Agitato il mercato dell'oro
Agitato il mercato dell'oro Agitato il mercato dell'oro A Londra il prezzo è salito ieri da 37,52 a 40 dollari l'oncia, poi è ridisceso a 37,50 - La Tesoreria degli Stati Uniti parla di ampia manovra speculativa, ma assicura che il prezzo ufficiale non muterà (Dal nostro corrispondente) Londra, 24 ottobre. L'oro, che la settimana scorsa aveva chiuso a 36,96 dollari per oncia di fino, dopo aver raggiunto punte di 41 dollari, ha riaperto al prezzo di 37,55 dollari (268 scellini), fissato dalle cinque ditte che monopolizzano il commercio del metallo sul mercato di Londra. Le contrattazioni, però, hanno rapidamente portato il livello attorno ai 40 dollari. Nel pomeriggio i prezzi dell'oro hanno registrato una inversione .di tendenza, e le ultime contrattazioni si sono chiuse stasera a circa dollari 37,50 per oncia, quota lievemente inferiore all'apertura. Nel rilevare la ripresa della tendenza al rialzo, 11 portavoce di una delle cinque ditte aveva dichiarato: < Abbiamo l'impressione che gli speculatori si preoccupino ben poco delle smentite della tesoreria americana. La richiesta non è forte come la settimana scorsa, quando il ebbero ordina¬ zioni fino ad una tonnellata per volta (per un valore di oltre un milione di dollari), ma è sempre sostenuta». Le ditte che trattano l'oro a Londra non rivelano le fonti delle ordinazioni, ma si ritiene che la maggior parte provengano dall'Europa. Tuttavia, un esperto finanziarlo del Daily Mail ha asserito oggi che parte degli acquisti sono fatti da finanzieri americani che temono una sconfitta del candidato repubblicano Nixon ad opera del democratico Kennedy nelle elezioni presidenziali di novembre. Anche il Times, come gli altri giornali, afferma che questa < febbre dell'oro » è causata in parte dalla « sensazione che Kennedy abbia un programma più inflazionistico di Nixon >: motivo per cui tale febbre non si affievolirà, forse fino alle elezioni americane. Ma 11 Times sostiene inoltre e esiste < un fondamentale srju'librlo fra l'economia americana e quella di molti paesi europei >, che, se non corretto, produrrà di tanto in tanto « perturbamenti valutari ». « Il guaio è — aggiunge 11 giornale — che l'oro che si sta accumulando in Europa, e soprattutto in Germania e in Italia, non viene messo a buon uso in altre parti del mondo. Gli sforzi per ridurre gli oneri che ancora impone agli Stati Uniti l'assistenza militare ed economica dovrebbero essere accompagnati da azioni parallele in Europa, per alleggerire l'altro onere americano, quello dei finanziamenti ai paesi sottosviluppati. Fino a quando questo non sarà fatto, le pressioni sul dollaro continueranno e il mercato dell'oro avrà periodici sobbalzi >. m. ci. Washington, 24 ottobre. Esponenti ufficiali della Tesoreria americana hanno dichiarato che l'attuale speculazione al rialzo dell'oro deve essere di proporzioni notevoli ma hanno aggiunto che nessu-na'manovra potrà indurre gli e Stati Uniti a modificare il cambio ufficiale di 35 dollari per oncia di fino. La Tesoreria americana è tenuta per legge ad acquistare l'oro a dollari 34,91 l'oncia (cioè 35 dollari meno la commissione) ed a venderlo a dollari 35,08, ma solo a banche centrali straniere ed esclusivamente alla condizione che l'oro venga utilizzato per aumentare le loro riserve. Ogni vendita a chi voglia farne una speculazione, per esempio rivendendo l'oro a un prezzo più vantaggioso, è proibita. Pertanto, nessuna banca centrale europea ha potuto acquistare oro negli Stati Uniti per rivenderlo a Londra al prezzo ufficiale (che, con la commissione, le spese di trasporto e di assicurazione Baie a 35,25 dollari l'oncia), anche se ciò avrebbe immediatamente tran cato la speculazione. Né la stessa ■ Tesoreria americana, che avrebbe potuto interveni sncre, eia pure a prezzo di una - forte emorragia d'oro, ha ri- i| tenuto opportuno farlo.
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