Dolce tramonto dell'estate a Siracusa città classica e forte centro industriale di Francesco Rosso

Dolce tramonto dell'estate a Siracusa città classica e forte centro industriale IL "MODERNO,, NON CANCELLA L'ANTICO INCANTO = Dolce tramonto dell'estate a Siracusa città classica e forte centro industriale Forestieri desiderosi di sole e di luce giungono tuttora in questo magico angolo di Grecia - Ma il turismo non è, come altrove, una risorsa importante; resta ai margini della vita cittadina - Nuove fabbriche trasformano i contadini in abili operai specializzati; un'agricoltura razionale ed una forte emigrazione in Svizzera e Germania stanno riducendo la disoccupazione - La mafia non esiste, e nemmeno una criminalità degna di nota (Dal nostro inviato.speciale) Siracusa,: ottobre. Ancora ricca di tutu 1 suoi doni, l'estate ride sul mare di Siracusa imitando a mitici tuffi. Dal balcone della mia camera d'albergo entra la luce gaia di un purissimo mattino di sole, azzurro e bianco splendono nell'aria limpida; voci di ■ ragazzi, chiare e festose, vóci d'uomini, gravi e pacata lievitano in corale armonia. Dal balcone vedo la fontana Aretusa gemere la sua misteriosa polla di diamante liquido fra le canne dei papiri che la brezza incurva, ascolto il tubare dei colombi, guardo l'ampio giro immacolato dell'antica Ortigia concludersi negli speroni sghembi dèi castello Maniaci: e penso che a Torino, Milano, Bologna è già entrato in funzione il riscaldamento centrale. Questo mi consola delle ritardate vacanze e mi illudo di essere un ozioso milionario che insegue l'estate fuggitiva. Illusione che appaga brevemente, l'abitudine al me¬ stiere impedisce il vagheggiato isolamento e, curioso, mi mescolo alla gente. Sul piazzale della fontana Aretusa, dinanzi alla porta del mio albergo, si danno convegno i turisti che ancora affollano Siracusa in questa lunga coda estiva, e la gioventù del luogo: i primi per specchiarsi nel chiaro mito liquido nella ninfa e del suo impetuoso innamorato, il fiume Àlfeo. 1 secondi per spettegolare, e, se possibile, agganciare i pnmi offrendosi come guide improvvisate. Non è difficile avviare la con-' versatone con i siracusani, gente cordiale anche se di temperamento introverso e malizioso. 1 giovani coi quali discorro rivelano una maturità che contrasta coi loro scarsi anni, sembrano ricchi di esperienze che lasciano perplessi. Jtfi raccontano di loro imprese, talune poco lodevoli, ma con candido, svelato cinismo, e mi nasce il sospetto che si tratti di pure vanterie, di fatti solo immaginati. Me ne convinco ampliando la cerchia delle conoscenze siracusane. A differenza di molte città turistiche, Siracusa ha conservato intatta la propria indipendenza di fronte agli eserciti di forestieri che ogni anno la invadono, il fenomeno dei pappagalli che affligge le spiagge romagnole, o Taormina, qui è completamente sconosciuto, se si fa eccezione per l'esiguo numero dei uiovanottclli ricchi d'immaginaeione un po' torbida che oziano attorno alla mitica fontana. Siracusa ha una fi sionomia olimpica, quindi imperturbabile. Fino ad un recentissimo passato era la prospera capitale di una vasta e ricca zona agricola; da tre anni è centro propulsore di uno sviluppo industriale che ha del miracoloso, ma il rapido trapasso non ha alterato il temperamento dei siracusani. I contadini, abbandonati i campi, sono entrati nelle fabbriche di Priolo e Augusta trasformandosi in ottimi operai specializzati, sorprendendo i dirigenti per la rapidità con cui hanno appreso a manovrare le macchine, ma sono rimasti siracusani, cioè gente che non si monta la testa. La formazione rapida e improvvisa di un cospicuo proletariato industriale ha creato nuovi problemi e dimensioni sindacali prima ignorate, ma non ha spostato di un centimetro l'asse politico. I tentativi fatti da alcuni partiti di indire scioperi politici sono falliti, mentre hanno avuto successo gli scioperi proclamati per rivendicazioni salariali. Ciò rivela non solo una già matura coscienza sindacale, ma anche la porticola, mentalità dei siracusani, diversissima da quella degli a"ri isolani Sarà per lo spirito greco-levantino che li anima, ricco di umori "vventurosi, o per la salda tenacia nel lavoro che li distingue, i siracusani non si sono mai chiusi nel cerchio limitato della loro provincia, hanno sempre cercato i contatti a vasto respiro, sul mare o in terra. I grandi complessi petrolchimici e di trasformazione d. ' sali potassici hanno assorbito un gran numero di ex-contadini e braccianti senza risolvere, tuttavia, il problema della disoccupazione. I siracusani non sono rimasti a braccia inerti ad attendere le provvidenze statali o regionali, in numero sempr,- -.rescente hanno preso In strada della Germania cm l'emigrazione controllala ed ora hanno imparato anche la via della Svizzera dove, non accorrendo il passaporto, si trasferiscono spontaneamente, accolti con favore per la loro seria operosità. L'agricoltura concepita con criteri razionali, industrializzati, e curata per esportare in qualità massicce agrumi e primizie ortofrutticole, completa la poliedrica fisionomia di Siracusa, provincia che ha il reddito prò capite annuale più elevato di tutta la Sicilia. 