La dc è solidale con Fanfani e respinge la polemica di Tambroni di Michele Tito

La dc è solidale con Fanfani e respinge la polemica di Tambroni La dc è solidale con Fanfani e respinge la polemica di Tambroni Nota del "Popolo,,: "Abbiamo sempre difeso, anche in condizioni difficili, la libertà contro tatti gli estremismi totalitari,, - "Nessuna concessione alla violenza antidemocratica, nessuna scelta in senso fascista,, - Passo di Gai presso l'ex-presidente? (Dal nostro corrispondente) Roma, 16 novembre. Il settimanale ufficiale della de La discussione uscirà domani con in prima pagina una grande fotografia dell'on. Fanfani: e la didascalia ripete la frase che, pronunciata da lui ad Arezzo, ha determinato la interpellanza dell'on. Tambroni. E' questa, molto significativa, la laconica risposta del partito di maggioranza all'ex-presìdente del Consiglio. Il popolo di domani, per conto suo, pubblicherà una breve nota, nella quale si chiarisce che l'organo della de non ha l'abitudine di occuparsi di iniziative parlamentari non concordate con il partito. « Ciò è tanto più comprensibile in questo caso.che, per la notorietà delle persone e per la obiettiva importanza del fatti richiamati, non può non destare meraviglia e rincrescimento ». « Il voto del 6 e 7 novembre non può essere concepito come dato ad un partito che abbia ceduto alla violenza antidemocratica o, invece, abbia fatto una scelta in senso fascista. E' stato dato ad un partito che per parte sua ha fatto solo scelte democratiche, ha perseguito con ogni impegno l'instaurazione di basi democratiche di governo, ha sempre difeso, anche in condizioni di estrema difficoltà, la libertà del popolo italiano contro tutti gli estremismi totalitari. La linea del partito è valida per tutti i democratici cristiani e costituisce l'indirizzo di fondo della vita politica italiana». La direzione de, venuta in possesso, dopo una indagine accurata, della certezza che dietro l'interpellanza di Tambroni non esiste alcuna forza organizzata, né interna né esterna al partito, ha rimandato a lunedì la riunione già fissata per venerdì: si pensa che nel frattempo il «molto rumo re » che s'è fatto sarà cessato. Su quello che intende fare Tambroni si hanno notizie con traddittorie. Da una parte si assicura che egli stesso abbia fatto dei passi per ottenere dal partito che non sia dato peso alla sua «sortita». Dall'altra sembra che, convocato dell'on. Gui, presidente del gruppo parlamentare, per una spiegazione, non si sia recato all'appun tamento, confermando così il proposito iniziale di andare < fi. no in fondo». Con chi e con quanti Tambroni pensi, eventualmente, di andare « fino in fondo » non si sa. Gli stessi democristiani non ne hanno idea. I dirigenti non riescono a trovare parlamentari che si mostrino disposti a sostenere ancora l'ex-presidente del Consiglio, con 11 quale nessuno, ad eccezione di quattro deputati in posizione particolare, perché sospettati di aver fatto parte del gruppo dei < franchi tiratori », si dichiara solidale. _ ^Sf^.T'^^chiamato in causa anche il presidente della Camera, Leone, affermando che egli aveva suggerito modifiche formali al- l'interpellanza, per renderla proceduralmente accettabile e politicamente più efficace. La notizia è smentita: Leone non ha potuto suggerire alcuna modifica perché il testo del documento fu reso pubblico pochi minuti' dopo essere stato consegnato direttamente al segretario generale della Camera, Piermani. Ciò non esclude che il testo debba essere modificato perché Tambroni basa il suo < diritto > di sapere sul fatto d'avere taciuto per quatta» mesi. II silenzio, breve o lungo che sia, non interessa 11 regolamento. Stamane c'è stata una riunione fra « tambroniani ». Secondo un'agenzia erano presenti «numerosissime personalità», anche non amiche dell'ex-presidente del Consiglio, ma egualmente avverse alle giunte di centro-sinistra. Fatti i debiti controlli, è risultato che all'incontro hanno partecipato urta decina di persone e quasi nessun parlamentare. C'è poi la questione delle giunte difficili. Una riunione degli esponenti de ha avuto luogo oggi intorno all'on. Moro. Si è parlato, in particolare, della posizione dei liberali, il cui leader, Malagodi, ieri sera, aveva avuto un nuovo scambio di idee con Moro e stamani con Sceiba. Il progetto di dar vita a giunte di minoranza non è stato considerato conveniente. La destra de ed una parte dei «dorotei» rimangono ostili a formazioni di centro-sinistra; i socialisti esigono «scelte programmatiche ». L'on. Saragat ha letto un rapporto alla direzione del psdl ed ha in pratica illustrato la posizione del partito, che si pronuncia per giunte di centro sinistra, aggiungendo che la socialdemocrazia ha offerto una soluzione chiara e ragionevole e che spetta ora agli altri partiti decidersi: il psdi non parteciperà, comunque, a giunte di minoranza con l'appoggio di forze di destra. Togliatti alla direzione comunista si è espresso, invece, per giunte frontiste con repubblicani e social-democratici, ignorando i rifiuti che gli sono | già pervenuti. Conclusione: la lSuJ^ delie giunte non è ancora venuta al momento delle decisioni. Michele Tito

Luoghi citati: Arezzo, Roma