Accordo tra Segni e Popovic per le minoranze e la frontiera

Accordo tra Segni e Popovic per le minoranze e la frontiera Conclusa la visita del Ministro degli JDstei*i Jugoslavo Accordo tra Segni e Popovic per le minoranze e la frontiera Il "memorandum d'intesa,, su Trieste verrà ratificato dal Parlamento - La commissione incaricata di delimitare il confine riprenderà subito le trattative - Probabile un incremento degli scambi commerciali - L'udienza in Quirinale e una conferenza alla stampa estera (Dal nostro corrispondente) Roma, 3 dicembre. Ultima giornata delle conversazioni italo-jugoslave: dopo due colloqui di Segni e Popovic con la partecipazione di entrambe le delegazioni, la firma di una convenzione consolare e di assistenza giudiziaria e di un accordo culturale, una visita al Capo dello Stato, e una conferenza-stampa del ministro jugoslavo ai giornalisti italiani e stranieri, è stato pubblicato un lungo comunicato congiunto. Al documento si era lavorato con impegno per molte ore. Da parte jugoslava c'era una tendenza a menzionare con più dettagli i problemi del disarmo, della funzione dei Paesi neutrali e dei Paesi sottosviluppati; da parte italiana si preferiva insistere sui rap porti bilaterali. Il comunicato, alla fine, è stato redatto in modo da soddisfare a gran parte delle esigenze degli uni e degli altri e la sua lunghezza è in parte dovuta al bjso gno di equilibrare le due parti del documento. Il documento dice che i col loqui, franchi e comprensivi, hanno consentito un < ampio sguardo d'insieme > sulla situazione generale e un esame particolareggiato dello stato attuale dei rapporti bilaterali. Per i problemi di maggior portata internazionale le. due parti considerano che la soluzione va ricercata attraverso negoziati e indipendentemente dai diversi regimi politici. Si riconosce la necessità di un disarmo generale e controllato per il quale ogni iniziativa verrà appoggiata, si rivendica all'Orni 11 compito di salvaguardare e consolidare ia pace nel mondo, si dichiara che l'esistenza di uno squilibrio tra i Paesi più progrediti e quelli insufficientemente sviluppati -, rappresenta un « focolaio permanente di difficoltà e di tensione » che occorre sanare al più presto. Sul piano bilaterale è stato constatato, dice 11 comunicato, il notevole progresso dei rapporti reciproci e l'esistenza di possibilità favorevoli ad Una più stretta collaborazione; l'andamento degli scambi commerciali è ottimo e fa sperare in ulteriori incremen ti; per la riforma valutaria jugoslava l'Italia ha confermato la propria partecipazione enei limiti e con le modalità da convenirsi, anche d'accordo con gli altri Paesi interessati »; progrediscono gli scambi culturali, scientifici e tecnici. Si è discusso di alcune questioni pendenti — continua in ss i a sostanza 11 comunicato —, e specialmente di quella delle minoranze: le due parti hanno deciso di « intraprendere ulteriori misure in accordo con gli obblighi esistenti e le norme costituzionali » per una equa e soddisfacente soluzione e sono d'accordo sulla ripresa delle trattative per la delimitazione della frontiera. In generale, conclude il documento, è stata affermata la precisa volontà di sviluppare i rapporti di buon vicinato. Perciò la visita di Popovic < ha rappresentato un passo significativo nello sviluppo dei rapporti italo-jugoslavi ». Popovic, informa il comunicato, ha rivolto a Segni l'invito di recarsi a Belgrado, e Segni ha accettato. Le due conversazioni odierne non hanno aggiunto molto, per quel che riguarda 1 problemi internazionali, a ciò che era stato detto ieri. Oggi ci si è maggiormente dedicati ai problemi, in. un certo senso, minori dei rapporti tra 1 due Paesi. Come spesso accade, sono appunto le questioni particolari e più minute quelle che si rivelano più delicate. Così è accaduto quando si e parlato dell'applicazione del < memorandum di intesa > per Trieste del 1954 (i diritti delle minoranze) che il Parlamento di Roma (ove non si vorrebbe riprodurre a Trieste il caso di Bolzano) non ha ancora ratificato e che Belgrado vorrebbe fosse esteso anche a Udine. Su quest'ultimo punto, naturalmente, l'Italia non è d'accordo. Ma ha assicurato che procederà al più presto alla ratifica del memorandum del '54 in maniera che la situazione, nei limiti precisi degli accordi stipulati sei anni or sono, si normalizzi. La Jugoslavia ha accettato alla fine questa soluzione: metterà effettivamente in funzione al più presto anche la commissione per la frontiera, che fino ad ora non aveva svolto, secondo Belgrado, una intensa attività. Insomma, l'ac cordo è stato raggiunto sulla base di una applicazione, quanto più possibile rapida, dei patti stipulati a suo tempo, ma con l'esclusione di ogni modifica e di ogni estensione, sia pure formale, delle concessioni fatte dall'Italia a suo tempo. Il discorso sulle riparazioni di guerra, aperto, ma senza molto impegno, dagli jugoslavi, è rimasto in sospeso. Per quel che concerne l'aiuto a Belgrado per la riforma valutaria jugoslava, Popovic avrebbe desiderato uno sforzo maggiore di quello già convenuto da pvndiilpcltP parte italiana. Segni ha fatto valere le nostre esigenze e la necessità di rimanere nel quadro della procedura e degli impegni del Fondo monetario internazionale. L'atmosfera è stata fino all'ultimo cordiale: veramente, per ammissione dei diplomatici italiani e di quelli jugoslavi, l'amicizia fra i due Paesi risulta rinsaldata. Nella sua conferenza-stampa Popovic ha criticato l'atteggiamento della Cina e ha definito < buoni > i rapporti fra Mosca e Belgrado. Per quelli fra Stato e Chiesa in Jugoslavia, non esiste un < mezzo specifico > per superare i contrasti, ma essi migliorano. Per diminuire la tensione fra Est e Ovest una conferenza al vertice non basta: ciascuno deve fare uno « sforzo su se stesso > al fine di rendere possibile un accordo. Popovic e la consorte hanno offerto stasera un pranzo in onore di Segni e domattina la- sceranno Roma. m. t. o n Il presidente Gronchi, il ministro degli Esteri jugoslavo Kocia Popovic e Con, Segni si preparano a posare per 1 fotografi dopo i colloqui al Quirinale (TeMoto)

Persone citate: Gronchi, Kocia Popovic, Popovic