Il gen. De Gaulle anticipa ad oggi il ritorno a Parigi di Sandro Volta

Il gen. De Gaulle anticipa ad oggi il ritorno a Parigi Il gen. De Gaulle anticipa ad oggi il ritorno a Parigi Il governo riunito d'urgenza da Debré; giovedì il capo dello Stato presiederà il Consiglio dei ministri - Commento di «Le Monde» ai tumulti nel Nordafrica: «I colonialisti hanno compromesso ancora una volta la causa dell'Algeria francese» (Dal nostro corrispondente) Parigi, 12 dicembre. Il gen. De Gaulle ha deciso di abbreviare di un giorno il suo viaggio in Algeria per ritornare domani sera a Parigi, ventiquattro ore prima di quanto aveva previsto. Il programma delle sue visite è stato perciò modificato, sopprimendo le tappe da El-Milla, Collo e Phillppeville. Da Bougie, dove aveva passato la notte, il capo dello Stato è partito stamane per Ain Arnat e ha proseguito poi per Telergma e Blskra, accolto dovunque col solito entusiasmo dalle popolazioni musulmane. Domani visiterà le posizioni militari alla frontiera tunisina e, finalmente, riprenderà posto sul Caravelle che lo riporterà a Parigi. Da fonte autorizzata si è saputo che il presidente della Repubblica è stato informato soltanto ieri sera del grave carattere che avevano assunto gli avvenimenti di Algeri e questo spiega il .silenzio che ha mantenuto dopo di allora e, probabilmente, anche l'Improvvisa decisione di affretta re il ritorno a P,arigi. E' chia- ro infatti che De Gaulle vuole essere informato in modo completo su ciò che è accaduto prima di esprimere in pubblico le conclusioni che intende trarne. Dovrà, cioè, giudicare se la situazione è stata sfruttata da agitatori, la cui azione non corrisponde ai veri sentimenti della popolazione, oppure se le violenze, benché compiute soltanto da minoranze, hanno espresso 1 sentimenti della maggioranza. Da questa valutazione dipenderanno le decisioni del capo dello Stato. Nel primo caso, infatti, potrebbe limitarsi a pronunciare parole di pacificazione, che avrebbero ripercussioni sicure data la fiducia che i musulmani hanno dimostrato di avere in lui. Se, invece, la violenza di questi giorni rosse lo specchio fedele dell'odio che divide le comunità, sarebbe inutile continuare a parlare di soluzioni da trovare nella fraternità: diventerebbe necessario trovare nuove misure di carattere costituzionale e politico e bisognerebbe anche accelerare le tappe del piano algerino, avviandosi più decisamente alle trattative di pace. In ogni modo, all'Eliseo si dichiara stasera che il presidente della Repubblica farà conoscere le sue decisioni soltanto dopo che sarà ritornato a Parigi. Che elementi del Fronte di liberazione nazionale algerino si siano infiltrati fra la popolazione musulmana di Algeri e di Orano, esasperandone la collera per volgere a proprio profitto le manifestazioni, sembra tutt'altro che improbabile e la presenza delle bandiere bianche e rosse, le grida che hanno finito per soverchiare quelle di «Algeria algerina > e il furore di certe violenze parrebbero anzi confermarlo. Ciò non toglie però nulla alla spontaneità della rivolta con- tro j colonialisti, che ha di mostrato i veri sentimenti dei- la massa musulmana. I luttuosi avvenimenti di questi giorni hanno servito, dunque, ad una chiarificazione: dopo quanto è accaduto ieri, nessuno potrà più parlare di « Algeria francese ». De Gaulle aveva già detto che l'Algeria non è una provincia francese e sii algerini hanno confermato ora che non vogliono essere francesi: da ora innanzi, ì colonialisti potranno invocare il mantenimento del paese in condizioni coloniali, ma non potranno più parlare di integrazione o di altre formule che si sono manifestate irrealizzabili In questo senso, si esprime anche Le Monde, che stasera, a commento del fatti di ieri, scrive: < Il Fronte dell'Algeria francese può vantarsi di avere danneggiato ancora una volta la causa dell'Algeria francese ». Purtroppo, però, la giornata di ieri ha creato anche una situazione che renderà sempre più difficile la convivenza delle due comunità, e ciò riduce sensibilmente le possibilità che il gen. De Gaulle si era riservato per l'attuazione dell'Algeria algerina. A questo proposito l'ex - governatore francese dell'Algeria, René Naegelen, scriveva stamane in Le Populaire: « Gli agitatori di Algeri hanno riportato la loro vittoria certa non sulle forze di sicurezza, ma sulla Francia, di cui la Francia rischia di pagare duramente il prezzo». Sull'attività degli uomini politici di estrema destra, istigatori dei fatti di Algeri, manca ancora qualsiasi notizia, salvo il tentativo di recarsi In Algeria del deputato Vinciguerra e di Auguste Arnould, che è uno degli imputati al processo delle barricate; tutti e due sono stati respinti all'aeroporto. Però, l'inviato speciale di Le Monde in Spagna telefona stasera al suo giornale: « Madrid appare sempre più come una specie di capitale dell'Algeria francese ». Il giornalista rife risce gli inquietanti movi menti dei Susini, Salan, Lagaillarde e compagni, che si svolgono all'ombra dell'ex-mlnistro degli Esteri falangista Serrano Suner. Anche ieri sera il gen. Salan ha pranzato in casa del cognato di Franco, insieme al gen. Gardy, che fu ispettore generale della Legione straniera francese, venuto in Spagna per prendere contatto con lui. Nell'assenza del generale De Gaulle, è comprensìbile che il governo non abbia ancora preso nessuna posizione sugli avvenimenti. Un Consiglio di ga¬ binetto si è riunito tuttavia stasera sotto la presidenza di Michel Debré e, alla fine, è stato diramato questo comuni cato: «Il Primo Ministro ha messo i membri del governo al corrente del viaggio del Presidente della Repubblica in Algeria e dei gravi awenimen ti di cui Algeri e Orano sono state teatro nei giorni scorsi». Il portavoce del governo ha poi lasciato capire che un Consiglio del ministri presieduto dal gen. De Gaulle si riunirà probabilmente giovedì al .l'Eliseo. Sandro Volta De Gaulle, all'arrivo ad Akbou, è stato accolto da un gruppo di ragazzi (Telefoto)