Tito sbarca dalla "Leonardo,, a Napoli e riparte subito in aereo per Belgrado

Tito sbarca dalla "Leonardo,, a Napoli e riparte subito in aereo per Belgrado Dopo un sereno viaagio da Keus Yorh a bordo della motonave italiana Tito sbarca dalla "Leonardo,, a Napoli e riparte subito in aereo per Belgrado Era in corso una gazzarra studentesca per l'Alto Adige nella quale si è inserito un cartello anti-jugoslavo - L'abbraccio della consorte al Maresciallo - "Mi riprometto di fare presto un viaggio in Italia,, - Un telegramma di ringraziamento a Gronchi (Dal nostro corrispondente) Napoli, 12 ottobre. Proveniente da New York è giunto con la <Leonardo,» il maresciallo Tito che s'era recato negli Stati Uniti per seguir la sessione in corso all''Onu. Salendo sul transatlàntico a New York allorché il capitano Armando Pinella ' comandante della motonave (che per la prima volta trasportava il capo di uno Stato) .gli aveva] dato il benvenuto, il Presidente della-Repubblica jugoslava, alludendo al fatto che lui ed il seguito erano 13 persone, aveila detto sorridendo: «Siamo in' tredici.' Non esporterà sfortuna? ». v Accompagnavano Tito il generale Milan Zezetyj.-suo aiutante di'eampo, il segreìdrio.gènerale Leo Mates, il segretario por» ticolare ■Maftin'G'ph'riàeolc} Tihqmiz:Stanjévio-,-constgtiere dei Maresciallo, il medico personale Stipe Radovanovic e alcuni alti funzionari di polizia. Era riservato al Capo dello Stato jugoslavo — che viaggiava in forma strettamente privata — l'appartamento con le cabine dal numero ,81 all'83 sul ponte-sole. Poiohé durante la traversata il tempo è stato eccellente, tanto che non si è dovuto ricorrere agli stabilizzatori, Tito ha potuto concedersi lunghe salutari soste all'aperto. Benché occupato spesso nel leggere i messaggi cifrati provenienti da Belgrado e da New York, dov'è rimasta la delegazione jugoslava diretta dal ministro degli Esteri — tuttavia il Maresciallo'ha trovato modo di partecipare intensamente alla vita di bordo. Al suo tavolo sedevano quattro persone: il generale Zezely sempre, gli altri alternativamente. Indossando lo smoking al pranzo della sera, Tito — che è abbastanza frugale — ha fatto molto onore ai tipici vini italiani, soprattutto quelli rossi del Piemonte. Talvolta — e fra l'altro nelle due feste date dal Comandante, dopo la partenza da Neiv York e al passaggio dello stretto di Gibilterra — egli si è recato nel salone da ballo ed anche in un locale che fa da night, ma non ha mai danzato. Partecipò an- che al cocktail organizzato dal capitano Pinelli nel salotto dove il Comandante accoglie gli ospiti di maggior riguardo. Opportune misure di sicurezza erano state prese per l'arrivo di Tito a Napoli. Nelle Provincie di Salerno, Caserta e Napoli si trovano i campi-profughi di Pontecagnano, Capua ed Aversa con oltre 5 mila persone, tutte fuggite dalla Jugoslavia perché ostili al regime politico instauratovi. A Napoli v'è poi il campo della Canzanella ove gli ospiti sono parte jugoslavi e parte d'altri paesi. Questa massa di profughi rappresentava un grosso proble¬ iiiiiiiiiii ma Le questure delle tre Provincie lo hanno risolto facendo circondare i campi dai reparti di polizia ed impedendo a tutti di uscirne per qualche ora. Un sontuoso ricevimento era stato preparato all'Hotel Ambassadors, ove un intero piano, il ventinovesimo, venne prenotato per la consorte di Tito, signora Jovanka Broz, giunta stamane da Belgrado con lo stesso aereo, un « Douglas DC 613 » che avrebbe riportato il Presidente della Repubblica jugoslava e il seguito nel loro Paese. Ma nonostante che fossero già stati diramati o e a e i , o o e i n e i i i o e n e i e, o. o ci a o a za, io e a o e icentinaia di inviti, si è appreso improvvisamente che il Maresciallo, una volta sceso dalla motonave, avrebbe immediatamente proseguito per l'aeroporto di