L'officina di Alberto Tallone inaugurata ieri ad Alpignano
L'officina di Alberto Tallone inaugurata ieri ad Alpignano Wìm gft*sk*a.tMe tinoggraio ©Ite fa cfell'aftfe L'officina di Alberto Tallone inaugurata ieri ad Alpignano S'è iniziata ieri ufficialmente con un simpatico convegno di uomini di cultura, cui ha partecipato Luigi Einaudi, l'attività ad Alpignano d'uno dei più grandi tipografi viventi, Alberto Tallone, che a noi italiani può apparire il legittimo erede spirituale dell'arte del sommo Bodoni. Diciamo ufficialmente: ma in realtà da oltre un anno nella casa-officina ch'egli si è fatto costruire dall'architetto Amedeo Albertini a due passi dalla vecchia dimora della sua fanciullezza, le luminose architetture grafiche sognate da questo'maestro della stampa prendono visibile forma sulla carta preziosa per la gioia dei bibliofili di tutto il mondo. Dei mirabili saggi tipografici d'Alberto Tallone i nostri lettori ricordano le due mostre allestite a La Stampa nel 1949 e nel '57. Fu per gli amatori torinesi del bel libro una rivelazione; e la figura di quest'uomo singolare prese un rilievo, divenne popolare anche presso un pubblico che non ha troppa dimestichezza con la carta stampata. Una figura interessante, infatti, per la passione artigiana che, a servizio di un'acuta sensibilità artistica, occupa interamente la sua vita. Sensibilità che del resto si spiega perché Alberto Tallone è figlio d'uno dei più celebrati pittori ritrattisti del secondo Ottocento italiano; passione per il libro ch'è giustificata, dal fatto ch'egli fino all'età di 34 anni fu libraio antiquario a Milano. Partì per Parigi, si mise alla scuola, apprendista tipografo, del famoso Maurice Darantière, e tosto dalle sue mani uscirono, con un'impronta tipografica nettamente italiana, un Leopardi, un Keats, un Ra- cine che meravigliarono gli in-, tenditori. Le edizioni si moltiplicano: grandi autori, libri immortali, Dante, Petrarca, Shakespeare, Rabelais, Molière, Flaubert, classici latini, testi greci tradotti e commentati dallo Zaflropulo; ed il suo nome ha ormai un posto sicuro nella bibliofilia mondiale. Sono le opere che ieri vedemmo accanto ai punzoni originali, allineate sulle tavole della nuova tipografia d'Alpignano che occupa l'intero pianterreno della casa dove Tallone adesso abita. Egli scende dalle sue stanze e direttamente giunge alle casse dei caratteri per la composizione a mano, perché tutto ciò che esce dalla sua officina è composto ed impresso a mano, all'antica. E' una bottega artigiana che di riporta, salvo i perfezionamenti strettamente tecnici, al tempo dei Manuzio e dei Giunta, o del Bodoni: e da ciò deriva lo splendore della pagina, la sua inconfondibile impronta artistica. Bottega artigiana persin nel numero della gente che vi lavora: lui, Tallone, il maestro, il compositore De Nicola, lo stampatore Abaclat, l'aiutante signorina Hertel; e poi la signora Tallone, segretaria. Ce lo si lasci dire: sono degli uomini felici, innamorati del loro bel mestiere. Non li assilla la fretta, soltanto un amore di perfezione li anima. Venticinque pagine dell'introduzione di Bacchelli alla Mandragola non portano a fin di rig_. un solo trattino di a capo che spezzi la parola: virtuosismi eccezionali, che solo ! l'esperto d'arteTopografica può intendere. Si vedano i fronti spizi, la calibratura dei mar gini, la musica dei bianchi e dei neri nelle interlinee: qui si | legge con gli occhi, ma insieme con lo spirito, e il testo lllu- !stre trova il suo pieno timbro, j l'eco esatta della sua poesia, Uomini felici, perché poi leva no gli occhi dal lavoro e vedono intorno la campagna, laggiù le Alpi, solenne in lontananza il Castello di Rivoli, immagini di eternità. mar. ber.
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