Il bandito Piermartini catturato presso Caserta ancora col basco ed i calzoni da ergastolano

Il bandito Piermartini catturato presso Caserta ancora col basco ed i calzoni da ergastolano E' rimasto nascosto per quindici giorni a Ischia rastrellata da ingenti forze di polizia Il bandito Piermartini catturato presso Caserta ancora col basco ed i calzoni da ergastolano Fermato da una pattuglia di agenti in perlustrazione sulla via Domiziana - Si è subito arreso - Ha detto di essere fuggito per fare un dispetto al direttore del penitenziario di Santo Stefano - Avrebbe raggiunto con Benito Lucidi l'isola di Ischia a nuoto, aggrappato ad un salvagente 11m[(111 [! 111l1i 111 m 1111111LI ! 11 !11 !t!m < 1111 : :111i11 :^ ;t (Nostro servizio particolare) Caserta, 5 dicembre. Antonio Piermartini, evasoinsieme a Benito Lucidi la se ra del 17 novembre dall'ergastolo di < Santo Stefano », nel gol/o di Gaeta, è stato catturato — .secondo la versione ufficiale della questura — alle 3,'tS di qtiesta notte fra Villa Literno e Castelvolturno, un cinque chilometri da Mbndragone, mentre percorreva la via Domiziana diretto.nel Lazio. L'arresto è stato eseguito da una pattuglia della « Mobile » diretta dal brigadiere Amerigo D'Elia e composta dagli agenti Tullio Di. Lorenzo, Mario Raucci ed Enrico Lois. Poiché le taglie non possono essere riscosse per legge da appartenenti alla polizia (e sui due evasi ve n'era una di cinque milioni), essi riceveranno uno speciale premio dal ministero degli Interni. E' fermo convincimento delle auto- t i .rità di polizia che nonostante \le erronee indicazioni date dal o\Piermartini, allo scopo di svia- el e a n aa o e a o e e i l - e a i o a o. i a e o o , a , o o re le tracce dell'altro evaso, il suo compagno di carcere e di fuga, Lucidi, si trovi non molto distante da lui, sempre fra la provincia di Napoli e quella di Caserta, e che anche la fine della sua libertà sia imminente. L'operazione che ha portato all'arresto del pericoloso criminale cominciò il mattino di ieri quando due appartenenti alla Guardia di finanza trovarono sulla spiaggia — in questa stagione deserta — di Torregaveta una barca semiaffondata su cui vi era stampigliato il nome (< Mafalda »), la matricola regolamentare HB8) e la località di registrazione (< Ischia»). Alla barca era stato tolto il tappo di sicurezza proprio per farvi entrare l'acqua, nella speranza che venisse sommersa dal peso e scomparisse. Dentro al legno venne trovato un piccolo rozzo cuscino. Nella sabbia furono notate delle impronte fresche. La vigilanza venne, intensificata e Piermartini s'imbatte proprio in una d .'e pattuglie della <Mobile> che al comando del commissario Antonio Villanova setacciava quel tratto litoraneo. Gli agenti stavano in una « 1100 » con una targa comune e scrutavano la strada. Attendevano là, fermi, da un'ora, quando videro un uomo tarchiato che venendo alle loro spalle camminava piano. Il brigadiere D'Elia abbassò il vetro e gli chiese se andando in quel senso si percorreva Ih via giusta per Roma. L'altro esitò un istante e poi rispose, calmo: < Si, è questa la strada, sempre dritto ». Il sottufficiale lo ringraziò, gli augurò la < buona notte » e parti velocemente. Era una finta al solo scopo di avvisare i propri agenti che l'uomo con cui egli aveva parlato era Antonio Piermartini. Nell'attimo passato per chiedergli l'informazione il sottufficiale aveva fatto scattare l'accendisigarette e poiché la foto del ricercato la teneva sul suo tavolo dal primo giorno in cui venne diramata non aveva.dubbi. Ma temendo una eventuale reazione dell'evaso qualora l'altro fosse stato armato aveva voluto porre in guardia gli agenti. Pochi minuti dopo, la macchina girava e come un bolide giungeva di nuovo presso il viandante, quasi sfiorandolo. Il resto avveniva in pochi secondi. Vedendosi /preso nel fascio dei fari e scorgendo le canne dei mitra puntategli contro, Antonio Piermartini levava subito in alto le mani a7icora prima dell'abituale intimazione' gridando: tPer carità, non sparate!». Mezz'ora dopo