Le richieste di Kreisky e la replica dell' on. Segni di Antonio Barolini

Le richieste di Kreisky e la replica dell' on. Segni Le richieste di Kreisky e la replica dell' on. Segni (Dal nostro corrispondente) Washington, 18 ottobre. Questa mattina in seno alla Commissione speciale politica delle Nazioni Unite, come era stato annunciato, si è avuta la prima fase del dibattito sulla cosiddetta questione dell'Alto Adige. La questione, come noto, era stata proposta dall'Austria in data té giugno con il titolo « Il problema della minoranza austriaca in Italia ». Questo titolo, respinto, era stato sostituito con quello che è attualmente in agenda, sul quale si dovrebbe imperniare la discussione in atto, e che suona esattamente: «Lr> stato degli elementi di lingua tedesca della provincia dì Bolzano. Attuazione dell'accordo di Parigi del 5 settembre 191,6-». Va precisato che la Commissione speciale politica è composta dai rappresentanti di tutte le 99 nazioni facenti parte dell'Onu (in realtà 98, perché attualmente il, Congo non prende parte ai lavori) ed è una delle sei che hanno il compi' ■>. di svolgere una funzione selettiva delle questioni sottoposte all'Assemblea generale onde sveltirne ed alleggerirne i compiti. La seduta di stamane che era presieduta dal signor Carlet Auguste, delegato di Haiti, — come già era stato preannunciato — si è limitata ad ascoltare la esposizione delle tesi delle, due purti interessate e cioè del ministro degli Esteri austriaco Kreisky e del ministro degli Esteri italiano, Segni. L'impostazione della tesi dell'Austria, per noi, Italiani, non avrebbe potuto essere una novità, se non fosse sempre una novità, per ogni onesto cittadino del mondo (e quanti partecipano alla vita delle Nazioni Unite sono soprattutto cittadini del mondo), sentire e constatare fino a che punto possu essere straziata la storia, quando la si vuol vedere e nterpretare tutta con una sola corda e con una sola campana. Dopo aver parlato delle sempre più gravi condizioni dei sudtirolesi i quali ora, da parecchi decenni, €Sono stati vittime di una ingiustizia storica », il ministro austriaco ha, per esempio, sostenuto che, fin dal 1254 I componenti dell'attuale Sud Tirolo formavano con il Tirolo una ben precisa entità politica e che, fin dal 1363 essi facevano parte dell'Austria. Che in/ine, come parte delia monarchia austro-ungarica essi, anche nei confronti degli abitanti trentini di lingua italiana, erano divisi dalia chiusa di Salorno. (Il Brennero, dunque, non sarebbe un logico ed evidente con/ine naturale, ma una terra austriaca). Logicamente l'annessione dell'Alto Adige all'Italia, allo - smembramento della monar¬ cutsmsa e o chia absburgica, non è stato un atto di giustizia e di restituzione all'Italia di zone abusivamente germanizzate (come appunto, nella sua risposta, ha rilevato il ministro Segni) ma', secondo la tesi del minestro Kreisky, è stata una arbitraria amputazione di una provincia austriaca, divisa così da una entità politica preesistente antica e ben definita. Con il 1919, dopo il trattato di Saint Germain, — sempre secondo il ministro Kreisky — l'Italia ha faìto sopportare ai sudtirolesi ogni sorta di guai, tanto che, alla fine, nel 1931, quando si è avuto l'accordo Hitler-Mussolini, essi, ?ion per la loro volontà, ma perché forzati, si sono visti costretti' ad optare in maggioranza per la cittadinanza tedesca-hitleriana e ad entrare quindi nel grande Reich. 1 E' vero che, dopo questi fatti è stato stipulato l'accordo De Gasperi-Gruber — ma gli italiani non ne hanno per nulla rispettato l'applicazione <né nella lettera, né nello spirito ». Pertanto si tratta di un accordo che, appena rammentato dal ministro austriaco (per pura necessità cronologica e per poter dire che non è stato rispettato) non si capisce ancora se l'Austria vuole o non vuole considerare come base di discussione. Ne parla, ma, di fatto, agisce come se non esistesse. Quel .che è certo è che l'Austria vuole la piena autonomia della provincia di Bolzano, pur negando — almeno a parole e, si ritiene, per ragioni prudenziali — ogni esplicito proposito di annessione. Il mitiistro degli Esteri Segni ha risposto al ministro austriaco ponendo, a nostro parere, assai chiaramente e nettamente il quesito su precisi termini giuridici e, in una certa misura, anche onestamente -politici. « Le richieste dell'Austria — ha detto anzitutto il ministro — sono completamente estranee all'argomento indicato dal titolo ammesso nell'agenda dei lavori ' dell'assemblea generale e sono quindi inaccettabili anche se finalmente si è riusciti a capire che cosa