Gli stranieri vengono da noi e poi fuggono per il troppo baccano

Gli stranieri vengono da noi e poi fuggono per il troppo baccano II congresso a Homo contro te malefatte dei rumori eccessivi Gli stranieri vengono da noi e poi fuggono per il troppo baccano / «fracassoni» delle nostre città ci costano molti miliardi di valuta pregiata: grammofoni e radio al massimo del volume, motociclette a tutto gas, danze, canti e discussioni ad alta voce come al mercato - Bisognerebbe riesumare un vecchio articolo del codice {Nostro servizio particolare) Roma, 8 dicembre. Chi si affaccia in questi giorni al Palazzo dei congressi di Roma non ode che accigliate requisitorie contro i molteplici misfatti della rumorosità. Seguire uno per uno gli studiosi ■ delle più disparate discipline mentre formulano i documentati atti di accusa contro questo avvelenatore dei nostri giorni, non è qui possibile: occorrerebbero volunii, molti e grandi volumi. Uno dei più ar. .1 sarebbe senza dubbio quello che potrebbero mettere insieme dirigenti e operatori del turismo. Le loro voci, spesso gonne di collera, ci avvertono che se i rumori fanno la loro brava parte nell'affolìare ospedali, case di cura e manicomi, se diminuiscono il rendimento dei lavoratori, ci costano parecchio denaro anche per un altro verso: facendo scappar via 1 turisti dall'Italia. E' risaputo che l'Italia è il paese che attira il maggior numero di visitatori stranieri; tuttavia la durata media del loro soggiorno in Italia è la più bassa fra tutte le nazioni europee. Si direbbe che un irresistibile richiamo porti americani, inglesi, tedeschi, francesi, svizzeri, scandinavi a visitare le nostre contrade, ma che d'un tratto un cattivo genio li metta in fuga. Per accertare la natura di questo genio malefico, e che ci costa annualmente molte decine di miliardi in valuta pregiata, sono stati riuniti convegni di esperti, fatti studi serissimi, compiuti sondaggi di opinione. I risultati sono sempre gli stessi: gli stranieri, non appena in mezzo a noi, hanno la sensazione di essere consegnati in balìa della rumorosità più brutale. Specialmente dalla primavera all'autunno, cioè nelle stagioni in cui gli stranieri scendono a milioni in Italia, non è facile dormire nelle nostre città. Quando le notti si fanno più tiepide, le strade dell, città e dei luoghi di villeggiatura si trasformano in altrettante piste percorse da veicoli con lo scappamento aperto, e le comitive si abbandonano a schiamazzi, dalle finestre aperte grammofoni e apparecchi radio urlano al massimo. Una volta un giornalista olandese citò il caso di un famoso scrittore svedese che era arrivato a Roma col proposito di trascorrervi un lungo periodo di riposo. Dopo appena tre giorni fuggi via a precipizio, e a chiunque Incontrasse domandava: «Ma gli italiani non hanno dunque un sistema nervoso? Oppure sono tutti sordi? ». E' diventato un luogo comune fra gli stranieri dire che eia frontiera dell'Italia si chiama Chiasso». Ecco qui il giudizio di un uomo dall'udito fino, Fritz Reiner, direttore dell'orchestra sinfonica di Chicago: < Le città italiane sono oggi le più rumorose del mondo; di più della stessa Chicago o di New York ». Sono montagne di proteste che si formano di continuo nei nostri uffici turistici, consolari, diplomatici. Ed eccovi lo stralcio di un rapporto mandato dal nostro ambasciatore nel Venezuela: < Molti venezuelani erano abituati fino a pochi anni fa a passare una buona parte delle loro vacanze in Italia. Le ultime statistiche provano però che le correnti turistiche venezuelane diminuiscono sensibilmente nei confronti dell'Italia a tutto vantaggio della Francia, dell'Inghilterra e della Spagna. Da contatti avuti con la buona società venezuelana posso affermare che questo avviene a causa dei rumori. Le rispo ste avute nel corso dell'indagine sono state unanimi: " In Italia è ormai quasi impossi bllb riposare e quasi impossibile dormire " ». Non esagerano dunque 1 congressisti di Roma quando affermano che il rumore ci ruba salute e denaro. E tuttavia il grosso pubblico tarda a rendersene conto, il fenomeno viene tollerato anch. dalle autorità con un senso di rassegnazione. Si pensa comunemente che, siccome questa è un'epoca di macchine e di motori, 1 rumori siano inevitabili. E' un errore, un grossissimo errore. Per attenuare o rendere almeno sopportabili 1 rumori, la tecnica ha compiuto negli ultimi venti anni progressi importanti. Un motore costruito oggi è di gran lunga meno rumoroso di uno analogo, costruito venti o trenta anni fa II guaio è che spesso nelle nostre mani un motore nato moderatamente rumoroso diventa un'esplosione di vibrazioni, uno strumento di tortura per il nostro prossimo. Come ha detto ai congressisti