più cari e più affezionati sono due cagnolini bianchi, raccolti dalla strada dove s'aggiravano sperduti e affamati, e una mezza dozzina di gatti. La Boggetto dice d'esse¬ rglcsipcdfLad i iiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii re cugina del celebre attore e regista Charlie Chaplln. Molli sorridono, increduli. Ma la Boggetto replica sempre con calma. « SI, lo so », esclama, « lo so che sembra impossibile... Ma io non racconto favole. A cho scopo? Sarei subito smentita Sono cugina di Chariot e sono in grado di provarlo*». In sostanza, il fratello della sua nonna materna, Luisa Chaplin, fu — secondo le affermazioni della Boggetto — padre del grande attore. La nonna iiniiiiii iiiiiiiiniii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii era svizzera e anche la Boggetto nacque in Svizzera, nel 1907, da padre Italiano (il padre, Albino, era un buon piazzista). Non conobbe mal il cugino Charlie, ma ne senti sempre parlare; o ne segui la clamorosa ascesa in America, vide tutti 1 suoi film e si tappezzò le pareti di casa con sue fotografie. « Mio cugino è diventato famoso e ricchissimo », sospira la Boggetto, c io invece sono sempre stata perseguitata da un avverso destino. Causa le ristrettezze eco nomicho della mia famiglia non ho potuto avere un'Istruzione adeguata. Nel 1943 ero a Torino, operala della. Riv. Allora abitavo in via Tepice. Durante un terribile bombardaménto aereo rimasi sepolta fra le macerie, in cantina, per parecchie ore. € I pompieri mi tirarono fuori che ero agonizzante. Mi portarono all'ospedale in condizioni pietose, senza speranza. Mi diedero per.-spacciata; .ma riuscii a cavarmeli Però ' c-uando fui dimessa, non ero più io: non più una donna normale e vigorosa, ma una sventurata invalida che avanzava lentamente con l'aiuto di due bastoni... ». Negli anni scorsi spinta dal bisogno, scrisse a Chaplin ri petutamente, ma non ebbe mai una riga di risposta. « Io sono convinta di una cosa », dice, « che Chaplin non ha mal visto le mie lettere. I suoi segretari avranno provveduto a bloccarle e a di struggerle. Se le avesse lette, mi avrebbe sicuramente risposto o addirittura sarebbe venuto a tro varmi: so che è un uomo buono e generoso ». La fortuna non è benigna con la Boggetto. Le acque del Po in piena .hanno invaso il cortile del n. 199 di corso Casale e hanno allagato la stanza dove vive. Per molti giorni l'invalida ha dovuto cercare per sé, per i suoi cagnolini e 1 suoi gatti, un ricovero provvisorio: solo dall'altro ieri le è stato possibile ritornare. Con pazienza ha rimesso, a posto le sue cose. Ora scriverà per l'ennesima volta a Chaplin, gli narrerà della sua triste situazione « Prima o poi il suo aiuto arriverà », esclama, « sono sua cugl na, tutti dicono che gli assoml glio... Io, del resto, ho le prove della parentela che ci lega. Perché non dovrebbe rispondermi? Gli scriverò ancora. Ho fiducia in lui. E' l'unica, è l'ultima speranze della mia vita». l 1111111 il ! 111 il 1 ! i M111 ! i f ■ 11 M [ i 1111 ! 1111111 il 111M Luisa Bogetto tiene a far notare la sua rassomiglianza con il cugino Ohaplin
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