Anche l' Italia dovrà dare impulso alla produzione industriale degli isotopi

Anche l' Italia dovrà dare impulso alla produzione industriale degli isotopi APERTO IERI A MILANO UN "SIMPOSIO., INTERNAZIONALE Anche l' Italia dovrà dare impulso alla produzione industriale degli isotopi L'iniziativa è stata della Società Ricerche Impianti Nucleari che dispone del modernissimo centro di Saluggia -1 radioisotopi sono ormai una merce "competitiva,, con cataloghi e prezzi - Servono a molti usi, ma col tempo si deteriorano (Dal nostro inviato speciale) Milano, 26 novembre. In concomitanza con la 5a Mostra dell'automazione e della strumentazione, che s'è tenuta questa settimana in un vasto padiglione della Fiera di Milano, si è aperto oggi un simposio, cui partecipano studiosi italiani e stranieri, e che ha per tema le applicazioni industriali dei radioisotopi. La riunione è stata promossa dalla Società ricerche impianti nucleari, che possiede, col centro di Saluggia, dotato di un grande reattore, quanto di meglio sì richiede per la fabbricazione e la sperimentazione degli isotopi radioattivi. Il termine « isotopo > è moderno ma non nuovissimo. Fu inventato nel 1913 dal fisico inglese F. Soddy per indicare delle sostanze differenti fra loro, ma di pochissimo, anzi tanto simili che per l'appunto sino a quell'anno nessuno si era accorto che dovessero andare distinte. Ma giusto allo ra si scoprì che il gas neon, quello che poi venne immesso nelle insegne luminose a dare la bella luce arancione, è in realtà una miscela di due gas, in tutto uguali, ma dì cui l'uno pesa poco più che l'altro: si disse che il neon ha due isotopi. Poi via via una tale indagine fu estesa ad altre sostanze: e ognuna si presentò alla fine suddivisa in un certo ' numero di sottospecie, di uguali proprietà .chimiche, ma con piccole differenze di peso L'idrogeno risultò avere tre isotopi, il carbonio cinque e /uranio una decina. Un grande impulso alla conoscenza di queste sostanze venne, negli ultimi tre lustri, dalle pile nucleari. Dì conseguenza il termine isotopo, quasi sempre accompagnato con l'attributo < radioattivo >, è divenuto popolare. Gli isotopi radioattivi infatti (detti anche radioisotopi o radioelementì), sono i più utili e i più interessanti; e con le pile è facile ottenerli. I nostri lettori sanno che, in ciascuna di queste fornaci atomiche, c'è una densa atmosfera fatta dì particelle, i neutroni, i quali hanno la proprietà di insinuarsi nel cuore degli atomi, nei nuclei di essi, di attaccarvisi, con il duplice risultato di appesantirli (creando cioè isotopi più pesanti) e di renderli instabili (cioè radioattivi).' Qualunque sostanza sia messa in quella atmosfera tende ad assumere una radioattività che dura più o meno tempo anche quando ne sia poi estratta. (Come e perché ciò avvenga è spiegato ottimamente nell'agile e sue coso libretto di D. .1. Hugues, Fisica del neutrone, edizione Einaudi, Torino). E' una proprietà delle sostanze radioattive, siano esse naturali o artificiali, che dovunque si trovino o si muovano, o anche quando entrino a; far parte di composti chimici, sempre le accompagna un alone di particelle tempestate tutto all'intorno; alone invisibile ai nostri occhi ma percepibile con gli strumenti. Di ciascun radioisotopo si sa che esso emette radiazioni di un certo tipo, con una certa intensità, decrescente nel tempo secondo una legge ben determinata. Per questa proprietà i radio¬ isotopi si prestano alla soluzione di innumerevoli problemi tecnici. Entrati di recente nell'industria, a cominciare là dove prima e più attivamente si svilupparono gli studi nucleari, essi trovano di giorno in giorno dilatato il campo delle applicazioni. In grosse cifre oramai si valutano i profitti che il loro impiego ha portato in parecchie tecnologie. Grazie ad essi si possono misurare spessori, densità, livelli, gradi di umidità, velocità di correnti d'aria e di vie d'acqua sotterranee; si possono trarre ragguagli sull'usura di parti di macchine soggette ad attrito, e sulla corrosione dei metalli in generale; si possono fare analisi chimiche di estrema accuratezza. Essi sono applicati nell'industria tessile come in quella petrolifera, si prestano a radiografare pezzi metallici, cosi come alla preparazione di vernici luminescenti. Tralasciamo le innu merevoli applicazioni che trovano in campo biologico, perché ess sono estranee a q sto simposio. Oramai i radioisotopi sono una merce; ne corrono sul mercato i cataloghi con le in dicazioni delle caratteristiche e del prezzo. Una industria che voglia essere competitiva sul piano internazionale difficilmente può trascurare a lungo l'impiego di essi nei prò cessi tecnologici Ci sono almeno due ragioni perché sorga da noi una produzione autono ma degli isotopi radioattivi. La prima è che queste sostan ze si smorzano col tempo Ce n'è che durano molto, dei decenni, ma altre in pochi mesi dimezzano l'attività iniziale (per non parlare di quelle che hanno vita di pochi secondi e ancor meno): perciò tanto più è facile adoperarle, quanto più sono fabbricate vicino al luogo di impiego. La seconda ragione è che sugli isotopi e sulle applicazioni di essi si vanno moltiplicando i brevetti e il denaro speso per pagare i brevetti stranieri pesa e e volte pesa molto sul costo della produzione. Queste sono come è stato detto uscite invisibili ma reali. E' bene perciò che, approfittando della presenza nernostro paese di reattori di ricerca (come quelli di Ispra, Saluggia e della Casaccia), si dia impulso da noi alla produzione dei radioisotopi e se ne studino a fondo gli impieghi. Didimo ( 111111 ! > 11:111111111 m 11111111111111111111 n 11111 11

Persone citate: Casaccia, Einaudi

Luoghi citati: Ispra, Italia, Milano, Saluggia, Torino