Molte e gravi le difficoltà per formare Ia giunta a Genova
Molte e gravi le difficoltà per formare Ia giunta a Genova Una città che riproduce fa situazione di numerose altre Molte e gravi le difficoltà per formare Ia giunta a Genova Si attendono decisioni dalle direzioni dei partiti - L'ex-sindaco Pertusio esclude una cosa sola: qualsiasi aiuto o appoggio missino - A Savona dissidio fra pei e psi - Gli altri grandi centri liguri (Nostro servizio particolare) Genova, 10 novembre. Città difficile per temperamento, Genova ha una < giunta difficilissima >. A dir meglio, non ha alcuna giunta in vista, mentre le difficoltà si vanno rivelando gravi e serie attraverso il gioco degli approcci fra i partiti, attraverso le trattative interne, spinose e a quanto pare drammatiche. I comunisti, imbaldanziti dall'avere conquistato un nuovo seggio nel consiglio comunale, passando da 21 a 22, sarebbero desiderosi di dare vita in qualche modo al sogno di riconquista di palazzo Tursi, dopo nove anni di attesa (il predominio comunista e socialista cessò nel 1951). Qualcuno dice che il pei sarebbe persino disposto a lasciare al psi la scelta del nuovo sirdaco, in cambio di una alleanza che vale 17 seggi. Ma la maggioranza non ci sarebbe, perché 22 più 17 fanno 39: alla prima votazione 27 democristiani, 6 socialdemocratici, 3 liberali, 1 repubblicano, 4 missini farebbero cadere la giunta con 41 voti contrari. La giunta di minoranza pcipsi sembra ipotesi assurda anche pensando alla tendenza del socialismo genovese, non tanto disposto a prendere sottobraccio il comunismo. Nell'attesa di decisioni con valore nazionale, il psi genovese non si pronuncia neppure sull'argomento d'una collaborazione con la de. Il sen. Barbareschi ci dice: «Le trattative locali non bastano. Noi aspettiamo le decisioni del partito per fare scelte e accordi su piano nazionale, senza equivoci ». Sembrando assurda l'ipotesi d'una giunta di minoranza comunista e socialista, restano due sole altre ipotesi, dibattute oggi con animazione e anche con violenza fra i responsabili democristiani: governo dc-psdi-pli-pri, accettando l'appoggio più o meno mascherato del msi (37 + 4 = 41) oppure * apertura» verso il psi. Ma la prima ipotesi è smentita dal candidato sindaco democristiano, l'avv. Pertusio, già sindaco di Genova dal 1951. Pertusio, uomo della Resistenza, ha già chiuso ufficialmente'è decisamente verso i fascisti. Egli dice agli amici: «Mai più con i missini. Li ho dovuti sopportare quando il loro appoggio era soltanto amministrativo, ho dato le dimissioni quando il loro voto aveva assunto un significato politico. Di tali esperimenti ne ho abbastan za>. Non c'è un sindaco, di ri ..cambio;. Pertusio. ha avuto 48:137 preferenze, mentre i de mocristiani meno ostili al msi non arrivano a tremila. Yale, inoltre, il ricordo delle giorna^ te di luglio, quando Genova insorse contro il riaffacci ar.si del fascismo. « Decideremo seguendo la volontà dell'elettorato ». ripe tono i responsabili della do genovese. Una tale volontà può essere variamente Inter pretata. La de genovese riflette intanto, e prende tempo. Una sua collaborazione con il psi eviterebbe il commissario governativo, ma incontra non poche difficoltà. Anche il ministro Taviani è a Genova, per discutere e trattare. La futura amministrazione genovese offre motivi d'inte resse che vanno oltre i confini regionali (fra i tanti motivi si ricordi che Genova è la città del- cardinale Siri). Nelle altre città liguri, invece, il problema delle giunte si fa più strettamente locale. A Savona comunisti e socialisti hanno conservato la maggioranza nel Consiglio comunale, con 21 seggi su 40, benché il pei ab bia perduto due consiglieri, come conseguenza dello «scan dalo Ghelardi », maturato in anni e anni, sotto sindaco co munista, con perdita di oltre un miliardo per le casse del comune. Il pei ha subito annunciato il ripetersi dell'alleanza col psi; l'Unità ha parlato di intese pre-elettorali, ma i socialisti l'hanno subito smentito. Non sembra, comunque, che possano esservi novità, anche se l'armonia fra i due partiti è a Savona molto dubbia. A Imperia la de ha guadagnato due seggi ed ora ne ha 16: potrebbe governare con la alleanza del psdi (3 seggi) degli indipendenti-liberali di « Intesa cittadina » raggiungendo la maggioranza di 21 su 40; ma i contrasti personali all'interno del partito e fuori sono tali da lasciare molti dubbi A Sanremo sembra fatto l'accordo fra de (19 seggi), psdi (3), «Sole e fiori» (fiori sti indipendenti, 3 seggi) e pli (1), con un totale di 26 seggi su 40. Sindaco sarebbe il de mocristiano avv. Francesco Fusaro. La lista dei meridio nali ha raccolto pochi voti, 668 in tutto, A La Spezia, infine, sltuazlo ne difficile: anche se la de ricorresse all'appoggio del msi, seguita per ipotesi da socialdemocratici, liberali e repubbli' cani, si avrebbe un totale di 25 consiglieri contro 25 comunisti e socialisti. Non resta altro che il commissario governativo, oppure un accordo col partito di Nenni: 18 democristiani, 8 socialisti, 3 socialdemocratici, disporrebbero d'una maggioranza di 29 consiglieri su 60. L'attesa, ancora una volta, è per le decisioni di Roma. Mario Fazio
Persone citate: Francesco Fusaro, Ghelardi, Mario Fazio, Nenni, Pertusio, Taviani
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