Arti ed artisti

Arti ed artisti Arti ed artisti Parzini e Riopelle - Ville del Brenta Due volte Luigi Parzini, piemontese che fece il suo alunnato a Brera, compane nella élite modernistica di « Francia-Italia, Pittori d'oggi», nel '57 e nel '59; e in questo scorcio del '60 è stato compreso fra i 27 italiani prescelti per partecipare all'annuale mostra della « Scuola di Parigi » nella Galleria Charpentier. Il dipinto da lui esposto 6 della famiglia di quelli che ora presenta alla «Bussola : forme vaghe, aeree, per lo più brunastre con qualche lume di bianco, di grigio, di rosu. che diresti lievitate in uno spazio Im• maglnario da un moto interno di espansione, reso percettibile da un segno fluido, delicato. C'è in esse il senso, la suggestione di una nascita d'un mondo non ancora definibile, come quello che in certi documentari dei fondi marini ci arretra di milioni d'anni, alle prime manifestazioni di una vita embrionale. Intenzioni. aspirazioni, ansie forse ancora a uno stato larvale (quanta pittura d'oggi le ripete!), che secondo la presentazione del catalogo segnano un progresso del Parzini su quei suoi precedenti dipinti « in cui la natura a lui familiare, gli alberi, le fronde, le nebbie, gli argini del Ticino e del canali padani, era una tenera protagonista ». Anch'egli dunque si è « liberato ». Di liberazione in liberazione l'arte si riduce a una stenografia di sensazioni. E non può lasciarsene sedurre chi ancora ama la nitida pagina bodoniana dove tutto 6 detto, e dove tutto si legge limpidamente. Alla « Associazione Arti Figurative » una dozzina d'opere, di quest'ultimo deniMiiiio, del notissimo pittore canadese Jean-Paul Riopelle. il quale, dopo aver dimostrato propensione per la pittura di paesaggio, prese via via coscienza — cosi si legge nell'introduzione critica del catalogo — «del carattere convenzionale delle regole con le quali la tradizione stabilisce il contatto dell'uomo con la natura ». Avendo, tale vieta convenzione, nutrito per esempio l'arte meschina degli Impressili nisti, era giusto che il Riopelle p&«sasse € al non-figurativo nei modi del tnc7iis7iie e dello sgocciolare sulla linea d'invenzione pollockiana ». Il risultato è che qui vediamo delle vaste superflcl gremite di colore denso, solidificato quasi In tessere di mosaico, di gustoso effetto decorativo, da tappeto rustico Nei quadri più recenti pero 11 segno si scioglie dal fitto impasto con una volontà di autonomia. ... il più dolce del mondo, e può essere il più amorale. Un paesaggio per me Immensamente caro, ed anche troppo caro», diceva l'altro giorno su queste colonne Guido Piovene del paesaggio veneto. Ora chi conosce la finezza psicologica, la capacità analitica di penetrare la spiritualità di un luogo, di una terra, corno un'anima od una condizione umana, di questo scrittore, immagina qual capolavoro di Introspezione morale egli abbia potuto darci illuminando d'una luce tutta sua. personalissima, «la civiltà di villa veneta > dal Cinquecento al Settecento, e Introducendoci cosi nel panorama Incantevole, fisico e intellettuale che si svolge lungo la Riviera del Brenta da Fusina nel retroterra veneziano a Noventa presso Padova. E' la prefazione, una delle pa ginc più ammirevoli che mai il Piovene abbia scritto, atl un superbo album. Ville del Brenta, ora edito da «Il Polifilo» di Milano, dal lesto composto e impresso a mano su earte magnifiche, che contiene — scelte e conimeli-' tate sagacemente e dottamente ila Licisco Magagnato — clnquantanove tavole tratte da due opere famose- la raccolta di stampe in titolata La Brenta quasi borgo della Città di Venezia luogo ili delizie dei l'rurfi Patrizi, del po ligrafo, geografo, cosmografo ge malissimo veneziano Vincenzo Coronelli (1650-1718) e i due volumi di centoquaranta incisioni pubblicate fra II 1750 ed il 60 dall'acquafortista Glànfranccsco Costa (Venezia. 1711-1772) con II titolo Delizie del fiume Brenta espresse ne' palazzi e casini sopra le sue sponde. Le tavole riproducono In duplice visione le più celebri o tipiche di queste < delizie », parecchie delle quali, come la Villa Corner a Oriago, la Bernardi Valier a Stra, la Contarmi e la Bembo alla Mira, oggi scomparse, altre, come la Villa Contarmi dei Leoni alla Mira, la Gradcnigo a Oriago, la Alessandri alla Mira, la Priuli alle Ganiharare, la Foscarini a Stra, decadute o deturpate o manomesse da rifacimenti, aggiunte, restauri, di stili posteriori. L'album perdo ha anche un prezioso valore documentario di un mondo scomparso Duplice visione, s'è detto, perché di ogni edificio, dopo il commento storico ed esegetico del Magagnato, la prima tavola ch ne presenta il semplice e spo glio disegno arclnleltonico quale era nelle intenzioni illustrative del Coronelli; mentre la seconda, che riproduce l'incisione ilei Costa, il quale subì nell'acquaforte l'inevitabile influenza del Cana letto, ci offre la villa" nel suo ambiente paesistico pittoresco, spesso animato da scene fluviali e macchiette, e ci rivela quindi anche il costume che caratterizza, oltre' li fatto propriamente costruttivo, quella che con felice espressione il Piovene ha definito «civiltà di villa ». Molto s'è scritto e pubblicato, coi riferiménti più vari letterari e pittorici, dal Cornerò al Goldoni da Pietro Longhi a Giandomenico Tiepido, sulla Riviera del Brenta Ma raramente, con tanta felicità di esiti come in questo libro stupendo, l'intuizione poetica d'uno scrittore eccezionalmente sensibile quale il Piovene. e la competenza di uno studiosa quale il Magagnato, si allearono per restituirci presenti e vive le immagini di un'arte e di una società che il tempo ha estinto. mar. ber.

Luoghi citati: Milano, Padova, Parigi, Stra, Venezia