Gettato nella caldaia piena di zinco bollente dai ladri sorpresi a rubare nella sua fabbrica

Gettato nella caldaia piena di zinco bollente dai ladri sorpresi a rubare nella sua fabbrica Impressionante episodio di delinquenza in un sobborgo di Parigi Gettato nella caldaia piena di zinco bollente dai ladri sorpresi a rubare nella sua fabbrica La vittima, un ingegnere di 67 anni, è ancora vivo per caso: i forni erano spenti da due giorni, sul metallo si era formata una leggera crosta - Ma le sue condizioni sono gravissime - / malviventi fuggono con ventimila franchi trovati nella cassaforte (Nostro servizio particolare) Parigi, 5 dicembre. Un ingegnere di 67 anni, Leon Meitlis, lotta con una morte atroce all'ospedale di Vitry, sobborgo di Parigi, essendo stato gettato in una caldaia piena di zinco in fusione da alcuni ladri che egli aveva sorpreso Per cu o l'ingegnere, che ha subito ustioni orarissime su tutto il corpo, non è morto liquefatto dentro la caldaia metallica che, normalmente, avrebbe dovuto essere alla temperatura di 1200 gradi. Venerdì era stata presa la decisione di chiudere l'officina pir due giorni consecutivi c iiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii j ossidrica quindi le caldaie erano state, spente. Perciò la temperatura dello zinco in fusione era scesa grandemente. Alle i, della notte scorsa, quando l'ingegnere, che abita in un villino di fronte alla fabbrica, si è alzato per andare ad accendere il fuoco, una specie di crosta s'era formala sul metallo. E' stata questa crosta a salvarlo. Entrando nell'officina, l'ingegnere è stato aggredito da un uomo, che probabilmente faceva da < palo », e colpito con una sbarra di ferro. Caduto a terra senza sensi, l'ingegnere Meitlis veniva trascinato dai malviventi per una ventina di metri e gettato nella caldaia. Al contatto della crosta rovente, il disgraziato ritornava in sé e si metteva ad urlare. Le sue grida furono udite dal custode, il quale accorreva immediatamente. Scorgendo la caldaia scoperta, pensava ad una disgrazia e, infilati i guanti, traeva dallo zinco bollente il principale. Avvertito dal portiere, il figlio dell'ingegner Meitlis telefonava alla polizia perché inviasse un'ambulanza: « Afio padre è caduto nella caldaia », disse. Soltanto più tardi si scoprì ciò che era accaduto in real tà. Per le scale fu trovato l'apparecchio con il quale i] ladri avevano tentato di apri-' re la cassaforte. L'ufficio della direzione era stato messo a soqquadro. La cassaforte era stata aperta dai ladri con la chiave che avevano trovato nelle tasche dell'ingegnere; essa però contenex.a soltanto 20 mila franchi. L'inchiesta ha stabilito che i ladri erano passati dal finestrino dei gabinetti e avevano incominciato ad attaccare la cassaforte con la fiamma quando l'ingegnere SlmagctmntrPmnodpbpsrod]arrivò e fu colpito dall'uomo \Che fungeva da <palo». La. polizia è convinta che i \ ladri conoscessero perfetta\mente la fabbrica ed ha in- terrogato prima di tutto i venti operai che vi sono occupati, ma senza esito. I. m.

Persone citate: Leon Meitlis

Luoghi citati: Parigi