Debré pone il volo di fiducia alla Camera sui progetti atomici

Debré pone il volo di fiducia alla Camera sui progetti atomici Debré pone il volo di fiducia alla Camera sui progetti atomici Se sarà negata verrà sciolto il Parlamento - Soustelle fonda un nuovo partito Il suo programma: incorporare in modo definitivo l'Algeria nel territorio francese (Nostro servizio particolare) Parigi, 19 ottobre. La questione di fiducia sul la « forza atomica > della quale il gen. De"Gaulle vuol dotare la Francia sarà posta dal primo ministro Michel Debré alla fine della discussione parlamentare, che è stata ripresa nel pomeriggio in una atmosfera piuttosto tesa Non è escluso che venga anche presentata dall'opposizione una mozione di censura. La decisione di porre la questione di fiducia è stata presa dal Consiglio dei ministri, riti nitosi stamane, data appunto tale atmosfera. Si sa che la caduta del governo provocherebbe immediatamente lo scio" glimento della Camera, il Primo ministro agita quindi su di essa uno spauracchio, non tanto perché tema davvero di essere rovesciato, visto che suoi sostenitori sono ancora in maggioranza, ma perché vuole strappare un voto mas siccio in favore di un progetto che viene criticato anche da chi lo approverà. E' stata presentata anche una mozione di rinvio alle Commissioni parlamentari, firmata dai deputati di cinque gruppi: indipendenti e demo cristiani (che sono rappreseli tati nel governo), socialisti, Intesa democratica e Unità della Repubblica (radicali e centro-sinistra), che sono al l'opposizione. < Un tale incontro era impensabile soltanto un mese fa », osserva Le Monde, e aggiunge: «La maggio ranza è minacciata da una perniciosa leucemia che non risparmia nemmeno l'Unione Nuova Repubblica, sebbene colpisca per ora soltanto alcuni membri di essa». Il ricongiungersi dell'opposizione con una frazione della maggioranza, dimostrato dal voto di ieri sulla questione pregiudiziale, mette il Governo in imbarazzo e perciò Debré ha avuto nel pomeriggio una conversazione con i capi del Movimento repubblicano popolare (democristiani) e poi con i dirigenti degli indipen: denti, allo scopo di esaminare con loro quali emendamenti potranno essere accettati. Sarebbe sua intenzione porre la questione di fiducia in modo che con un solo voto la Camera accetti il propetto emendato e respinga qualsiasi altra mozione. La mozione di rinvio alle Commissioni parlamentari, che sarà difesa dal socialista Schmitt, sostiene che il progetto di creazione di una «forza d'urto» dev'essere rimandato all'esame delle Commissioni parlamentari, data la possibilità che «l'Europa solidale sia rapidamente ta grado di elaborare una politica nucleare comune conforme agli interessi dell'alleanza atlantica», e data anche la necessità di «trattare con gli alleati, informando poi la Camera dei risultati, per la creazione, sotto una forma inte grata, di una forza comune di dissuasione >. Tra i discorsi che sono stati pronunciati oggi, quello dell'indipendente Francois Valentin, relatore della Commissione parlamentare della guerra, hasuscitato vivo interesse. Egli ha criticato gli aspetti finanziari del progetto e ritiene che prima di tutto bisogna pensare a vincere la guerra d'Algeria; poi la forza nucleare che la Francia sarà in grado di darsi dovrà essere integrata a quella degli alleati. Un'eco alle parole dell'on. Valentin — i cui rapporti molto intimi con certi capi dell'esercito sono noti, tanto che taluni hanno creduto di poter vedere in lui l'« uomo di domani » insieme ad altri — st è avuta presso a poco alla stessa ora nella sala di un grande albergo parigino, dove Jacques Soustelle teneva una conferenza-stampa. E' la stessa sala dove il gen. De Gaulle riuniva i giornalisti prima di ritornare al potere: « Sarebbe vano negare che la Francia deve fare uno sforzo per dotarsi dei mezzi corrispondenti alle tecniche militari nuove, specialmente nucleari. Ciò non significa, però, che debba farlo da. sola e rinunciare a mettere il suo sforzo, necessariamente limitato, nel quadro delle sue alleanze », ha detto Jacques Soustelle. Jacques Soustelle ha constatato innanzitutto che dopo due anni di nuovo regime « la delusione, la disillusione sono ormai in tanti spiriti », perché la politica del governo non ha raggiunto nel 1960 nessuno degli scopi che si era prefissa. «Non può fare la pace né vincere la guerra, e si esaurisce a voler far sorgere una chimerica terza forza, che non esiste e non può esistere, perché non c'è una terza soluzione ». Egli ha respinto la tesi di coloro che vogliono negoziare con il Fronte di liberazione nazionale algerino, non essendoci,' a parer suo, che una alternativa: o la secessione o l'Algeria francese. Naturalmente, lui è per la seconda soluzione e chiede che il governo riaffermi solennemente la integrità del territorio nazionale e « il carattere francese dei dipartimenti algerini», elaborando immediatamente lo statuto della provincia algerina, il quale dovrà comportare l'eguaglianza, non soltanto teorica ma effettiva, di tutti gli algerini e tra loro i metropolitani ». E', insomma, il ritorno alla politica di integrazione, che egli auspica con una politica sociale adeguata che tenga conto tuttavia della religione musulmana e degli altri problemi locali. Dopo un elogio alla, politica finanziaria di Antoine Pinay, (che si è allontanato dal generale De Gaulle), Jacques Soustelle ha sostenuto la necessità di unire in uno stesso sforzo i datori di lavoro, gli operai ed i tecnici, ed ha riaf- fermato l'opportunità di rafforzare i vincoli tra la Francia e i Paesi atlantici, accelerando contemporaneamente la costituzione dell'Europa. Ha lanciato in pratica un nuovo movimento politico, chiamato « Raggruppamento nazionale » per l'Algeria francese. I. m.