L'annata agraria 1959-60 di Carlo Rava

L'annata agraria 1959-60 L'annata agraria 1959-60 Con il giorno 11 novembre — S. Martino — è finita l'annata agraria nelle regioni settentrionali d'Italia ed 1^ risultati sono purtroppo, per diverse colture, di mediocre entità. Si calcola che il reddito agricolo complessivo si sia ridotto, nei confronti del 1959, del 3,50 per cento, mentre per quello industriale è previsto un aumento del 13-14 per cento; pure in aumento risulta il reddito delle attività commerciali. I raccolti principali del 1960 sono stati .scarsi: il grano a causa delle piogge ha fornito una produzione media che si calcola sui 74 milioni di quintali, quantità insufficiente al fabbisogno nazionale ed inferiore di 10-15 milioni di quintali nei confronti di quella ottenuta nelle migliori annate. La produzione del granoturco è buona, specie nel settentrione, e si calcola di raggiungere i 37-38 milioni di quintali, incremento dovuto essenzialmente alla sempre maggior estensione dei mais ibridi. Per il riso la situazione è stata di recente segnalata su questo giornale, purtroppo le piogge di ottobre e novembre hanno ostacolato la raccolta (non ancora finita) con danni sensibili di varia natura. Si prevede una produzione di 6,4 milioni di quintali di risone, circa 800 mila quintali di meno nel confront; delle precedenti annate. Le piante industriali — bietola da zucchero, pomodoro, tabacco e canapa — hanno fornito raccolti mediocri con prezzi appena sufficienti e non ancora ben definiti tra le categorie. Per la vite si è avuto un raccolto molto scarso nel meridione, mentre nel settentrione la produzione è stata soddisfacente, però danneggiata dalle piogge, per cui i vini sono in parte buoni ed in parte mediocri La quantità di vino prevista si calcola sia di circa 50 milioni di ettolitri. Nel settore frutticolo le prò duzioni ed i prezzi sono stati soddisfacenti: si possono an. cora realizzare discreti reddlt se il coltivatore è esperto. Buone prospettive si ravvisano per l'olivo con una produzione prevista in 3 milioni e mezzo di quintali di olio. Nel settore zootecnico l'andamento è stato normale, poiché soro state regolate le importazioni ed il bestiame ha mantenuto un prezzo abbastanza stabile, mentre il latte ha avuto un certo miglioramento in varie regioni. Nell'allevamento s suino si sono notate gravi flessioni di prezzo (tuttora 280 lire al chilo peso vivo) e cosi, per un certo periodo, anche nei polli d'allevamento in seguito all'ingiustificato allarme della pratica dell'impiego degli ormoni per 11 capponaggio chi mico (gli allevamenti forniscono 200 milioni di polli). La produzione foraggera è stata abbondante, però di media qualità e consentirà di aumentare i capi di bestiame nei poderi. Nel complesso la situazione dell'agricoltura, da qualche tempo, è peggiorata ed è per questo che le associazioni di categoria richiedono l'intervento ed il coordinamento da parte dello Stato, affinché tale branca possa sviluppare ogni sua risorsa ed assicurare ai produttori un giusto reddito. Bisogna organizzarsi, associarsi e potenziare ogni attività individuale e cooperativa, Una spinta al progresso tecnico-economico-organlzzativo dovrebbe essere data dal < piano verde > attualmente ancora in discussione, ma di prossima attuazione. Carlo Rava

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