Il bimbo ferito dallo scoppio invoca « Rivoglio la mia mano, potete rifarla?»

Il bimbo ferito dallo scoppio invoca « Rivoglio la mia mano, potete rifarla?» Il bimbo ferito dallo scoppio invoca « Rivoglio la mia mano, potete rifarla?» Altri cinque ragazzi avevano giocato poco prima con la bomba - Poi Michele ottenne di portarsela a casa - Il maestro della scuola ha letto agli alunni la drammatica cronaca pubblicata ieri da «La Stampa* - Un tema utile Le condizioni di Michele Gatto, .'undicenne che mercoledì, sul balcone di casa, in via Rieti 45. ha fatto esplodere una bomba a mano percuotendola con un paio di pinze, sono ieri leggermente migliorate. Altrettanto può dirsi delle altre due bambine che sono rimaste ferite insieme con lui: sua sorella Angela di 13 anni, che in quel momento stava leggendo un giornalino in cucina, e Margherita Quaranta di 3 anni, che abita nella stessa casa e che era a fianco di Michele, Intenta a guardare quello che lui faceva Angela Ieri mattina, è stata riaccompagnata a casa dal padre, non essendo la degenza strettamente necessaria Michele sa di avere perduto la mano sinistra; si è reso conto di queBta tragica verità Immediatamente dopo l'esplosione. Mentre era ancora sul balcone, tra il fumo, e la gente stava affacciandosi per vedere quello che era successo, il bambino si era messo a gridare: « Rivoglio la mia mano, rimettetemela) » Ieri, nel lettino dell'ospedale. Michele guardava la mano sana e poi il moncherino avvolto dalle bende « Lo so che non' ce l'ho più. la mano — ha detto ad un cerio punto — : ma il dottore mi ha assicurato che mi rifarà le dita» Il padre gli ha lasciato credere la pietosa bugia, si è limitato ad accarezzarlo sui capelli, aveva gli occhi umidi. Un sottufficiale del commissariato San Paolo si 6 recato ieri mattina all'ospedale per fare qualche domanda al ragazzo Contrariamente a quanto era parso in un primo momento, il bambino non ha rinvenuto lui stesso la bomba nella bealera. L'ordigno era stato raccolto nel corso d'acqua di via Aglietti da un gruppo di cinque o sei ragazzi della zcmngtaaì paiiiiigitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiigiiiriiiitiiifM zona 1 quali si erano messi a giocare in un prato, passandoselo di mano in mano Era poi intervenuto il Gatto il quale, dopo il gioco, aveva chiesto agli amici di enere per sé 11 « barattolo» GII altri, alle sue insistenze, avevano acconsentito. Lo. stesso sottufficiale che ha parlato col bimbo, si è recato ieri a compiere un sopraluogo nell» iiiiliiiiiiliijiiiiiiiiijtiiliiieiiiiiiiittiiiiiiiiiitin bealera di via Aglietti e ad Interrogare gente del dintorni, con la speranza di poter giungere alla identificazione dello sciagurato che si disfece dell'ordigno senza pensare che in tal modo seminava la sventura Ieri mattina il maestro Alfonso Scaramuzza, insegnante' della quinta classe elementare della scuola « Baricco », che ha sede in via Rieti, la stessa strada dove abita la famiglia Gatto, ha letto ai suol alunni l'articolo de « La Stampa » che narrava l'impressionante sciagura. L'Insegnante ha poi disegnato alla lavagna il profilo di una bomba a mano, lo ha fatto copiare dal ragazzi sul loro album ed ha assegnato questo tema, purtroppo di dolorosa attualità: «Non toccare mai oggetti che non conosci: la morte è vicina » E' un esemplo che gli altri maestri dovrebbero Imitare. Purtroppo, nonostante siano passati già molti anni dalla fine della guerra le sciagure dovute alla mancata conoscenza degli ordigni bellici sono ancora frequenti. Non blso gna stancarsi di far conoscere ai ragazzi I pencoli che possono nascondersi negli oggetti sconosciuti abbandonati nei campi, sui greti dei canali e dei torrenti, nei boschi. Michele e Angela Gatto, i fratelli feriti dalla bomba

Persone citate: Alfonso Scaramuzza, Angela Gatto, Baricco, Michele Gatto

Luoghi citati: San Paolo