Fanfani e Pella esaminano un ampio piano di sviluppo

Fanfani e Pella esaminano un ampio piano di sviluppo li bilancio sii pre^isfoue per il Fanfani e Pella esaminano un ampio piano di sviluppo Dovrà essere dato il «via» ai lavori per le autostrade ed alle provvidenze per l'agricoltura, le scuole, l'edilizia e le esportazioni - Una nota de sulle «giunte difficili» (Dal nostro corrispondente) Boma, 6 dicembre. 11 Presidente del Consiglio ha 'ricevuto ^oggi successivamente i ministri Sullo, Bo e Pella. E' iniziato il lavoro di preparazione del bilancio di previsione 1961-62, l'atto di solito più importante di ogni governo, ma di eccezionale portata per qualificare l'attuale compagine ministeriale impegnata nella programmazione di una politica di sviluppo economico. Come lo stesso on. Pella ha lasciato capire in una sua dichiarazione, lo sforzo maggiore dell' attività governativa tende all'utilizzazione massima dIddmaaplzspvlddq della congiuntura favorevole. Il bilancio dell'anno prossimo deve articolarsi, secondo le decisioni prese, in una serie di misure capaci di tradurre in atto le iniziative in corso (le autostrade, il « piano verde » per l'agricoltura, il piano per la scuola, i crediti all'esportazione, l'edilizia popolare),' e risolvere i problemi, spesso complessi, del coordinamento tra i vari settori investiti dalla politica di sviluppo: ad esemplo l'azione per l'edilizia • opolare deve obbedire ora al criterio di assicurare un equilibrio del mercato edilizio quando, 'fra quattro anni, cesserà il bloccò dei fitti. Nuovi criteri direttivi Ispirano il complesso degli-interventi nel Meridione. Il superamento dello stato di squilibrio tra l'Italia del Nord e l'Italia del Sud esige un minimo di < pianificazione operativa!: si è de¬ oèscpvdstdelso oggi di fare di quest'esi-1 geriza il criterio ispiratore fon-1 dementale del lavoro di elaborazione dei bilanci. Su questa linea si terrà il governo quando a fine gennaio comincerà al Parlamento il dìbattito sui bilanci. Si tratta di una impostazione che è accettata anche dal partiti democratici e che viene sottolineata per un fine ben preciso: porre in chiaro che la permanenza dell'attuale governo è fuori questione e che ciò limita il margine di discussione e di trattativa con i socialisti per le < giunte difficili >. Poco alla volta cominciano ad emergere le ragioni più serie che hanno portato la de a irrigidirsi di fronte alle richieste dell'on. Nenni. I giudizi catastrofici e le previsioni sfiduciate sulla possibilità di dar vita a giunte di centro-sinistra sono, dicono fonti autorizzate, ingiustificati. La verità è che, pervenuti sulle soglie del primi contatti per le trattative, i democristiani hanno avuto ragione di temere che, anche indipendentemente dalla volontà di Nenni, 11 modo di impostare i problemi delle maggioranze comunali poteva portare, subito o in un futuro prossimo, a mettere in discussione la formula governativa. E' questo l'argomento centrale di un editoriale che pubblicherà domani II Popolo il quale, in tutta evidenza, tende a sdrammatizzare la situazione. Dice lo scritto dell'organo democristiano che la reazione socialista alle prese di posizione del Popolo è ingiustificata. La de ha degli obblighi, uno del suol doveriè quello di non dar luogo a svolte politiche, come quelle chieste dal psi, capaci di compromettere la solidarietà governativa. < D'altra parte la posizione della de non è stata di chiù-sura, poiché essa ha dichiarato ammissibili, ribadendo le decisioni direzionali, talune intese amministrative, le quali offrano la prova della possibilità e utilità di intése dei partiti democratici con il psi. Se esse non significano- una scelta politica, non è detto, peròche siano prive di valore sul piano della politica amministrativa e della cauta sperimentazione, sul terreno delle autonomie locali, di possibili intese le quali diano respiro alla vita democratica del paese». I socialisti non possono accusare la de di incoerenza perché essi stipulano alleanze1 comunali con i comunisti, non 1 è dunque questione di sceltei i globali. Lo scritto del Popolo accenna poi, senza nominarla, alla situazione siciliana, ritenuta decisiva dal psi. SI tratta, dice il giornale, di una delle situazioni < di cui sarebbe difficile disconoscere la disarmonia». Ma anche i socialisti ne sono responsabili. E' infine ingiusto accusare la de d'essere una forza conservatrice fautrice di una politica che potrebbe realizzarsi con l'appoggio perfino dell'on. Michelini. Queste parole significano — secondo le spiegazioni date — che è impossibile per il momento mettere in crisi il governo regionale cui partecipano anche i fascisti e che è divenuto « di necessità » anche a causa dell'incoerenza del psirifiutatosi a suo tempo di collaborare con la de. Il psi non deve, dunque, pretendere dfare della situazione siciliana la chiave di volta per l'avvìo ad accordi di centro-sinistra nelle maggiori città italianeEsso dovrebbe per il momento giudicare sufficiente il riconoscimento della < disarmonia » dello stato di cose a Palermo. Il che non esclude, secondo buone fonti, sviluppfuturi. E' evidente nei democristiani la speranza che questo basti ad allentare la tensionche si è creata. Ma è. anchevidente un avvertimento asocialisti, cui sì ricorda chmettere in crisi, ora, la Giuntsiciliana significa rischiare sevére reazioni liberali a RomaMichele Tito

Persone citate: Boma, Fanfani, Michelini, Nenni, Pella, Sullo

Luoghi citati: Italia, Palermo