Catturati due capi ribelli in rastrellamenti ad Addis Abeba
Catturati due capi ribelli in rastrellamenti ad Addis Abeba Catturati due capi ribelli in rastrellamenti ad Addis Abeba Sì nascondevano in case private, travestiti da popolani - Dei sette caporioni, ancoro due sono latitanti (x. J. nostro inviato speciale) Addis Abeba, 23 dicembre. Due capi della ribei. ane etiopica sono stati arrestati stanotte durante uno dei molti rastrellamenti cui sono sottopo e j Addis Abeba e le circostanti zone collinose coperte di folte foreste d'eucalipti. Sono Ghetacciu Becchele, sottosegretario alla Marina, il cui comandante è il principe Desta, nipote dell'imperatore e figlio di ras Desta ucciso durante la guerra italo-etiopica, e Asserat Deferes, direttore del monopolio per il .caffè. Essi facevano parte della lista dei sette capi della congiura tre dei quali erano -stati già' uccisi e due ancora sono latitanti, esattamente il generale Manghestu e suo fratello Ghirmai, dei quali finora non si hanno notizie e si dice siano diretti verso il Goggiam con l'intenzione d'organizzare bande armate per turbare la vita, del Paese. due capì ribelli arrestati stanotte sono stati scovati nascosti in due differenti case private entro il perimetro della capitale, travestiti da popolani col bianco soiamma buttato sugli abiti civili come uno scialle, entro cui sovente gli etiopici nascondono mezzo volto e può servire come maschera. Non hanno opposto resistenza e si ignora quali siano state le loro reazioni. Negli ambienti vicini al ghebbi imperiale si assicura che sarà istruito in processo per direttissima contro i due catturati, ma che passeranno molti giorni prima che essi compaiano dinanzi al tribunale militare perché prima gli inquirenti vorranno scoprire tutti i retroscena del complotto per rendersi conto del perché ad organizzarlo siano stati uomini che l'imperatore aveva più largamente beneficiato ed elevato a cariche altissime. ' Hailè Selassiè avava fiducia totale negli uomini che lo nari |n0 tradito: quando un dignitario di Corte si recò all'Asinara per invitarlo a rientrare nella capitale al più presto, portò anche la lista del sette congiurati e l'imperatore si fece leggere più volte il nome del colonnello Uorkene, capo della polizia. Non voleva credere che l'uomo che riteneva fedelissimo avesse tentato di detronizzarlo. Evidentemente l'ambizione o altre nascoste ragioni hanno indotto 11 capo della polizia a preferire l'avventura del complotto alle munifiche regalie dell'imperatore. Gli uo mini che si sono ribellati pen savano di interpretare il ma lessero d'una limitata classe sociale etiopica, desiderosa di attuare radicali, pericolose ri¬ o e i r d ù a forme nella struttura del Paese, tuttavia senza toccare la persona dell'imperatore il cui ascendente è sempre fortissimo ed è copsiderato sacro. Un segno del timore reverenziale dei ribelli è il rispetto verso il principe ereditario salvato dal massacro dei ministri perché nessuno, nemmeno l'estremista Manghestu, avrebbe osato sparare sul principe. Ieri pomeriggio l'imperatore hf ricevuto nel palazzo del Giubileo le rappresentanze del Congresso femminile mondiale indetto dall'Onu per accelerareil processo dell'emancipazione della donna. Era presente allacerimonia ufficiale, oltre tutte le donne della Casa imperiale, il principe ereditario che per la prima volta 'compariva a fianco del padre in una manifestazione pubblica dopo 11 tentato colpo di Stato. Questo è segno che l'imperatore intende riabilitare totalmente la figura del principe e coprirlo dalle dicerie che si sono diffuse sul suo conto negli ambienti internazionali. Continuano intanto i -rastrellamenti per catturare gli ammutinati della Guardia reale ancora liberi ed è frequente vedere soldati che accompagnano un arrestato puntandogli il fucile alla schiena. Oggi il generale Merid che guidò la vittoriosa controrivoluzione ha emanato un proclama con cui invita la popolazione civile a coadiuvare con l'esercito alla cattura dei ribelli fuggiaschi, ma Insiste soprattutto nell'invito a cercare e consegnare le armi che i ribelli avevano al momento della fuga e che sono scomparse in grande quantità. E' evidente la preoccupazione delle autorità dì togliere dalla circolazione gli strumenti che potrebbero servire per azioni illegali, come rapine, ma soprattutto per levare dalle mani della popolazione civile fucili, mitra e mortai che potrebbero invogliare altri non improbabili moti sediziosi. f. r.
Persone citate: Hailè Selassiè
Luoghi citati: Addis Abeba, Goggiam
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