«Mi hanno rapita in strada con un'auto e imprigionata la notte in un garage»

«Mi hanno rapita in strada con un'auto e imprigionata la notte in un garage» Drammatica denuncia di una diciannovenne scomparsa da due giorni «Mi hanno rapita in strada con un'auto e imprigionata la notte in un garage» Uscita di casa sabato col nipotino di 3 anni - Ieri è stata vista, mentre passeggiava smarrita sotto la pioggia L'oscuro e allarmante racconto in commissariato - La giovane soffre di disturbi nervosi - Indagini della polizia Una ragazza di diciannove anni, è al centro d'una vicenda misteriosa e oscura. Se si deve dar credito al suo racconto, sarebbe stata rapita ' insieme a un bimbette di tre anni e tenuta, prigioniera per tutta una notte. Le indagini sul preoccupante episodio sono svolte - dal '" Commissariato Moncenisio e dalla Squadra Mobile. La ragazza si chiama Antonietta Panuzzo e vive con la famiglia in via Bligny 8. Tre mesi fa era stata ricoverata in una clinica per malattie nervose. L'avevano dimessa la settimana scorsa,. per quanto non si potesse dire completamente guarita. Ma non è un soggetto pericoloso. Avevano soltanto raccomandato al genitori di sorvegliarla con cura. Fisicamente Antonietta è una giovane ben sviluppata, bruna, di media statura. Ha un difetto alla parola, si esprime con molta fatica. E' un soggetto facilmente influenzabile, capace di affidarsi senza sospetto alla prima persona che incontra. Questo è un particolare che ha molta Importanza, come vedremo, ai fini dell'inchiesta. Sabato, poco dopo mezzogiorno, terminato il pranzo, Antonietta chiese alla madre il permesso di assentarsi per un poco. Non sarebbe nemmeno uscita dallo stabile. Andava soltanto al piano di sopra, dove, abita una sua amica. Prese con sé anche il bimbo di suo fratello, Francesco, di tre an ni, ed usci. Un'ora più tardi la signora Panuzzo sali a chiamare la figlia e il nipotino. Ma l'inquilina le disse che non li aveva neppure veduti. Forse non era In casa quando avevano suonato? No, quel giorno non era affatto uscita. La signora Panuzzo tornò nel suo alloggio molto preoccupata. Attese per un'altra ora nella speranza che Antonietta e Francesco si facessero vivi, ma non successe nulla. Allora usci a cercarli con il marito e gli altri figli. Percorsero in lungo e in largo tutta la zona, si informarono nei caffè nei negozi, ma nessuno li aveva veduti. A sera i Panuzzo si presentarono al commissariato Moncenisio e denunciarono l'accaduto alla polizia. Vennero dirama ti fonogrammi di ricerca a tutte le sezioni di P.S.; le camionette degli agenti perlustrarono' il cen tro per tutta la notte, senza ri sultato. Pioveva forte, non si capiva do ve la ragazza e il bambino avessero potuto trovar rifugio. Il piccino era uscito senza soprabito, E da mezzogiorno non avevano più mangiato. L'angoscia della fami glia si protrasse ancora per tutta la mattinata e il pomeriggio di ieri. Alle 18 di ieri sera final mente una telefonata dal commis sonato Barriera di Milano annunciava che i due scomparsi erano stati rintracciati. Era stata una donna a scorgerli poco prima, in corso Giulio Cesare. L'aveva colpita il fatto che i due stessero fermi sul marciapiede senza preoccuparsi della pioggia. Il bambino tremava in tirizzito. « Ma questo piccino muo re di freddo — aveva detto la donna — lo porti a casa, è tutto fradicio! ». La ragazza si sforzava di dire qualcosa che non riusciva comprensibile. Allora la signora, con molto buon senso si prendeva a cuore la faccenda e accompagnava la coppia in commissariato. Qui Antonietta veniva interrogata dal maresciallo Mastrosimone. Raccontava che il giorno prima era andata a passeggio con Francesco fino a sera e che ad un certo punto s'era smarrita. Verso le 22 ricorda che si trovava in via Pietro Micca. « Mentre camminavamo sotto i portici, — ha detto — una macchina rossa s'è fermata accanto al marciapiedi. Ci siamo avvicinati. Il giovanotto che guidava ci ha invitati a salire, e io ho accettato. Ci ha portati in un garage, ma non so dove sia. LI mi hanno legata e imbavagliata e ho dovuto restare tutta la notte. Quando mi hanno lasciata libera ho preso il bambino e sono scappata via ». Mentre si procedeva all'interro¬ gatorio arrivavano i familiari della Panuzzo. La giovane ha sofferto in passato di amnesia, ma non ha mal raccontato storie del geenre per giustificare un ritardo. La sua narrazione è molto oscu¬ ra, però, proprio perché Antonietta non è del tutto sviluppata intellettualmente, potrebbe nascondere qualcosa di molto grave. Purtroppo neppure il bambino, spaventato e in preda a un comprensibile choc dopo più di ventiquattro ore di vagabondaggio, è in grado di dire se la versione della zia sia vera o meno. Francesco è stato riconsegnato quasi subito alla famiglia. Antonietta è stata invece visitata dal medico municipale che non ha trovato né sui polsi né sulle braccia i segni delle corde con cui l'avrebbero legata. Ha consigliato però un esame più specifico. Più tardi la ragazza è stata accompagnata all'Astanteria Martini dove verrà di nuovo visitata attentamente. Oggi 1 sanitari cnosegneranno il loro rapporto alla polizia. Owiamenete le risulatnze hanno molto importanza ai fini della inchiesta. Se si tende a credere che il rapimento sia frutto della fantasia malata della ragazza, non si dimentica ohe proprio per le sue condizioni ella può essere facilmente preda di qualche malvivente. Antonietta Fanuzzo racconta la paurosa avventura

Persone citate: Antonietta Fanuzzo, Antonietta Panuzzo, Francesco Fino, Mastrosimone, Panuzzo

Luoghi citati: Milano, Moncenisio