Come amano i russi in un film di Blasetti

Come amano i russi in un film di Blasetti Come amano i russi in un film di Blasetti L'esperienza moscovita del noto regista italiano (Dal nostro corrispondente) Mosca, 24 dicembre. Blasetti, in giubba di pelle e stivali color marrone lionato, da campagna d'Africa, dirige al Gum (il grande magazzino di Mosca) le riprese del film: « Io amo, tu ami », sull'amore d'oggi in Italia, in Francia, In Gran Bretagna, nei Paesi scandinavi e in Russia. Un film d'immagini, senza dialoghi, con le ardue virtù del classico cinema muto. Al Gum si lavora fino a notte fonda. Continaia di comparse della Mosfilm mimano la folla moscovita: soldati, commosse, studenti, operili. matuski (comari). GH attori sono allievi delie scuole russe di recitazione. La fontana del Gum, il mormorio della folla, il fischietto del regista e le grida di chi traduce gli ordini In russo diffondono sotto la cupola di vetro un frastuono da mercato coperto. Blasetti impreca perché i gruppi elettrici della Mosfilm arrivano in ritardo e sono rudimentali, perche una pingue signora in volpe argentata sosta troppo a lungo occupando il primo piano, perché il movimento è caotico e poi perché i soldati presi in prestito dall'Armata rossa debbono ritornare subito in caserma. « Vremia iest > (c'è tempo), dicono i sovietici, « budtie spakoini » (siate calmi). E" la collisione fra due mondi: per gl'italiani un'ora perduta vale un milione, ai russi il tempo che passa non dice nulla. L'indomani, Blasetti cerca alla Mosfilm un proiettore che non traballi (è sufficiente la vibrazione di un millimetro perché 11 raggio dell'obiettivo salti di dieci metri). Domanda a Ciukrai, il regista del « Quarantunesimo i e di < Ballata del soldato », se c'è un proiettore efficiente. Quello si mette la mano sul petto e dice: «Io ne ho trovato uno. Bisogna cercare bene, forse nei magazzini se ne può trovare un altro ». Blasetti si motte a rovistare fra lo ferra»!'? dei depor- ti. i *o non capisco di^a un ore"aio italiano — come fanno a costruire gli sputnik». Gli operai italiani sono i più snobs dinanzi agli aspetti rudi della vita sovietica. Guardano a occhi spalancati i tecnici russi che non sanno lavorare a gesti rapidi e precisi. Di già, i nostri operai si credono aristocratici malcapitati. Un operaio italiano non tocca la macchina da presa senza i guantoni bianchi: figuriamoci se può apprezzare quelle mani tozze, quegli abiti neri e informi, quella carenza di scioltezza. L'operaio itaiiand imborghesito fugge lo stile proletario come la peste, la vita squallida lo rattrista, preferisce essere misero fra i benestanti che b"n?stante in un ambiente non lucente. E' una vecchia esperienza: anche I nostri giocatori di calcio e gli operai montatori delle grandi industrie chimiche, metalmeccaniche e tessili che capitano a Mosca reagiscono con immediatezza non meno sdegnósa. Gli intellettuali sono più j cauti e perplessi: temono di non capire, di passare per superficiali non spregiudicati, soprattutto hanno in orrore l'ovvio e restano affascinati dalle contraddizioni. Ridono sui tristi umori e sul giudizi drastici degli operai: «Non sai vedere niente — dicono — al di jlà degli abiti della gente». K parlano un linguaggio diffìcile, alludono a quel che c'è dietro, alle complicazioni della verità e alla fine vedono belle certe cose che l'elettricista considera mostruose. Si costruisce a poco a poco il grande mistero. L'amore a Mosca sarà visto in modo edificante. Non sarà mai giustapposto alle catapecchie benché ne esìstano anche qui. Trucco e coltellate, niente. Automobili e lussi di giovani leoni, huìigani e stiliaghi nemmeno. Sarà elegiaco. Luce^ occhi chiari, neve, personaggi vitali come rosolacci, e puro come lo' descrive la Komsomolskaia Pravda. Niente baci: strette di mano. Anche se volesse, Blasetti non potrebbe cercare dell'altro. Ma questa semplicità assoluta impacciata e in abiti dimessi, incanterà gli spettatori, già sazi delle scene di malizia europea. La macchina da presa non entrerà nelle case di legno. Il neo-realismo è valido altrove, qui è lecito . solo il « sozrealism ». Cori, marce di Soloviov Siedoì, anime trasparenti. Eppure, anche qui c'è una canzone, che dice: < Sulle vie di Saratov, ci sono tanti giovani, ma ià Hìibliil jenatadò, io amo un uomo sposato ». a. r.

Persone citate: Blasetti, Ciukrai, Soloviov

Luoghi citati: Africa, Francia, Gran Bretagna, Italia, Mosca, Russia