La condanna del ministero delle Finanze per una concessione di ricerca dell'uranio

La condanna del ministero delle Finanze per una concessione di ricerca dell'uranio Dopo una controversia durata undici anni La condanna del ministero delle Finanze per una concessione di ricerca dell'uranio Una società ottenne il permesso nel '49, ma dopo pochi mesi rinunciò - L'amministrazione pubblica pretendeva il canone per un biennio - Il Tribunale le dà torto: pagherà anche le spese Undici anni fa una società milanese aveva deciso di cercare dell'uranio nel Cuneese: il tentativo, del tutto infruttuoso, fu ben presto abbandonato, nessun giacimento venne trovato, ma ne nacque una serie di controversie giudiziarie ed amministrative. Ieri si è pronunciato sulla vicenda il nostro Tribunale; ma la sentenza potrebbe ancora essere appellata. La società chimica e mineraria per l'uranio con sede in Milano aveva ottenuto 1 permessi di ricerca nel luglio '49 ma nel novembre dello stesso anno aveva comunicato al ministero dell'Industria che rinunciava a ogni diritto. Le prime indagini nelle zone di Cima Langa e di Bric Min; dino non avevano dato adito a concrete speranze. La burocrazia statale non si mostrò molto sollecita. La risposta del Ministero arrivò due anni dopo, quando era già finito il periodo previsto per le ricerche (che era appunto di un biennio), tuttavia il decreto riconosceva la rinuncia c con effetto dal 1° di cembro '49 ». Ma ecco Insorgere il dicastero delle Finanze, secondo il quale il decreto non poteva avere effetto retroattivo: la società ricevette l'intimazione ai pagare il canone completo per i due mmmiiiiim anni previsti, poco meno di 800 mila lire. Si ricorse al Consiglio di Stato che però si dichiarò incompetente affermando che la questione doveva essere risolta dall'Autori tà Giudiziaria ordinaria, si era cosi giunti al novembre '58 quando l'Intendenza di Finanza di Cuneo ingiunse di pagare le 80u mila lire e la società si oppose dinanzi al Tribunale. Il Tribunale (Pres. Merlo, re latore Bianchi) ha accolto le richieste della società difesa dall'avv. Galdini affermando che essa deve pagare solo il canone per i mesi in cui usufruì dei permessi, poco meno di 140 mila lire mentre il ministero delle Finan ze dovrà versarle, perx spese di giudizio, una somma ben superiore, cioè 223 mila lire. I giudici mostrano stupore per l'insolita vicenda, non riuscendo a coni prendere come mai un Ministero attacchi l'operalo di un altro tacciandolo di illegittimità, quasi si trattasse di enti diversi e non semplicemente di organi della stessa amministrazione. Il ministero delle Finanze ave va sollevato un'altra pretesa: 'n materia di tasse bisogna prima pagare e poi chiedere la restituzione. Ma i giudici hanno affermato che l'amministrazione flnan zlaria si contraddice da sé perché chiede anche che, sul canone, venga pagata l'imposta entrata. Come è possìbile che la stessa somma sia considerata un'Imposta quando fa comodo e venga poi classificata come < entrata patrimoniale » quando si vuole assoggettarla all'Ige?

Persone citate: Bric, Galdini

Luoghi citati: Cuneo, Milano