di Roma il' sottosegretario Volpi, « la tecnica arricchisce la nostra vita di un insieme di prodotti che implicano determinate modalità d'uso, le quali però il più delle volte, non sono rispettate ». Ma qual è il demonio che ci eccita al frastuono, ci Inebria non appena sentiamo nelle nostre mani le leve del rumor»? Quel demone si chiama vanità, rispondono gli psicologi. Chiamatela vanità, esibizionismo, stupidità, infantilismo, datele il nome che volete; è sempre una qualità bassa e incivile quella che ci stimola a suscitare da una macchina il massimo di rumorosità. In una relazione del prof. Gino Morandl dell'Università di Bologna leggo parole assai severe ma altrettanto convincenti. «Molte persone provano un intimo compiacimento nell'uso di un rombante veicolo, sia perché dal rumore traggono una illusoria sensazione di potenza, sia per esibizionismo, per attirare su di sé l'attenzione: malevola della maggior parte delle corsone, ammirata di qualche ingenuo spettatore. E purtroppo questo desiderio di richiamare su di sé l'attenzione attraverso qualsiasi tipo di atti vistosi anche se i più stupidi, generalmente caratteristica delle persone poco intelligenti o prive di .spirito o di fantasia, è uno dei fenomeni che affliggono l'odierna umanità». Tuttavia, sarebbe ingiusto prendersela solamente con i vanesi che per fare più rumore forano la marmitta o la tolgono addirittura al loro motoscooter. Non diversamente si comportano quanti, al volante di una macchina, Imballano il motore per puro esibizionismo, non appena sul semaforo spunta 11 verde fanno partenze tipo Monza, frenano con gran stridore di ruote al successivo semaforo, suonano il clacson a tutte le ore per chiamare alla finestra la moglie o la fidanzata o l'amico oppure per darsi importanza agli occhi dei vicini. Alle volte un po' di esibizionismo può riscontrarsi anche in coloro che tendono a elevare più di quanto non sia necessario il volume della radio, della televisione o del giradischi. Se insomma facciamo la disamina dei rumori che più ci angustiano, quasi sempre troviamo che sono prodotti non per una intrinseca esigenza, ma per malcostume, ignoranza, vanità. La signora di sopra, quando rientra a notte alta, potrebbe evitarci il tormento del ticchettio delle sue scarpine solo che si infilasse un palo di pantofole. E che dire del nostro vicino che tra il sabato e la domenica se ne va in gita e lascia il cane chiuso sul terrazzino a latrare, a renderci impossibile persino il sonno? E perché mai 11 cameriere della casa di fronte sente la necessità di battere 1 tappeti proprio alle prime luci del giorno? E chi mal costringe il garzone del negozio di sotto a tirare in piena notte la saracinesca con uno strappo solo? E dove le mettiamo, le campane, che all'alba rompono il sonno a un intero quartiere o villaggio? In altri tempi servivano & ricordare ai fedeli l'ora della prima messa, ma oggidì non c'è casa, per quanto modesta, che non possegga una sveglieEsempi di rumori non necessari non ne mancano per davvero. Come si è detto, il guaio maggiore è che di giorno In giorno diventa più prepotente, vorrei dire più ribaldo, l'assedio dei rumori alla salute pubblica Ne siamo tutti vittime: cresce nelle città e sta via via straripando nelle cittadine, nei paesi, nei villaggi, persino nelle località dì cura e soggiorno. Ma non esistono rimedi, non c'è alcuna possibilità di corre aiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiifiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiii re ai ripari, di mettere un argine a questa sfacciata aggressione del rumori? Molti, forse i più, pensano ch'è gran tempo di ripristinare in tutto il suo vigore un articolo del Codice penale caduto in disuso. E' l'articolo 659 e dice: «Chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni e il riposo delle persone, è punito con l'arresto... ». Quell'articolo venne formulato nel 1887, ma si direbbe scritto oggi e per fronteggiare l'attuale situazione: rettamente distingue fra suoni e rumori, si preoccupa di tutelare sia le occupazioni che 11 riposo delle persone. Ancor più convincente diventa quell'articolo formulato dai nostri nonni, in una situazione incomparabilmente più tranquilla dell'attuale, quando si legga la relazione presentata alla Camera dei deputati: 1 legislatori di allora ritenevano che la pubblica quiete fosse un bene spettante a tutti i cittadini e raccomandavano molta severità contro i fracassoni, « non essendo giusto che la comodità di uno solo o le pretese di qualche eccentrico debbano tollerarsi contro le abitudini e i bisogni della maggioranza del cittadini». Nicola Adolfi aiiiiiifiiiiiiiiiiiiiiiiitiitiiiiiriiiiiiiJiiiiiiiiiiiiii

Persone citate: Fritz Reiner, Gino Morandl