Lotta a fondo contro la vedova del "re dei tabarins" parigini

Lotta a fondo contro la vedova del "re dei tabarins" parigini Lotta a fondo contro la vedova del "re dei tabarins" parigini / rivali vogliono eliminarla dal controllo della vita notturna di Montmartre «Sono pronta a combattere» ha detto - A 36 anni dirigerà 15 « night-clubs» (Nostro servizio particolare) Purlgi, 21 dicembre. Hélène De Cressac, vedova di Nachat Martini, morto due giorni fa lasciandole una quindicina di cabarets e alcuni teatri, ha aggrottato le sopracciglia quando le hanno riferito che i concorrenti di Montmartre e dei Campi Elisi preparano una vasta azione per eliminarla dal controllo dei piaceri notturni parigini. Poi ha detto: « Staremo a vedere. Comunque non ho paura, e non sono sola ». Intorno a lei, una decina di uomini giovani, eleganti, dal viso energico e le spallp da scaricatore di porto, l'hanno approvata. Erano i più intimi collaboratori di Nachat Martini e si erano recati al castello di Villemenon per rendere omaggio alle spoglie di colui che chiamavano patron e al quale obbedivano cecamente, come obbediranno alla sua vedova. Per la prima volta una donna si trova alla testa di un complesso di boites de nuit considerato il più importante di Montmartre e dei Campi Elisi. Ma non sembra esserne impressionata. Nata a Cracovia nel 1924 da padre francese e madre polacca, Hélène era venuta a Parigi a quindici anni e alla fine della guerra, dopo aver studiato musica al conservatorio, si era lanciata nella carriera di ballerina. Abitava con una collega e ad ogni alba, finito lo spettacolo dei cabarets dove lavoravano, le due ragazze si ritrovavano in un bar di rue Pigalle. Fu lì che Nachat Martini le rivolse per la prima volta la parola, una decina di anni fa. Colui che chiamavano già « il libanese », era stato attratto dalla bellezza di quella giovane appena truccata nonostante la sua professione, e molto elegante. Poiché Hélène aveva anche una certa cultura e Nachat Martini, ex-avvocato, che aveva occupato alte cariche a Damasco (pare fosse stato anche ministro della Giustizia) era piuttosto spiritoso e divertente, la loro amicizia diventò rapidamente molto intima. A quell'epoca » il libanese » era appena agli inizi della sua I conquista di Montmartre e poco dopo vi associò Hélène. Poi la sposò. Da due anni era lei che, praticamente, si occupava di tutto, rimanendo all'ombra del marito. Lui era presente di notte nelle sue boites, ma di giorno era Hèlène che trattava, gli affari coi fornitori, assaggiava lo champagne, assumeva e licenziava il personale. Ora è rimasta sola, ma l'organizzazione che « il libanese » aveva messo su insieme a lei è in piena efficienza, e parecchie guardie del corpo vigilano sulla tranquillità della padrona, come facevano per il patron. Perciò Hélène Martini può affermare di non essere sola e non deve abdicare né rinunciare a certi progetti già avviati. La possibilità di riacquistare il teatro di varietà Olympia sarebbe svanita perché Bruno Coquatrix, attuale proprietario, ha superato le difficoltà finanziarie vendendo la sua casa in campagna, il suo appartamento a Parigi, i mobili, le pellicce della moglie e inoltre spera di guadagnare molto grazie a Edith Plaf, la quale è ormai guarita e ricomincerà a cantare a Parigi tra qualche giorno. Ma Hélène Martini mantiene il progetto di aprire un ristorante russo ai Campi Elìsi ed ha già scritto a Mosca per trovare un'orchestra. Non solo non ha intenzione di cedere i suoi locali, ma, anzi, vuole estendere l'impero che ha avuto in eredità. A Montmartre si dice che i suoi avversari preparano l'offensiva per il mese di gennaio e uno che li conosce bene ha detto: «Hanno denti lunghi come quelli dì una forca». 1. m. Hélène Martini, la vedova trentaseienne dei ((libanese» diventato il re dei ritrovi notturni parigini (Telefoto)

Persone citate: Bruno Coquatrix, Edith Plaf, Hélène Martini, Nachat Martini

Luoghi citati: Cracovia, Damasco, Montmartre, Mosca, Olympia, Parigi