Capodichino senza sostare neanche un minuto. Quasi certamente ciò è dipeso da una rumorosa manifestazione studentesca svoltasi per l'intera mattinata nelle yie' del centro. Quella gazzarra, accolta, per il modo come avveniva, con notevole fastidio dalla stessa cittadinanza, era stita provocata dallo atteggiamento austriaco sull'Alto Adige, ma in essa si è inserita anche una nòta antijugoslava. Infatti, mezz'ora prima che la « Leonardo » attraccasse, la polizia aveva fermato tre persone: lo studente diciottenne Guido Toni, il meccanico Proteo Lazzarich e l'operaio Claudio Viti, che, seguiti da un- codazzo di gente, avevano issato uno striscione di tela su cui era scritto « Zara, Pola e Fiume sono e ritòrneranno italiane ». ' Assai probabilmente queste notizie, giunte agli alti funzio nari jugoslavi che scortavano Tito, devono aver influito decisamente nel convincerlo ad abbreviare la permanenza a Napoli, per non guastare quel clima di cordialità che ha caratterizzato il viaggio sulla motonave italiana, scelta non certo a caso ma come un gesto quanto mai opportuno^ per migliorare sempre più i rapporti fra i due Paesi. Sul piazzale della stazione marittima erano veniite da Roma numerose famiglie dell'ambasciata e della « colonia» jugoslava nella capitale. I bambini avevano al collo il fazzoletto rosse dei «pionieri », una specie di scouts. Un applauso si è levato allorché è giunta la moglie del Maresciallo in tailleur azzurro, con un tocco di merletto nero nei capelli e grossi occhiali da sole. L'ambasciatore della Repubblica jugoslava a Roma, • Mihajlo Javorski l'ha accompagnata sulla « Leonardo » per lo scalandrone coperto da un tappeto di velluto scarlatto e fiancheggiato da piante verdi. Il Maresciallo aveva già ricevuto l'omaggio dalle varie autorità, fra cui Von. Fernan do Storchi, sottosegretario agli Esteri. Tito e la moglie si so no abbracciati e il Presidente ha sorriso quando lei gli ha chiesto premurosame:.te se | non avesse sofferto per il mare j Nel salire sulla macchina che doveva condurli all'aeroporto, il Maresciallo ha accarezzato I alcuni bambini mentre la folla \grì''b'>à « Z'.v'.o Tito!». Nel salone d'aspetto dell'aero porto.il Maresciallo, conversando con alcuni • giornalisti .italiani .e/iugoslavi Ciri 'erotto i 1 rappreseli tanti di' Borba,- Poli-' ;! ti tei, Vjesnik .e* .'Dolo; dopo aver ricordato che egli fu ^già .rt'Napoli~nel'4t: allorchè si ini contro aVilla Rivalta (ove abii tò ànche.la regina d'InghilteY| ra Vittoria) con Churchill, alla ! domanda: € Che cosarne penosa della proposta d?,-Kruscev per un'Assemblea detl'Onu in Europa onde discutere i problemi dèlia- pace (fiael disarmo? > ha così risposto: e E' ■''triste il- '-dover' constatare che ! i lavori dell'attuale sessione •I dèll'Onu non - Siàtio-'1giwniì à i nulla di positivo » Benché avesse un interprete, i il Maresciallo, pur esprimendosi in serbo dimostrava di com| prendere perfettamente l'italiano. „i„j,-,j„ „„;i„<Qual è il suo gxudizxo sulla a a e r situazione della minoranza slovena italiana? >. * Nel suo recente discorso il ministro Segni ha dichiarato che verrà trovata una soluzione. Circa poi i rapporti economici ira l'Italia e la Jugoslavia devo dire che sono molto soddisfatto ». Prima di salire sull'aereo, il Maresciallo ha inviato un telegramma al Presidente Gronchi, ringraziandolo per le cortesie ricevute in Italia. Nel salutare infine, i presenti, Tito ha tenuto a chiarire, con molto tatto, che se andava via da Napoli senza sostarvi ciò dipendeva dai suoi urgenti impegni politici, ma> che si riprometteva di tornare presto in Italia. Appena l'aereo ha decollato l'ambasciatore Javorskj si è recato all'Hotel dov'era stato preparato il ricevimento, facendo lui gli onori di casa. Crescenzo Guarino Il maresciallo Tito accolto dalla moglie Jovanka all'arrivo a Napoli (Telefoto)