Lo scrittore sovietico racconta come un uomo può sparire in Russia

Lo scrittore sovietico racconta come un uomo può sparire in Russia VX XMJOVO RACCONTO PI NEKItASSOV Lo scrittore sovietico racconta come un uomo può sparire in Russia Un capitolo della spietata storia di Kira Gfteorghievna pubblicato da "Literaturnaia Gazeta,, (Dal nostro corrispondente) Mosca, ottobre. Poviest non è propriamente un romanzo, né una novella. E' un «. romanzo breve », breve secondo le dimensioni russe. Viktor Nekrassov ha scritto un nuovo poviest, ancora senza titolo, che investiga sulla vita della sua generazione. La Literaturnaia Gazeta ne ha pubblicato il primo capitolo: c Kira Gheorghievna », storia di una donna russa, narrata con acre sapore di verità. Kira è nata negli anni della rivoluzione, figlia di un medi-|co di Kiev, in una famiglia izo i o o a o l , e . e o I a a e e i agiata e disordinata di Intel lettuali. Da bambina, Kira studia danza e ammira le fotografie di Rodolfo Valentino e di May Wong, vuol essere attrice, ma poi sì appassiona alla pittura e quando affronta l'esame di ammissione alla scuola d'arte dipinge in verde, e alla Cézanne. Fra gli studenti dell'istituto, circola l'intelligenza anarchica e sregolata dei primi anni che seguirono la rivoluzione. I giovani studiano- e si azzuffano per Matisse, ridono quando si parla di Surikov e Antokolski. Kira s'innamora di molti e vaga con i gruppi che discutono, bevono per posa e passeggiano per i parchi sulle rive del Dnieper, finché non conosce Vadim Kudriavzev, un ventenne poeta alto, « goluboglasi » (occhi celesti) e capelli da zingaro che gli cadono sugli occhi, vestito con una maglietta verde da calciatore. Una sera, lo conduce a casa e lo presenta ai suoi genitori, intellettuali di vecchio stampo, come il più grande dei poeti viventi. Vadim, confuso, legge due dei suoi poemi, che s'intitolano: « Le tracce delle formiche » e « Il boomerang annoiato ». I genitori di Kira, che appena arrivano a capire Blok, lo ascoltano con un sorrìso un po' assente. Lei non distoglie mai lo sguardo dal giovane poeta. Tre giorni dopo sì sposano. Abitano in una camera di affitto. Hanno decorato le pareti con maschere negre, disegni e poesie scritte col gesso. Il giovane poeta lavora per il cinema e Kira può felicemente conoscere Dovcenko, Pudovkin e Eisensteln. Corre l'anno 1936. Un anno dopo, Vadim è arrestato (il racconto si svolge con sinistra naturalezza, illustrando la gratuità cupa e inesorabile dell'irrazionale sotto le spoglie dell'evento fatale e abituale, che il lettore ben conosce). La camera viene sigillata e poi sequestrata. Kira torna dai suoi genitori, la fa miglia è in lutto. Più volte Kira viene convo cata nel grande palazzo gri gio della Ghepeù, in via Kórolenko, dove le raccontano su Vadim storie terribili e ab normi'. La giovane viene con vocata anche più volte dalla amministrazione della scuola d'arte. Un mese dopo la espellono. Il padre di lei ottiene, di lì a un anno, che Kira venga riammessa alla scuola, ma non fra gli allievi del suo corso, bensì nella classe inferiore «Le prime settimane, e perfino i primi mesi dopo l'arresto di Vadim, Kira vagava senza riconoscere se stessa. Il fatto era cosi inatteso, cosi terribile... Il suo Vadim allegro, temerario, che scriveva poesie, il suo Vadim che mai aveva letto un solo giornale e confondeva Bucarest con Budapest, ma sapeva a memoria tutto Blok e Gumilev; lo stesso Vadim che s'appassionò imprevedibilmente per la Spaglia e che malgrado l'odio invincibile verso ogni forma di studio cominciò a studiare lo spagnolo; il suo Vadim "gcluboglasi ", disordinato, leggero, che dava tutto a tutti, amico degli amici di tutti, lui, improvvisamente, " nemico del popolo "... Un anno e mezzo dopo l'arresto, giunse una lettera di lui. Non fu possibile sapere da dove e come fosse stata spedita. La busta recava IIIIIIIIIIIIIIllllllllllItlllllllllllllllllIIIIIItlltIMIIlB giunge una parola, non spiega- 1 lettori