Cioccetti eletto sindaco a Roma con appena trentun voti su 78 di Michele Tito

Cioccetti eletto sindaco a Roma con appena trentun voti su 78 Cioccetti eletto sindaco a Roma con appena trentun voti su 78 Ottiene i suffragi di democristiani e liberali - Astenute le destre - Socialisti e comunisti puntano su un repubblicano - Saragat con abile manovra fa votare scheda bianca ai consiglieri del psdi e del pri • Ora si spera di risolvere la situazione di Milano (Dal nostro corrispondente) Roma, 19 dicembre. Roma è la prima < città difficile > ad avere il suo sindaco: l'avv. Urbano Cioccetti, votato dai democristiani e dai liberali, succederà a se stesso e formerà, quasi certamente, una delle cosiddette giunte « di maggioranza relativa >, cioè una giunta di minoranza. All'avvocato Cioccetti sono andati infatti 1 voti di soli 31 dei 78 consiglieri comunali presenti: era la quarta votazione, e la maggioranza relativa bastava. L'elezione di Cioccetti è stata consentita dall'astensione dei socialdemocratici e del repubblicani, che hanno presentato scheda bianca e che avrebbero potuto, se avessero votato contro, .favorire l'elezione del repubblicano Borruso. candidato, contro la aua volontà, dei comunisti e dei socialisti: l'ing. Borruso ha ottenuto 29 voti. In tal modo l'on. Saragat, che guidava l'azione dei gruppi di centro sinistra nell'aula consigliare e che aveva concordato le sue mosse, in mattinata, con gli altri esponenti democratici, ha ripagato, nel miglior modo possibile, l'esclusione del msi e dei monarchici dalla maggioranza consigliare. Ne deriva una situazione, almeno in apparenza, un po' incerta, perché sono all'opposizione i 29 socialisti e comunisti e presentano schede bianche non meno di 18 consiglieri, divisi in cinque gruppi: psdi, pri, msi, pdi e partito monarchico. La reale « qualificazione > della giunta si avrà quando, per approvare il bilancio comunale, sarà necessaria la maggioranza assoluta dei voti. Ma per il momento, tenuto conto del fatto che tra i democristiani di Roma prevale la destra, guidata dall'on. Andreotti e che forze potenti, politiche ed extra-politiche, rendevano praticamente irrealizzabile una Giunta di centrosinistra, la mossa di Saragat che è valsa a far rieleggere l'avv. Cioccietti pur privandolo del sostegno dell'estrema destra, è considerata nei circoli politici, e soprattutto in quelli democristiani, abile e accorta. Essa impegna in pratica la de — e l'on. Saragat lo aveva fatto capire — a pagare a Milano la contropartita. Socialdemocratici, repubblicani e democristiani sperano adesso che, ottenuta soddisfazione a Roma, l'on. Malagodi non Insisterà per una formazione di destra nella capitale lombarda. L'intesa di massima, raggiunta al vertice, per una soluzione accettabile oltre tutto dai liberali a Milano in cambio dell'accettazione di Giunte di centro-sinistra negli altri comuni difficili, si era rivelata nei giorni scorsi irrealizzabile per l'opposizione decisa degli esponenti lombardi della de e del psdi. Fonti bene informate chiariscono che però non è àncora detta l'ultima parola e che l'atteggiamento dei liberali potrebbe rimettere tutto in discussione. In questo caso ci si ritroverebbe in alto mare. Comunque, poco alla volta, come si vede, si sta venendo al sodo. A Genova, a Firenze, a Venezia si profilano giunte di centro-sinistra, in Sicilia è or-,mai scontato che l'attuale governo regionale cadrà, e c'è, negli ambienti di centro-sinistra, un diffuso ottimismo. Sono però un po' meno ottimisti di prima i socialisti che non apprezzano come i socialdemocratici vorrebbero il senso e la portata della manovra di Saragat al Consiglio comunale di Roma. I socialisti tendono a -edere, in quel che è accaduto stasera, quasi un « cedimento» della de e dei suoi alleati alle pressioni della 'destra e non sono convinti dei- la capacità del sindaco Cioc- ciettl di conservare il distacco dai fascisti e dai monarchici. Solo una rapida e favorevole soluzione a Milano, aggiungono i socialisti, può ridare fiducia nelle prospettive di centrosinistra. E, naturalmente, rifiutano per Milano anche* la soluzione, ventilata in qualche settore democristiano, di un commissario prefettizio. Michele Tito

Persone citate: Andreotti, Borruso, Malagodi, Saragat