Fréjus di nuovo allagata danni ingenti, ma nessuna vittima

Fréjus di nuovo allagata danni ingenti, ma nessuna vittima Fréjus di nuovo allagata danni ingenti, ma nessuna vittima La popolazione fatta sgomberare per tempo - Le strade e la ferrovia sono in parte interrotte; ma è tornato il sole, non c'è più pericolo immediato (Nostro servizio particolare) Fréjus, 23 novembre. Una giornata di sole ha fatto il miracolo: le acque del Reyran che, rotti gli argini a monte dell'Arena romana, ave vano invaso ierl sera " bassa, costringendo molte famiglie a sgomberare le case su barche, sono defluite in mare lasciando la possibilità di riattivare le comunicazioni sulle strade interrotte. La pioggia, violentissima nelle ultime giornate, ha cessato di cadere a mezzanotte. Stamani il fango copriva le strade, ma l'acqua, ieri alta tre metri, non costituiva più un pericolo. La linea ferroviaria, interrotta per 300 metri, è stata riattata su un solo binario a tempo di record. La popolazione, che ieri sera era terrorizzata dal ricordo della tremenda inondazione del 2 dicembre 1959, oggi, alla luce del sole, ha ripreso coraggio. I danni materiali sono ingerii (centinaia di milioni di lire) ma non vi sono vittime. -Tuttavia la nuova inondazione, sia pure non paragonabile alle precedenti, ha dimostrato l'urgenza di costruire al Reyran un più ampio letto e robusti argini, in grado di contenere la massa delle acque. I lavori furono decisi tempo fa, ma rinviati per le consuete lentezze burocratiche. Se ieri i danni non sono stati drammatici è perché le autorità locali hanno previsto la rottura degli argini e interrotto tempestivamente le comunicazioni stradali e ferroviarie, avvertendo le famiglie della città bassa, una per una, senza suonare la sirena. Il panico è stato evitato e le misure di salvataggio hanno potuto funzionare assai bene. Se però i lavori di ricostruzione non verranno affrettati e compiuti teinendo conto della situazione di questa zona, non si potrà evrtare che si ripetano nuovi allagamenti e si moltiplino i danni. m. r.

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