Situazione politica tranquilla dopo giorni di voci e polemiche di Michele Tito

Situazione politica tranquilla dopo giorni di voci e polemiche Situazione politica tranquilla dopo giorni di voci e polemiche Non vi sono difficoltà di governo - Nuovi contatti per le giunte difficili - Fanfani s'è incontrato con Sceiba e Malagodi - Moro ha ricevuto i delegati di Venezia e Firenze, oggi attende quello di Milano (Nostro servizio particolare) Roma, 14 dicembre. Anche oggi c'è stata una lunga serie di colloqui e c'è stato un vivace incrociarsi di polemiche giornalistiche sulle voci, circolate nei giorni scorsi, di manovre dirette a mettere In crisi il governo attuale. C'è stato'un po' di fermento anche nei corridoi di Montecitorio, ma in serata la calma è tornata e la faccenda delle manovre, vere o presunte che siano, sembra esaurita. Si assicura che, al fine di non alimentare illazioni a volte arbitrarie, il Capo dello Stato non avrà per il momento altri contatti < informativi > con leaders politici. Ricostruire tutta la storia e un po' difficile perché è arduo stabilire cosa c'è, in tutto quel che si è detto, di vero o di falso. Comunque sembra che, verso la fine della scorsa settimana, numerosi esponenti politici credettero di dover temore che il riesame della situazione politica che il Presidente della Repubblica andava svolgendo a titolo di informazione personale mirasse- in realtà a creare difficoltà al governo in carica, giudicato impossibilitato a svolgere un concreto programma di lavoro. A ogni buon conto Moro, Malagodi, Saragat e Reale chiarirono pubblicamente che non c'era ragione di crisi e che, inoltre, manca allo stato attuale delle cose un'alternativa seria, di carattere democratico, al ministero in ca rica. La vicenda sembrava chiusa. Ma lunedì ci fu il Consiglio dei ministri e l'on. Sceiba e l'on . Sullo si trovarono su posizioni diverse per la vertenza de gli elettromeccanici ; inoltre si parlò dell'atteggiamento italiano per l'Algeria senza che si . potesse giungere ad una decisione perché è tuttora ignoto l'atteggiamento delle massime Potenze e non si sa con esattezza cosa farà il generale De ■ Gallile. Al termine della seduta però furono diffuse notizie esagerate di contrasti drammatici. Quelle notizie a quanto sembra non avevano un'origine anonima: esse erano state diffuse da incauti portavoce di personalità responsabili. In • questo si ravvisò il rilancio del .la presunta manovra < crisaiola» e ieri, mentre, successivamente, l'on. Moro e l'on. Mala godi salivano le scale del Qui- .. rinaie, un'agenzia di stampa si ' sentiva autorizzata ad aggiungere che c negli ambienti vicini al Presidente della Repubblica » si prevedeva imminente una crisi di governo e si pensava che la personalità designata a raccogliere la successione dell'on. Fanfani fosse il ministro Gonella. Non si sa bene come, è parso ad alcuni osservatori che l'informazione non fosse venuta, dal niente, ma che fosse stata ispirata da umnrdGnpcbszrnmdalctificcglpMtdoclnSuisilpnvdscncsstdtfvcScicccmmicPuscdvniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii un funzionario provvisoriamente distaccato al Quirinale. Questo è bastato a determinare reazioni severe di autorevoli organi indipendenti e di giornali di partito, come la Giustizia e la Voce repubblicana. La presidenza della Repubblica ha disposto stamane, con tutta la discrezione possibile, un'inchiesta per accertare se effettivamente qualche funzionario del Quirinale si fosse reso responsabile delle insinuazioni e delle allusioni che mettendo in causa la persona del Capo dello Stato e la sua azione, avevano determinato le proteste, appena velate, contro le presunte non costituzionali iniziative di Gronchi. Non si conosce l'esito della inchiesta che non era stata ufficialmente annunciata. Ma con l'esito dell'inchiesta viene collegato il fatto che il consigliere giuridico del Quirinale, l'aw. Cosentino, al quale appunto le voci dei corridoi di Montecitorio avevano attribuito le « previsioni » registrate dall'agenzia di stampa, ritorna ora alle sue mansioni normali, che sono quelle di capo dell'ufficio studi delle commissioni parlamentari alla Camera. Si aggiunge che si tratta di un provvedimento dallo stesso interessato Invocato fin dal settembre scorso, e che già era in corso, e si fa rilevare che lo stesso avv. Cosentino si era preoccupato di smentire, la notte scorsa, le cose che gli venivano attribuite. Si tratta, dunque, ufficialmente, di una semplice coincidenza. In ogni caso se ne ricava la conclusione che il Quirinale considera chiusa tutta la faccenda e che, semmai se n'era parlato, non si ritengono più possibili < fatti nuovi >. La solidarietà tra i partiti democratici risulta confermata; anzi, in questi giorni il fronte della maggioranza governativa si è rinsaldato. Poi, ci sono le giunte difficili. Per esse Fanfani ha visto Sceiba (e si è parlato della Sicilia) e Malagodi, Reale si è incontrato con Saragat, Moro con Gui e Piccioni, e altri incontri hanno avuto luogo nei corridoi di Montecitorio. La situazione è sostanzialmente immutata: le cose, come risultava ieri, si mettono bene. Moro ha ricevuto oggi i segretari democristiani di Firenze e Venezia, domani riceverà il segretario di Milano. Per Milano la prospettiva di un < cedimento » ai"liberali ha portato la sinistra democristiana a un passo presso Moro: in effetti le trattative in corso tra gli esponenti locali della capitale lombarda facevano sperare che un accordo coi socialisti fosse possibile, ora la sinistra non vorrebbe rinunciarvi anche se, in cam bio, si avrebbero giunte con socialisti in altri importanti iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii comuni e a breve scadenza, alla regione siciliana. All'on. Donat - Cattin Moro ha chiarito che non sì trattava soltanto di contentare i liberali, che non fanno di nessuna giunta, presa in sé, una questione di principio, ma piuttosto di tener conto delle decise resistenze dell'ala destra della de. Insomma il « veto » al centro-sinistra per Milano verrebbe soprattutto dall'interno della de, anche se i democristiani lombardi sono orientati verso l'accordo coi socialisti. Così, mentre l'intesa sì profila ovunque, per Milano le frazioni della de cercano di tirare dalla loro la segreteria. Michele Tito