Cronaca televisiva

Cronaca televisiva Cronaca televisiva Ormai Perry Mason ha stancato: mettiamolo a riposo - Senza brivido il documentario sulla vertigine - Solo due atti de L'italiana in Algeri - Stasera si spera di ridere con Gente che va, gente che viene Ancora Perry Mason? Ancora Perry Mason. E' da troppo tempo che stiamo facendo indigestione del corpulento avvocato del diavolo e delle sue avventure. Durante le Olimpiadi non c'era che Perry Mason: spuntava tra la corsa dei cento metri piani e gli incontri di pugilato e poi ricompariva precedendo le gare di nuoto a farfalla o una riunione di ciclismo su pista. Con la fine delle Olimpiadi era giusto mandarlo in riposo per qualche mesetto. Invece no. La televisione insìste. G'è un buco da -tappare? Perry Mason. Cè un inizio, di serata da riempire alla meno peggio? Perry Mason. Si capisce che è comodo e spiccio. Ma è anche cervellotico spremere e sfruttare così a fondo una rubrica e un personaggio. Intervallati, sarebbero raccontlni gialli da accettare, in media, con gradimento. Elargiti in questo modo, a chili e a bracciate, hanno finito con lo stancare. A parte ogni altra conside razione, il vederli tanto spes so fa scoprire la loro sostali ziale monotonia, la loro esasperante rigidità, di formula: si sa in partenza che alla sbarra c'è un innocente accusato a torto; i battibecchi fra Mason e il rappresentante della pubblica accusa ricalcano di trasmissione in trasmissione battute di identico sapore; conosciamo ormai a memoria i gesti dell'avvocato e le sue occhiatine sornione durante gli interrogatorii; persino il flnalino, giocato a tre fra Mason, il suo aiutante e la sua amica-segretaria, non cambia mai. Basta, per favore. Diamo un taglio a questo Perry Mason e riparliamone l'anno prossimo. O vogliamo che il celebre investigatore, già simpaticissimo, diventi antipaticissimo? Il telefilm di ieri era piuttosto pasticciato. C'erano molte figure sospette, molti nomi, molti intrighi. Alzi la mano chi ha afferrato tutto con chiarezza. La serata è proseguita con un altro programma d'importazione americana: la rubrica «Il pericolo è il mio mestiere >. Affascinante il tema di questa puntata: il lavoro di operai giapponesi su una torre d'acciaio alta 350 metri. Roba da far accapponare la pelle alle moltitudini di persone che soffrono di vertigini solo se guardano giù dall'ammezzato. Ma il documentario s'è rivelato nettamente deludente. Rare, di pochi attimi le inquadrature da brivido. Non c'era tensione, non c'era drammaticità. Eppure la materia si prestava a qualcosa di ben più vibrante ed emozionante. Fiacco, banale il commento, zeppo di inutili chiacchiere. Anche la musica non legava: poteva essere indifferentemente la musica di un documentario sulla fabbricazione delle ceramiche o di un servizio sulle benemerenze delle mutue scolastiche. Poca fatica, ieri sera, per la tv. Due telefilm e una registrazione. La registrazione comprendeva il secondo e terzo atto di quella deliziosa opera buffa che è « L'italiana in Algeri > di Rossini (già apparsa sul video, in una pregevole e divertente edizione allestita in studio). Secondo e terzo atto, abbiamo detto. E il primo? Perché non trasmettere anche il primo? Si temeva forse di allungare troppo il programma? Ma una volta tanto si poteva farlo: compenso alle serate in cui la tv chiude bottega in tutta fretta. Oggi alle 18,45 replica de « Il romanzo di un maestro > di De Amicis. Alle 20 « Ricordo di Gennaro Pasquariello >. Alle 21,05 lo spettacolo « Gente che va, gente che viene >: seguiranno un servizio sull'isola di Malta e un ritratto di G. B. Shaw. hz u. Mor.i;n Vitti partecipa stasera alli opetlacolo umoristico ((Gente che va, gcite che viene» alla televisione

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