russi non ne han il timbro di Mosca e l'indirizzo scritto da una mano ignota. La lettera non conteneva che poche parole. Diceva che era vivo, sano. Aggiungeva ancora qualcosa, diceva che Kira poteva non considerarsi più sua moglie, che la lasciava libera. Non c'era altro. Un bacio, tuo Vadim. Il messaggio era scarabocchiato su un pezzo di carta, in fretta. Non seppe mai più nulla di lui. Scomparve per sempre ». Viktor Nekrassov non ag- no bisogno Ecco il seguito della storia di Kira Gheorghievna. Aveva sempre < slittato sulla superfiele della vita » e apprese di un colpo che oltre alle serate chiassose, alle letture di poesie e ai suoi disegni piacevoli appesi alla parete esistevano anche cose complesse e incomprensibili. L'esperienza lasciò un'impronta su dì lei? Sì e no. Sì perché « fece questa scoperta », no perché < aveva un carattere fortunato ». Sopraggiunse la guerra, fu per tre anni sfollata e disegnò vignette, caricature, cartelli e parole d'ordine, insegnò il disegno ai bambini delle scuole elementari, andò regolarmente a ritirare la razione alimentare, portò l'acqua col secchio e partecipò perfino alla distruzione notturna di qualche vecchia staccionata per fare legna da ardere, il reato più comune del tempo di guerra. Ricordava sempre Vadim: due fotografie appese accanto al letto lo rappresentavano serio (per il passaporto) e meno serio (mentre faceva la verticale sulla spiaggia). Ma che dire? Il tempo era passato. .. . Cinque anni dopo, nel '46, conosceva ad Alma Ata Nikolai Ivanovich Obolenski, professore di scuola d'arte, molto famoso e agiato, e di lì a un anno si trasferiva a Mo sca con lui, di vent'anni più vecchio. Una serie di ritratti dei difensori di Sebastopoli, durante la guerra, gli avevano procurato il premio Stalin. La casa di Obolevskl era il regno del disordine, dominato da un busto in bronzo di Voltaire. Può darsi che e. a stato «questo vecchio scaltro e saggio a fare da mezzano fra l'attempato professore, malato di diabete e. ipertensione, 1 a ù i , o e a , e lei, una studentessa non laureata ». Vennero ad abitare a Mosca in un alloggio invidiabile, di cinque camere. Kira Gheorghievna, adesso, ha quarantadue anni, è ancora molto bella, nessuno suppone che sia più che trentaduenne. Quando si rivolgono a lei dicendo «dievuscka» (signorina), avverte un languore interno, doloroso e piacevole insieme. Con gli anni, si è data alla scultura. Il racconto si apre su questa scena: un ragazzo ventiduenne, elettricista robusto e abbronzato dal sole, posa per lei come modello a 20 rubli l'ora, arrotondando il suo salario. La scultura s'intitolerà: « Nel cosmo ». E* notte. Il marito di lei dorme in una camera attigua. Kira si affaccia alla finestra, respira l'aria assurda di campagna delle vie di Mosca, sta ricordando gli 1 anni trascorsi. Non è necessario essere lettori assidui della Literaturnaia Gazeta e di Novi Mir o loggere gli altri capitoli dell'opera, per capire che questo -poviest di Nekrassov è assolutamente inedito, aspro e perfino spietato al confronto con la gran parte' della narrativa contemporanea dei sovietici, dalle trombe d'oro mai sazie di annunciare felicità e armonia nel terzo del mondo. Questi personaggi tornano ad abitare sotto il vecchio tetto cechoviano, più che rassomigliare agli « eroi » positivi e negativi della recente letteratura russa. La critica togata, ideologicamente assai poco duttile e lìgia alla scuola dell'ottimismo, avrà jl suo da fare per venirne a capo, a meno che il problema non venga eluso con un sommario giudìzio « niè kaki! > (niente di che), provvisoriamente evasivo. Alberto Ronchey LIBRI RICEVUTI ALESSANDRO CALI CARI 3 : Questa povera vita nostra - Bardesono, edit., Ivrea - L. SO0. CASTELSEPRIO guida storicoartistica a cura di G.P. Bognetti. Neri. Pozza, editore, Venezia. L. 1000. •ANTONIO RUSSELLO: La luna si mangia i morti - Mondadori, editore, Milano - L. 1000. THOMAS MERTON: Diaria secolare - Garzanti, editore, Milano - L. 900.