Sedici mogli eroiche candidate alla "Sposa d'Italia,,

Sedici mogli eroiche candidate alla "Sposa d'Italia,, L'elezione domani a Merano Sedici mogli eroiche candidate alla "Sposa d'Italia,, Tra le aspiranti una risiede in Svizzera e una in Canada - Il Piemonte è rappresentato da Chieri -Un episodio commovente: chiesta in matrimonio, non voleva accettare, avendo una gamba finta (Dal nostro inviato speciale) Merano, 21 ottobre. H più delicato concorso di bellezza femminile, poiché riguarda l'anima, Il carattere, lo spirito di sacrificio, è indubbiamente quello che s'intitola « La sposa d'Italia», giunto oggi alla sua quarta edizione. Fondato dal cav. del lavoro Vittorio Necchi nel 1954, esso è biennale e comporta, come premi principali una rocca d'oro e due milioni di lire in gettoni d'oro per la prima classificata, un milione per la seconda, mezzo milione per la terza. Non si può concorrere di propria iniziativa ma i vari meriti vanno segnalati da terze persone, con la « vidimazione >, diremo cosi, di autorità civili e religiose < comprovante la verità dei fatti ». Le segnalazioni di quest'anno, ci comunicano, si contano a decine di migliaia, il che ha reso difficile la cernita per la rosa finale. Questa è composta di' sadici candidate che citiamo per ordine alfabetico del cognome acquisito: 1) Speranza Paci Belelli (Ancona); 2) Irene Caviglioni Bianchi (Chieri) ; 3) Rosetta Faltracco Bogoni (resi' dente a Losanna); 4) Maria Rosa Mugrace Carelli (calabrese) ; 5) Anna Longo Cicala (Fot-mia); 6) Anna Contabile (Salerno); 7) Albin#Leonardi Dal Fiaz (Merano); 8) Anna Cussigh Fabretto (friulana); 9) Maria Zanetti Filippi (Reggio Emilia); 10) Margherita Antonelli Firpo (Grosseto); 11) Venera Strano Fontanazzo (Milano) ; 12) Maria Teresa Samaro Marra (pugliese) ; 13) Ellida Morelli Mastropietro (Rovigo); 14) Rosa Oblimi Meloni (Cagliari); 15) Irma Alma'Santoni (Perugia); 16) Nella Zani dona (residente in Canada). Con il Canada e la Svizzera (Losanna, n. 3), per la prima volta quest'anno, partecipano al concorso anche donne italiane domiciliate all'estero. Indirettamente c'è pure la Cina con Maria Teresa Samaro Marra (n. 12) perché nata a TienTsin. Figlia di banchiere, s'innamora in Cina di un marinaio del battaglione San Marco. I genitori di lei e i Giapponesi dicono di no al matrimonio. Con ì genitori, più o meno, è possibile cavarsela; i Giapponesi invece, s'impadroniscono del suo fidanzato nel 1940- e glielo internano sino alla fine del 1943. Lei lo cerca, lo rag' giunge, lo confotta, lo sposa, gli dà tre figli e, dimentica de gli agi antichi, vive adesso in Italia con i soli proventi, di un lavoro manuale non'sempre sicuro. Con il Canada troviamo 11 romanzo di Nella Zandonà d'origine cirenaica: guerra, guerriglia, campo di profughi; e poi marito peregrinante di continuo all'estero in cerca di lavoro, da quello stagionale agricolo in Francia alle miniere di Marcinelle. E lei, che ha già un figlio, sempre con lui. Finalmente un posto stabile: quattro anni e mezzo, ma in una specie di deserto: casa cantonale in una ferrovia in costruzione nel Canada. Nasceranno altri due figli. Il caso svizzero non colpisce l'immaginazione per asprezza o violenza di peripezie ma è l'unico in cui, a presentare la candidata, sia stato il marito, commosso e grato per l'affettuosità continua « nel meglio e nel peggio». Commovente è la vicenda di Speranza Paci Belelli. Un glo vane s'innamora di lei, e lei lo prega di non insìstere. Non si sposerà mai. Il perché non lo dice. Ha una gamba finta. Ma ecco, un incidente di macchina nello scatolificio dov'egli lavora frantuma la mano de stra dell'innamorato. Speranza va a trovarlo all'ospedale, ora possono sposarsi. La sfortuna sembra offesa da ciò, e si ac canisce contro la giovane donna: nell'alluvione dell'Anconitano (5 settembre '59) lei perde la casa, la mamma, la cognata, una nipotino. Ma non le viene meno 11 coraggio e la vita continua, allietata adesso dalla nascita di un bambino. Maria Rosa Mugrace è fidanzata a Vito Carelli. La guerra contro la Russia glielo porta via e glielo restituisce con gli arti congelati. Uno do vrà essere amputato del tutto l'altro in parte. Lei gli è compagna devota dì ospedale in ospedale e, nel 1945, lo sposa. Nasceranno quattro figli, parziale consolazione al dolore continuo delle ferite operatorie mai rimarginate. Venera Strano Fontanazzo ha una vita serena con due bambini in tenera età, allorquando suo marito, ferroviere, è travolto da una locomotiva. Egli ha la parte inferiore del viso completamente sfracellata; affinché possa mangiare e respirare, gli pra tlcano un foro nella trachea e uno nello stomaco. Più che la chirurgia con 1 suoi meravigliosi interventi, lo salverà l'affetto della moglie, continuamente accanto a lui per oltre due anni, di ospedale in ospedale. Due anni di ospedale troveremo ancora con Ellida Morelli. Il suo fidanzato ha lesa la spina dorsale da un incìdente automobilistico che lo semiparalizza. Anche qui è un .cuore di donna che salva l'uomo. Seguirà il matrimonio e una continua vita di sacrificio Da allora, sono trascorsi 15 anni. Un giorno suo marito, stanco della schiavitù di una carrozzella, desiderò una pìccola automobile. E lei, malgrado la ripugnanza per que- ta macchina < consegui la paste di guida per potergli evslndlnqtrhip7sgld1PR|vgTlrsblG1tCg1ciputcnpstplepzt essere sempre vicino e non doverlo affidare a persone inesperte ». Queste ultime quattro sono le punte più acute di situazioni difficili, dove la devozione della donna sale ai vertici dell'eroismo spettacolare. Ma c'è n'è pure di umile e non per questo meno apprezzabile. Citeremo un solo esempio: Maria Zanetti Filippi, maestra, ha il marito all'ospedale, ed è indispensabile il suo sorriso per sostenergli il morale: per 7 mesi consecutivi lei vive così: ore 6,30 partenza da Reggio Emilia per Marola (33 chilometri di corriera e due ore di strada a piedi), scuola; ore 13 partenza per l'ospedale di Parma, ore 19,30 partenza per Reggio Emilia dove pernotta|va dai genitori. E così ogni giorno esclusi quelli festivi. Tanta devozione ebbe una tale eco di riconoscenza popolare che, per le trasfusioni del sangue al marito, si ebbero ben settanta volontari. Le precedenti « spose d'Italia» furono: 1954, Anna Grazia Gellini Cicognani (Milano) ; 1956, Silvana Bertacchi Cantoni (La Spezia); 1958, Tebe Ciardi Dazzi (Camogli). La giuria proclamerà quella del 1960 dopodomani. _ _