1111111111111111 1 iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniim 7n queste condizioni, i siracusani hanno potuto guardare all'imponente flusso turistico con calma imperturbabilità, ospitali e cordialissimi, ma indipèndenti, perché le loro sorti non dipendono dal movimento di forestieri più o meno disposti a spendere A Siracusa, il turista r.on è investito dalle schiere di ciceroni, vetturini, venditori di paccottiglie-ricordo, ognuno è libero di prendere ciò che gli serve a prezzi mai strozzineschi Ci sono, è vero, le esigue schiere dei giovano ttelli cui accennavo poco avanti, ma sono così pochi che dopo due giorni li conoscevo tutti per nome Trascorrono (< ore appoggiati alla ringhiera della fontana Aretusa a raccontarsi molte avventure soltanto immaginate e non incrinano la pacificata armonia di Siracusa nemmeno con gli atteggiamenti da giovani al doppio gin che assumono. Siracusa non è città di avventure imprevedibili: è un angolo ai limiti del mondo, profonda mente inserita in questo nervoso, inquieto ritmo di progresso moderno, ma con le radici ancora confitte in una civiltà millenaria nutrita di saggezza, serenità, tolleranza. , Talvolta entro nello studio di un giovane ceramista che, mi sembra, rappresenta compiutamente lo spirito siracusano, nuovo e antichissimo. Egli pare impasti la sua creta col sole e ne trae .forme sconcertanti. Le deformazioni cui sottopone le figure seguono concetti artistici spregiudicati, ma il dèmone di Siracusa gli tiene la mano ed il ritmo dei volumi, forse a sua insaputa, si ricompone in una placata classicità. Cosi i Siracusa, moderna, nuova, nervosa e serenamente classica. Nella luce chiara che l'avvolge appare come un miraggio, vivida, impetuosa e immobile nella sua perfezione. Il bianco della sua pietra s'accende nel sole di bagliori miti, tutto è trasparente, calmo, pacificato. Le latomie, orrende voragini scavate nella roccia per rinchiudere la pena di migliaia di schiavi, si sono trasformate in fantastici giardini, misteriosi orti delle Esperidi in cui, nel sole di questo morente ottobre, maturano i turgidi melograni, fiammeggiano le rose vermiglie dell'ibisco. Dalle rovine dei castello furialo, drammatiche nella loro ciclopica solitudine, dai gradini del più armonioso teatro greco: dell'ellenismo, dai templi, dalle colonne, scende sulla città il ricordo di un tempo e di una civiltà che per Siracusa non conoscono tramonti. Si dice che per conoscere la Orecia più autentica bisogna venire in Sicilia, e dopo aver visitato l'Eliade se ne ha la conferma a Siracusa, Il teatro di Epidauro provoca certo emozione, ma non cosi intensa come quello siracusano, spalancato dinanzi all'azzurra onda del mare Jonio e, a sera, annegato in tramonti accesi dalle porpore e dagli ori del sole calante in un cielo svenato da chiarori d'opale. Seduto sulle bianche scalee ancora palpitanti di luce diurna, dinanzi alla vasta cavea deserta, guardavo il giorno morire su Siracusa lontana e indecifrabile nel segreto di giovinezza eterna che l'avvolge. Fosse per la suggestione di ricordi che credevo cancellati, o per la magia dell'ora, mi pareva di sentir trascorrere nell'aria limpidissima un delicato suono di flauti. O era l'immagine della Venere Anadiomène con la sua inimitabile, pudicissima nudità, ammirata poche ore prima nel museo, a rapirmi dalla realtà? Inutile indagare, a Siracusa si vive ogni attimo del giorno in una favola impareggiabile. Accanto alle due superstiti colonne del tempio di Giove, ancora erette tra il verde degli agrumeti, in una solitudine drammaticamente viva, o sul lungomare, tra gli uomini che si attardano alla pesca, si respira il mito che dura da sempre. Mi fermo lalvolta a discorrere coi pescatori che gettano l'amo ai cefali voraci, alle seppie mostruose; i loro profili asciutti hanno la nettezza dei volti di vecchi saggi socratici scolpiti nei bassorilievi, le loro parole svelano una pacata serenità da aeropago ellenico. In tutta la Sicilia orientale, la mafia è un fenomeno sconosciuto, ma a Siracusa c'è qualcosa di più, la criminalità è quasi ignorata ed anche i piccoli furti, migliorate le condizioni economiche generali, sono pressoché scomparsi. Ciò non significa che a Siracusa siano tutti felici e soddisfatti; i ceti medi a reddito fisso si lagnano che l'imprevedibile sviluppo industriale abbia fatto aumentare il costo della vita, soprattutto degli affitti, con l'ingente massa di stipendi e salari guadagnati negli stabilimenti di Priolo e Augusta. Il problema della casa è diventato urgente per molti ex-contadini inurbati e la grande richièsta di alloggi ha fatto aumentare gli affitti fin del duecento per cento nel volgere di due anni. Ha incrementata enormemente anche l'industria edilizia e questo, forse, è uno degli aspetti meno positivi della moderna Siracusa: case di condannabile stile cubistico sono state costruite persino sugli strapiombi della latomia dei Cappuccini, guastando visioni ed emozioni uniche Ma la luce di Siracusa cancella anche queste ombre ed alla fine l'inimitabile armonia della città si ricompone nelle sue incorruttibili linee classiche. Sul lungomare, gruppi di scolari hanno ammucchiato le cartelle ed i leggeri indumenti ancora estivi, .si tuffano con gioconda esultanza nell'onda azzurra. Le loro grida, vivide nel silenzio, mi sembrano la voce della imperitura giovinezza di Siracusa. Francesco Rosso

Persone citate: Eliade, Priolo