Cinque ministri si dimettono in Argentina Riprende la lotta tra Frondizi ed i militari

Cinque ministri si dimettono in Argentina Riprende la lotta tra Frondizi ed i militari Si aggrava a Buenos Aires la crisi del governo Cinque ministri si dimettono in Argentina Riprende la lotta tra Frondizi ed i militari « I poteri civili sono minacciati » afferma un comunicato del partito radicale del presidente - L'Esercito pretenderebbe un mutamento sostanziale nella politica economica - Tra i dimissionari i ministri dell'Interno e della Guerra (Nostro servizio particolare) Buenos A'res, 14 ottobre. < Come vedete, sono ancora presidente » aveva detto ieri sera Frondizi ai giornalisti dopo un lungo colloquio con i capi militari, volendo significare che la crisi politica era risolta. A ventiquattro ore di distanza, quella dichiarazione sembra peccare di eccessivo ottimismo. Oggi si sono dimessi cinque membri del governo: i ministri della Guerra-, generale Rodolfo Larcher, deC'Interno, Alfredo Vitolo, della Difesa, Justo Vilar, della Sanità, Hector Nobìia e dell'Educazione, Luis Mackay. La lotta fra gli alti comandi ed il presidente è ripresa. La situazione è giudicata seria. Il partito radicale intransigente di Frondizi ha chiesto la convocazione del Congresso in seduta di e mergenza, e nel dare l'annuncio alla stampa ha pubblicato uiì comunicato in cui si afferma: € Ci rendiamo conto che i poteri civili sono minacciati > E' la seconda volta in 48 ore che il ministro Larcher si di mette. Egli aveva già lasciato l'incarico l'altro ieri, quando gli alti ufficiali dell'Esercito lo accusarono di non aver sapu to o voluto illustrare a Frondisti i veri sentimenti delle Forze Armate; ma il Presidente re spinse le dimissioni. Oggi i ge iterali dissidenti sono ritornati alla carica. < O via lui, o via noi > hanno detto a Frondizi minacciando di chiedere il congedo in massa qualora il ministro della Guerra fosse stato confermato. Frondizi, per placarli, ha ceduto al ricatto, decidendo di sacrificare il proprio collaboratore. Formalmente, risulta,che le dimissioni sono state offerte da Larcher per evitare una prova di forza fra il governo e l'esercito. Gli alti comandi sembrano dunque insoddisfatti delle concessioni strappate a Frondizi durante i primi colloqui. Le loro richieste sono note: drastici provvedimenti nei confronti dei comunisti e dei peronisti, esonero dei funzionari governativi amici di Rogelio Frigerio (un ex-consigliere presidenziale accusato di mantenere contatti con Peróni, rimozione dei governatori di alcune province. Frondizi aveva dato ampie "oscurazioni. Parlando allllllllllllllllllMimili IBI c<varsrrslilFcdi èptasilnnmmsnszdpevtrvmdnleeuMmdsAttdgsreidvsMglMIIIIIIIIIIIU ci radio, egli aveva detto che < il governo non permetterà deviazioni che possano condurre ad un regime comunista o peronista > e che * i funzionari sospetti di collusione con il peronismo ed il comunismo saranno destituiti ». Ma la vera ragione della crisi nei rapporti fra il potere politico ed i capi militari sarebbe la pretesa dell'Esercito che Frondizi mutasse l'indirizzo economico del paese, sostituendo il ministro Alsogaray e tutti i suoi collaboratori. Alsogaray, è noto, sostiene ed attua una politica liberistica. E' sostenuto da potenti circoli finanziari americani, i quali hanno fatto sapere che sospenderebbero gli investimenti necessari allo sviluppo industriale dell'Argentina, se Alsogaray fosse allontanato dal Ministero dell'Economia. Frondizi ha illustrato ai militari le prospettive della crisi economica che si aprirebbe nel paese, qualora fosse co stretto a sostituire il suo prezioso collaboratore. I generali non sono convinti delle buone ragioni addotte dal presidente; tuttavia Alsogaray e rimasto al suo posto. La prò va di forza fra il potere politico e l'esercito, che il gene rate Larcher ha detto di aver voluto evitare con le sue dimissioni, si farà forse sul nomi del giovane ministro dell'Economia. L'esito dipenderà dall'atteggiamento della Marina e dell Ai-iasione, che sarebbero estranee, e forse contrarie, ad un eventuale ricorso alla forza. r. ».

Persone citate: Alfredo Vitolo, Justo Vilar, Larcher, Luis Mackay, Rodolfo Larcher, Rogelio Frigerio

Luoghi citati: Argentina, Buenos Aires