Piermartini entrava ammanettato nei locali della < Mobile » di Caserta. Durante la perquisizione gli avevano trovato 3700 lire, un tem¬ iiiiiiiiiiiiiiiiiniitiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiMiiiiiii perino, una carta geografica e un sacchetto di cellophane contenente biscotti e zucchero in zollette. La matematica certezza che fosse lui Piermartini era data da alcune foto fattegli nell'ergastolo insieme ad altri detenuti dal cappellano del tempo, padre Arcangelo da Vico Garganico, dei cappuccini. Da uno di quei negativi, trattandosi di una sua immagine assai recente, era stato isolato il particolare del viso, poi ingrandito e diffuso in migliaia di esemplari dati alla polizia per le ricerche. L'evaso aveva ancora il berretto basco e i pantaloni dell'uniforme da ergastolano. L'unica differenza era il mutamento della tinta, diveìiuto da marrone blu scuro. Alle 4J0 scendeva il questore Alfredo Magliozzi, lo stesso che nel 'S.'i, quando era comandante della Squadra Mobile a Roma catturò Benito Lucidi, allora alla sua prima evasione. Nel lungo interrogatorio durato cinque ore — interrogatorio che ha riempito decine di togli protocollo — l'ergastolano ha narrato i particolari della fuga, t Sono scappato — ha detto — soprattutto per una ragione: fare un dispetto al nuo io direttore del penitenziario di " Santo Stefano ", Nicola An necchino, che ha instaurato nell'isola una disciplina molto dura. La prova di quanto io affermo è che avrei potuto scappare anche prima, con il direttore Eugenio Perticata, adesso trasferito a Turi. Ero io l'addetto al suo motoscafo fuoribordo. Ma non lo feci perché, dato il modo con cui quel funzionario — ;>u?iito per l'evasione di Toma e De Lucca — ci (rat/ara, sarebbe stata una vera ingratitudine ». E ha poi soggiunto: c Una cosa è certa, mcttctcvelo in mente, dovunque mi 7>ianderanno cercherò sempre di fuggire ancora». I dettagli della drammatica evasione possono essere così compendiati. Piermartini era addetto alla lavanderia. Fu così che tinse in blu il basco e i pantaloni prima suoi e poi dell'amico Lucidi perché la gente, una volta evasi, non li riconoscesse dagli indumenti. La fuga avvenne prima che iiiiiitjiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiJiiiiiiiiiiiiiiiiiii suonasse il < silenzio ». Infatti ogni condannato a vita dorme sempre solo. Perciò dalla cella dove egli aveva segato le sbarre sarebbe potuto fuggire solamente lui mentre invece volevano essere in due per aiutarsi. Èssi avevano ottomila lire ciascuno, un rasoio di sicurezza e molte lamette. Si servirono di pneumatici d'auto abbandonati che riuscirono a gonfiare nascondendoli dentro una caverna. Usandoli come salvagenti e zattera ed appoggiandovisi, nuotarono per oltre \o chilometri fino ad Ischia ove giunsero il 19 notte. Lucidi, scagliato da un'onda contro uno scoglio, si fracassò due costole e si ferì ad una gamba producendosi un largo squarcio. L'indomani però Lucidi si divise da lui: il rimanere insieme sarebbe stato tropp pericoloso e poi egli voleva illonianarsi. Ignori dove il coi :pagno si trovi attualmente. Egli sì nascose in una grotta dalla quale usci un paio di volte per acquistare biscotti e lardo. All'alba di domenica, ieri, chiesto un passaggio ad un peschereccio era giunto a Pozzuoli proseguendo poi di là attraverso le pinete di Licola e Castelvolturno. Nel pomeriggio il Piermartini è stato tradotto al carcere di S. Maria Capuavetere. Ma non farà mai più ritorno a c Santo Btefano ». Infatti, da S Maria Capuavetere verrà trasferito a Porto Azzurro o a Volterra. La polizia è certa che Piermartini abbia nascosto la verità. Durante un confronto nella questura di Caserta con i due agricoltori di Ischia che dissero di averlo visto a Forio. in località La Mortola, uno di essi, Antonio Impagiiazzo, non io ha identificato mentre l'altro, Giovanni Amitrano, lo ha ' riconosciuto. L'ergasto'aio Antonio Piermartini condotto in carcere dopo l'interrogatorio (Tel L'ergasto'a.io Antonio Piermartini condotto in carcere dopo l'interrogatorio (Tel. dz