Sciagura sull'autostrada: tre morti e due feriti

Sciagura sull'autostrada: tre morti e due feriti Per un pericoloso sorpasso, all'imbocco del ponte sulla Dora Baltea Sciagura sull'autostrada: tre morti e due feriti Un furgoncino di Milano si sposta sulla sinistra e va a cozzare contro un'autocisterna: l'autista ucciso, il camionista all'ospedale - Il pesante veicolo, carico di duecento quintali di kerosene, sbanda rovesciandosi sul prato e travolge una "500„: deceduti il guidatore ed un compagno, gravissima una bambina di undici anni - Due altri incidenti mortali Tre morti e due feriti sono 11 tragico bilancio di una sciagura verificatasi ieri alle 14 sull'autostrada per Milano, fra i caselli di Rondissone e Cigliano e più precisamente all'Imbocco, per chi viene da Torino, del ponte sulla Dora Baltea. A quell'ora il traffico era normale, non c'era nebbia che ostacolasse la visibilità. Proveniente da Milano e diretto all'aeroporto di Casello viaggiava un'autocisterna con rimorchio. Nella cabina di guida erano 11 proprietario del veicolo, signor Giorgio Vlberti di 29 anni, domiciliato nella nostra città In via Derna 250, e l'autista Edmondo Morisi di 41 anni, abitante anch'egli a Torino in via Aosta 29 con la móglie e tre figli. I due serbatoi ds«rgVi3e«scdGsBgtdGli imiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii dell'autocisterna contenevano ciascuno circa diecimila litri di « kerosene >, uno speciale carburante per gli aviogetti. Sulla scia dell'autobotte viaggiava una «Nuova 500» targata Vercelli 55.381. Al volante sedeva il proprietario. Elmo Berghino di 39 anni, residente a Borgo d'Ale e proprietario del bar-ristorante « Roma » di via Matteotti 12. Al suo fianco era il capomastro Marcello Slitto, di 49 anni, anch'egli domiciliato a Borgo d'Ale in via Giordano Bruno. Sul sedile posteriore si trovava la figlia del Berghino, Marisa, di 11 anni. Dalla direzione opposta sopraggiunse un camioncino « Ford » targato Milano 442.322 e pilotato dal rappresentante di commercio Giuseppe Beggio, residente nella iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii città lombarda in via Canonica 22. Il camioncino, carico di accessori per bagni e toelette, stava rientrando a Milano da Torino. Il disastro fu provocato — per cause in fase di accertamento — da quest'ultimo veicolo. Per effettuare, un sorpasso la « Ford » si era spostata al centro della strada: ma, data la velocità, sbandò sulla sinistra, andando a urtare contro la ruota anteriore sinistra dell'autocisterna. Lo sterzo di quest'ultima probabilmente si bloccò provocando lo sbandamento a sinistra della motrice e del rimorchio. Con un pauroso volo, l'autocisterna usci di strada precipitando, rovesciata, in fondo al pendio per una quindicina di metri. Contemporaneamente il camioncino, dopo due giravolte, rimbalzava all'indietro e ruzzolava nella scarpata opposta. Purtroppo, lo spaventoso urto coinvolgeva anche la «600» del Berghino. L'utilitaria veniva travolta dal rimorchio dell'autocisterna, fermandosi sul bordo sinistro dell'autostrada. La situazione si presentò | subito tragica. Il Vibertl, che era riuscito a balzare dalla cabina prima che l'autocisterna precipitascercò di dare l'allarme con grida e agitando le braccia. Il guidatore del camioncino giaceva cadavere tra i rottami. Del tre occupanti della < 500 », solo la bambina dava segni di vita, con urla disperate. Il padre e il Sutto rantolavano, nell'agonia. Una minaccls; atroce Incombeva sul Morisi, imprigionato nella cabina dell'autobotte. Il serbatoio si era aperto, il « kerosene » defluiva, a flotti allagando il terreno. Sporgendosi dal finestrino, l'autista invocava soccorso: «Giorgio, aiutami, tienimi su la testa, che annego ». ■ Il .Vibertl accorreva, per sorreggere il compagno. Qualche automobilista si era fermato subito dopo il sinistro, ma l'odore del carburante e la paura di uno scoppio lo indussero alla codardia: riparti abbandonando al loro destino gli sventurati. Altri automobilisti scesero per prestare soccorso alle vittime. Il Morisi, liberato mentre già boccheggiava per 1 vapori del « kerosene », era subito portato all'ospedale di Chivasso. La prognosi è di trenta giorni, per una contusione all'orbita sinistra, ferita all'orecchio e stato di choc. All'ospedale di Cigliano veniva portata invece la povera Marisa, che aveva la frattura di un femore, di alcune costole e lesioni in tutto il corpo. Di fronte alla gravità delle sue lesioni, il dott. Vigilano — dopo le cure più urgenti — consigliò di trasferirla a Torino, al Maria Vittoria nel reparto del prof. Re. Il dott. Moselll la sottopose immediatamente ad un atto operatorio. Come abbiamo detto, per il Beggio non c'era più nulla da fare: era deceduto sul colpo. E' stato trasportato all'obitorio di Cigliano. Il Berghino e il Sutto si spensero prima di arrivare all'ospedale di Chivasso. Sul posto Illllllllllllllllllllllll IMI 111 ri 111911 i 11111d accorrevano 1 carabinieri e la « Stradale », Insieme al Pretore di Chivasso. Per scongiurare il pericolo di scoppio del carburante, venivano chiamati i vigili del fuoco di Torino. Le autopompe e 1 getti schiumogeni non furono messi In funzione perché il terreno aveva già assorbito i 10 mila litri di « kerosene ». Il traffico è rimasto interrotto un'ora, per altre cinque ha proceduto a rilento perché l'auto-gru del pompieri ingombrava la strada nell'opera di rimozione del veicoli. Il furgone e la cabina dell'autobotte dopo lo spaventoso urto. Due vittime: Berghino e Slitto. La bimba del Berghino, Marisa di 11 anni