l'Austria domanda ». < Gii abitanti che parlano lìngua tedesca nella provincia di Bolzano sono solamente e semplicemente — ha sostenuto il nostro ministro — il risultato di un antico processo di germanizzazione della popolazione italiana della zona. Molti di questi abitanti di popolazione di lingua tedesca hanno optato nel 1939 a favore det nazisti .e, durante /'occupazione militare di Hitler, tra il 1943 e ii 1945, sono state commesse, nella medesima zona, una infera serie di atrocità contro gli italiani ». L'accordo De Gasperi-Gru- brpNdpdhldgdzrplic—p , - ber è stato considerato gene roso e liberale anche da importanti esponenti austriaci. Non solo: « L'accordo — ha detto Segni — e la sua interpretazione, come sottoposti dal governo italiano, non solo hanno at:uto il nonsenso ma la cordiale approvazione sia del governo austriaco che degli abitanti parlanti lingua tedesca della provincia di Bolzano. Attualmente la minoranza di lingua tedesca della provincia di Bolzano è forse la minoranza meglio trattata in tutto il mondo ». ,« Il governo austriaco — ha continuato il nostro ministro — ha riconosciuto a suo tempo lo spirito di magnanimità dimostrato dal governo italiano nella revisione delle opzioni fatte nel 1939 dagli alto-atesini in favore della Germania. Senza questa magnanimità — ha sostenuto Segni — oggi, in quella zona, vi sarebbero ben pochi abitanti di lingua tedesca. Infatti sono stati reintegrati alla cittadinanza italiana ben 201.305 persone. La completa minoranza è di circa 250 mila elementi. < Pertanto l'accordo del 191,6 è il solo titolo di discussione possibile da parte dell'Italia. Ancora — ha aggiunto il nostro ministro — gli abitanti di lingua tedesca dell'area godono di pieni diritti civili e di piena libertà politica. Mandano loro rappresentanti al Parlamento. Hanno scuole di lingua tedesca e giornali propri. Sono economicamente prosperi e la loro attività culturale è fiorente. Ancora, godono di privilegi legislativi ed esecutivi e di considerevoli risorse finanziarie ». Queste le tesi generali del discorso del ministro Segni rivolte a stabilire il pieno rispetto del piano giuridico di tutta la questione e quindi del trattato De Gasperi-Gru ber, unica fonte e ragione di trattative. L'Italia ha già det to di essere disposta a sotto porsi al giudizio della Corte internazionale dell'Afa. L'Au stria ha rifiutato questa possibilità. E' ovvio, poi che ogni altra soluzione, quale caldeggiata più o meno ehiaramen te dal ministro austriaco spe eie nella primo parte del suo discorso, implicherebbe una vera e propria annessione e la revisione del trattato di pace Come evidente, non è possibile anticipare le dichiarazioni e gli orientamenti dei delegati che, domani, interverranno nel dibattito. (Per ora sono iscritti i rappresentanti dell'Argentina e dell'Afghanistan). In base all'impressione generelè e che c'è sembrato di poter raccogliere conversando, d p- la seduta, negli ambenti delle Nazioni Unite. Oi par di poter dire che lo Stato d'animo della maggioranza appare sostanzialmente favorevole alle pVormcsdmsrc nostre tesi. E' vero che, nei discorsi di corridoio, è facile trovare persone corrive a essere gentili e quindi aliene da ogni motivo polemico e però dobbiamo prudentemente riferire che più di qualcuno ci ha spontaneamente detto di aver'nòtato eccessiva intransigenza e angustia nelle impostazioni J del discorso di Kreisky, povertà storica e giuridica, mancanza di comprensione del momento politico internazionale e del permanente problema delle minoranze (alcune delle quali in condizioni ben diverse da quella degli altoatesini) nell'insieme della nascente comunità europea. Queste osservazioni ci confermano in quello che abbiamo detto ieri e che cioè molti saranno coloro che si asterranno dall'esprimere un parere su di una vertenza che appare loro secondaria e marginale e artificiosa. « Ma perché non vi mettete d'accordo fra di voi, direttamente f » i più domandano. E allora appare chiara l'intransigenza dell'Austria. Diventa lampante il suo desiderio di creare un caso irredentistico e passionale — inesistente solo che il governo austriaco non volesse sostenerlo e alimentarlo con forze estremiste, per fini elettorali politici. ■■ Come ovvio, queste nostre osservazioni sono un po' campate all'aria: una diatriba che si risolve dentro procedure democratiche rigorose, può sempre riservare delle sorprese. Però, dopo aver sentite le parti e aver ascoltato le prime reazioni alle tesi esposte, ci sembra di poter almeno « non essere pessimisti » circa l'esito finale di tutta la questione. Antonio Barolini