Un giovane bocciato si uccide con una rivoltellata al cuore
Un giovane bocciato si uccide con una rivoltellata al cuore Un giovane bocciato si uccide con una rivoltellata al cuore Per non addolorare i genitori aveva detto d'essere stato promosso - Ieri la madre scopre la verità telefonando a scuola - Il ragazzo si toglie la vita mentre lei parla Trento, 12 ottobre. Una penosa tragedia si è svolta stamane alle 10 in una casa di viale Verona 32, dove abita il rag. Giuseppe Sforzellini, impiegato bancario, con la moglie, Tullia Detassis, un, figlio di 13 anni e una figlia di 18. Il figlio tredicenne, Ezio, aveva frequentato due anni fa la prima classe delle scuole medie, ma, sia perché non si era sufficientemente preparato, sia perché avevaN incontrato parecchie difficoltà in alcune materie principali, non aveva ottenuto la promozione. Lo sfortunato esito dei suoi studi rattristò i genitori, che tuttavia gli fecero ripetere la prima classe, sperando così che riuscisse ad ottenere la sufficienza. Invece anche il secondo tentativo non riùsci. Lo studente fu bocciato a giugno per la seconda volta. Scoraggiato e forse timoroso dei rimproveri, tenne nascosto ai genitori questo, nuovo, risultato negativo degli scrutini, sostenendo anzi di essere stato rimandato alla sessione autunnale per la riparazione di tre materie: italiano, latino e matematica. I genitori furono ancora una volta comprensivi e provvidero perché durante l'estate gli fossero date delle ripetizioni. Essi speravano in tal modo che si sarebbe presentato agli esami con maggiori probabilità di successo. Il mese scorso lo studente assicurò, sempre sen za dare adito a sospetti, che gli esami erano andati bene e che era stato promosso alla (-seconda classe. All'inizio di quest'anno 'sco lastico si alzò di buon'ora e lasciò l'abitazione dicendo, ap parentemente tranquillo, che andava a scuola. Non era vero, ma i suoi gli credettero In quest'ultima settimana partì da casa al mattino, ma vi fece ritorno dopo un'ora o due. Spiegò che. le lezioni non si svolgevano ancora regolarmente, mancavano alcuni profes sori e l'orario era perciò ri dotto. Solo questa mattina la ma dre volle accertare cóme stavano le cose ed apprese che il figlio aveva mentito. Telefonò quindi al marito in banca Mentre lei parlava, il giovinetto lasciò silenzioso l'appartamento e raggiunse il piano terreno, dove fino al 18 agosto scorso, giorno in cui cess* di vivere, abitava, ,aolo, un vecchietto. Gilberto Gilbert! che gli aveva voluto molto- be¬ ne e che il ragazzo chiamava affettuosamente «il nonno». Nell'appartamento, semivuoto, non c'era nessuno, ma la porta era aperta. Entrato in una stanza, il ragazzo si diresse verso un armadio e prelevò una rivoltella che evidentemente aveva già visto in quel posto. In preda alla più viva eccitazione, puntò l'arma contro il petto e la fece scattare. Il proiettile, penetrato in profondità, gli squarciò il cuore. L'infelice giovinetto stramazzò fulminato sul pavimento, in una pozza di sangue. La madre, che aveva udito il colpo, forse presaga della tragedia scese le scale urlando. Lo trovò rantolante e si abbatté disperata sul povero corpo ormai privo di vita. Un medico, subito accorso, dichiarò che purtroppo non c'era più nulla da fare. La salma, pietosamente composta, è stata trasportata alla camera mortuaria del c'mitero per la perizia legale.
Persone citate: Gilberto Gilbert, Giuseppe Sforzellini, Tullia Detassis
Luoghi citati: Trento
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