Trovata in mare la barca dei due ergastolani fuggiaschi
Trovata in mare la barca dei due ergastolani fuggiaschi Trovata in mare la barca dei due ergastolani fuggiaschi La scoperta fatta da pescatori presso Precida - Lo scafo è senza indicazioni regolamentari e pitturato a nuovo - Questo particolare proverebbe che gli evasi hanno avuto dei complici a Ventotene - Una taglia di 5 milioni del Ministero vdrsdmzqspnsl1tremNSembra confermatala prima(Dal nostro corrispondente) Napoli, 21 novembre. La barca di cui i due ergastolani, Benito Lucidi e Antonio Piermartino, si sono serviti per fuggire da « Santo Stefano » è stata ritrovata: è un < gozzo » a remi, di quelli usati dalla gente di mare nel golfo di Gaeta. Il < legno » misura 5 metri di lunghezza e uno e mezzo di larghezza, e (particolare importante) non ha nessuna delle indicazioni regolamentari prescritte dalle Capitanerie di porto, cioè il nome 0 la matricola e il compartimento. Ciò significa che i due ebbero certamente dei complici a Ventotene. La stessa vernice fresca prova che chi fornì ai due quella barca, prevedendo le conseguenze penali cui si esponeva, si preoccupò di raschiare le indicazioni che potevano far risalire al proprietario del mezzo, ripitturandolò quindi a nuovo. La scoperta è stata fatta da alcuni pescatori di Posillipo, che dalla Gaiola si recavano al loro lavoro. Il mezzo venne trovato presso l'isola di Procida. 1 pescatori sono: Gennaro Postiglione, Giosuè Luongo, Pasquale Di Luccio e Antonio Agrillo. Quest'ultimo è anche domestico personale del barone Paolo Giovanni Langhein. La polizia ha sequestrato la barca. Circa le conseguenze della scoperta, esse sono molto varie. I due potrebbero essere scesi sulla terraferma, ma potrebbero anche aver raggiunto con la barca un motopeschereccio ad un appuntamento precedentemente concordato. L'opinione prevalente questa sera è che 1 due evasi si trovino ancora nel golfo di Napoli. Stamane all'alba il rimorchiatore Tenace, della Marina militare, è partito da Napoli con sessanta uomini, fra agenti e carabinieri. Vi erano inoltre otto cani-poliziotto. Il mezzo si è diretto a Ventotene. L'invio di questo rinforzi era dovuto alla necessità di compiere un accurato rastrellamento di tutta l'isola. La decisione era stata presa dopo la scoperta in una campagna delle uniformi da ergastolani di Be nito Lucidi e di Antonio Piermartino, evasi giovedì scorso dal penitenziario di Santo Stefano e sui quali questa sera il Ministero degli Interni ha posto una taglia di cinque milioni. Dopo il ritrovamento della barca dei due ergastolani, è probabile che le ricerche vengano trasferite nell'Isola di Procida e lungo la costa del continente. versione sulle caratteristiche della fuga. I due riuscirono veramente a segare le massicce sbarre della loro cella, nascondendo il morso fatto dalla lima nel ferro mediante rappezzi compiuti con del cerotto, sul quale era stata passata la stessa tinta rossa con cui sono dipinte le inferriate di quel penitenziario. Quando venne l'ora stabilita, I due, poiché il regolamento dice che dalle 16 alle 19 i detenuti sono liberi di ritirarsi nelle celle per impiegare quel tempo come credono, essi salirono nella loro, e, rimosso il cerotto, con un lenzuolo tagliato a strisce ed usato come corda si calarono giù. Cinque cani poliziotto, di cui due della'Scuola dei Carabinieri di Firenze (Arno e Basco) e tre del Centro della polizia di Nettuno (Jalk, Buff e Bero), cui erano stati fatti annusare alcuni indumenti degli evasi, hanno percorso il loro esatto cammino. c- «•
Persone citate: Antonio Agrillo, Antonio Piermartino, Benito Lucidi, Gennaro Postiglione, Giosuè Luongo, Paolo Giovanni, Pasquale Di Luccio
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