7.735 gli immigrati di ottobre la cifra più alta in 15 anni

7.735 gli immigrati di ottobre la cifra più alta in 15 anni Dall'inìzio dell'anno sono giunte 50.453 persone 7.735 gli immigrati di ottobre la cifra più alta in 15 anni Nello stesso mese gli emigrati sono stati 1865 - Dal 1° gennaio Torino è aumentata di 146 abitanti al giorno - La popolazione (tra residenti e clandestini) supera ormai il milione di abitanti In ottobre gli immigrati a Torino sono stati 7735; la cifra più alta che si sia verificata nel dopoguerra. Gli emigrati sono stati 1865. Dall'inizio del '60 sono giunte nella nostra città 50.453 persone: se ne sono allontanate 16.356. Se il movimento migratorio manterrà il medesimo ritmo anche in novembre e dicembre (ogni anno gli ultimi mesi sono quelli che registrano le punte maggiori), l'aumento della popolazione dovuto all'eccedenza degli immigrati sugli emigrati toccherà nel '60 le quote più elevate del quindicennio seguito alla Liberazione. Non . solo: ma il numero degli immigrati, in assoluto, supererà anche il primato finora spettante al 1957 con 51.925 unità. La popolazione di Torino ha già sicuramente sorpassato il milione di abitanti: 982 mila sono i residenti, regolarmente registrati in anagrafe: non si va lontani dalla verità pensando che i clandestini siano almeno 50 mila (a Milano si calcola siano 250 mila). In 301 giorni, quanti ne sono trascorsi dal primo gennaio al 31 ottobre, 165 persone in media ogni giorno hanno chiesto a Torino — alle industrie, agli uffici, al commercio, agli enti pubblici e privati, all'edilizia aiuti, lavoro, una casa. Ogni giorno hanno lasciato la città 54 persone. Vuol dire che la popolazione è cresciuta giornalmente, per effetto della sola immigrazione di 111 unità. Di altre 35 unità quotidiane in media è aumentata a causa della prevalenza dei nati sul morti. Anche l'eccedenza delle nascite è un fenomeno connesso con la immigrazione: fino a qualche anno fa Torino aveva un numero di nati inferiore ai morti. In totale, 146 cittadini nuovi ogni giorno: un saldo attivo superiore a quello di tutte le altre città italiane. Perché tanti immigrati, perché questo acuirsi del fenomeno nei mesi di agosto-ottobre? L'attrattiva dei lavoro nelle industrie torinesi, soprattutto grazie alla favorevole congiuntura della primavera scorsa e al rapido assorbimento di mano d'opera, ha incoraggiato chi già si trovava sul posto a chiamare i parenti lontani. Il tempo di liquidare le poche cose nei paesi d'origine, ed eccoli qui per l'autunno. Purtroppo le condizioni del mercato non sono ora favore voli come qualche mese fa. A parte il settore edilizio che grazie alle opere per il '61 dà impulso anche alle altre attività collegate, per il resto si delinea una leggera pausa stagionale. L'ufficio di collocamento del Ministero del Lavoro precisa: nel periodo precedente alle ferie l'assorbimento della manovalanza aveva as sunto un ritmo celere. Adesso, come ogni anno, si è rallen tato. Dovrebbe riprendere do po febbraio. Le provenienze degli immi grati. Ne abbiamo parlato più volte, e possiamo riassumerle brevemente così: 36r/0 piemontesi, 10% veneti, 6% lombardi e liguri, 9% dell'Italia centrale, 37% del Sud e delle isole. Abbiamo anche fatto notare altra volta che di quel 36% che risultano immigrati dai centri del Piemonte, non tutti sono del luogo: una parte, non trascurabile, è formata dagli abitanti di altre regioni, per lo più veneti o meridionali, che nell'impossibilità di compiere il salto direttamente dai paesi d'origine alla grande città, n'discmt'tlggdmnps«pnch2tvmasltmditddvstiiiiimiiiiimiiiiiiiii iimiiiiiiimiii nei piccoli comuni. Nel solo '59 sono immigrate a Torino dai 23 comuni della « cintura industriale » circa 6 mila persone. La popolazione della provincia, compresa la città, è aumentata dal '51, data dell'ultimo censimento, alla fine del '59, di circa trecentomila unità toccando un milione 706 mila abitanti circa. Per raggiungere questo risultato hanno giocato componenti diversi: la diminuzione degli abitanti in montagna e collina; l'aumento nei comuni industriali e soprattutto nel capoluogo. Interessanti, a questo proposito, sono alcuni dati del « Compendio statistico della provincia » edito in questi giorni dalla Camera di Commercio. Le valli Soana e Locana hanno perso, nel periodo '51-59, 2 mila abitanti, mille la montagna del Canavese, 3 mila le valli di Lanzo e altrettanto la media e bassa vai Susa; mille abitanti ha perso la vai Chlsone, mille la vai Pellice, mille la pianura canavesana orientale, 3 mila il basso Pellice. Altrove troviamo degli aumenti, alcuni dei quali considerevoli, dovuti allo sviluppo industriale: di 5 mila abitanti si è incrementato il circondario d'Ivrea; di mille Lanzo, di circa 7 mila la zona di Rivoli da Almese ad Alpignano. si sono fermati qualche tempo d2nindSpmrNdttmgmIinmdspadlrsappbndMlamleteai■ 111111111111111111111■ ■ 1111111111]111111111111ri11il1111l da Avigliana a Villardora; di 2500 i paesi delle colline di Pinerolo, di 12 mila la pianura industriale da Borgaro a Brandizzo, da Chivasso a Ciriè, da Settimo a Venaria. La cifra più grossa riguarda l'Incremento della popolazione di Torino: 227 mila in otto anni. Nello stesso periodo i comuni della «cintura» sono aumentati di 26 mila abitanti: in particolare 6 mila Moncalierl, 5 mila Nichelino. 4 mila Collegno, 4 mila Settimo; in minor misura gli altri centri.