Forse già in Argentina i milioni rapinati a Campione

Forse già in Argentina i milioni rapinati a Campione Forse già in Argentina i milioni rapinati a Campione Vane ricerche dei tre sudamericani esecutori materiali del colpo (Dal nostro corrispondente) |aMilano, 23 settembre Per le autorità di Pubblica Sicurezza la clamorosa rapina al Casinò di Campione è or-, mai un caso risolto. Spetta adesso al giudice istruttore del Tribunale di Como, dott. Jasevoli, vagliare attentamente la posizione dei cinque arrestati e specificare le eventuali accuse di cui dovranno rispondere in giudizio. Oggi pomeriggio Andrea Buratti Ravizza, suo fratello Riccardo, Gianni Necuhi, Giovanni Giavari e il francese André Fanget sono stati portati davanti al magistrato per la verbalizzazione della loro confessione: nel frattempo la polizia cerca di rintracciare i tre esecutori materiali del colpo, l'argentino Jose Louis Panizza e i suoi due connazionali rimasti finora sconosciuti che sono riusciti a fuggire con l'intero bottino. E' stata interessata nelle ri-icerche anche l'Interpol, in quanto pare ormai certo che i malviventi in libertà abbiano lasciato indisturbati l'Europa per tornare nel Sud America. La rapina del 10 settembre scorso al Casinò di Campione ha fruttato ai banditi ben 128 milioni, di cui il 10 per cento, circa 13 milioni, avrebbe-dovuto essere diviso fra i cinque ideatori ed organizzatori del colpo: invece questi ultimi non hanno avuto un soldc e forse saranno gli unici a fare i conti con la giustizia. Le indagini per arrivare allo smascheramento della banda sono state lunghe e laboriose. Anche se non appare ancora ben chiaro come carabinieri e Squadra Mobile sia no riusciti a raccogliere prove schiaccianti nei confronti dei sei componenti (non è stata ritrovata la somma, non sono stati catturati ì tre rapinatori, nulla si sa della macchina usata per il colpo) è evidente che i cinque < organizzatori > beffati dai loro compagni si siano decisi a parlare quando ogni speranza di dividere il bottino era svanita. I primi Indizi furono forniti |al dottor Nardone da André -ire» a certi Ottorino Pianetti d' 35 anni, abitante a Milano, che però non ne voile sapere, o Le « trattative » per trovare i a tre esecutori vennero così ai- Fanget nel corso di un inter rotatorio subito a Nizza qualche giorno dopo il colpo: 11 francese raccontò della sua amicizia coi fratelli BurattiRavizza con José Louis Panizza e con gli altri due complici arrestati nei giorni scorsi. André Fanget sarebbe senz'altro sfuggito alla cattura se non avesse commesso una grossa imprudenza: saputo, infatti, che ; giornali avevano pubblicato il suo nome come uno dei probabili rapinatori lasciò la Costa Azzurra e venne a Milano per dimostrare di essere estraneo ai fatti. Ma nel frattempo gli altri fermati lo avevano accusato in modo schiacciante. Il francese venne cosi trattenuto e finì per confessare. Con il suo arresto ogni particolare è stato svelato. Fu il Fanget d'accordo con Andrea Buratti, a ideare il colpo. I due proposero l'« affa- e 8 e l n e e e i a o a e > si o l i fidate a Gianni Necchi e a Giovanni Giavari che riuscirono a scovare il sud-americano Panizza e i due suol connazionali, assidui frequentatori dei Casinò di Campione, Venezia, Saint Vincent. Il giorno della rapina i malviventi si incontrarono a Lugano e concertarono insieme l'azione: sarebbero entrati nel casinò mentre Riccardo Buratti Ra vizza a vrebbe atteso in strada con la macchina, pronto a prenderli a bordo. Effettuato il colpo, i quattro partirono per Basilea e da qui per Parigi: i tre sud americani con il bottino presero il treno, mentre il Buratti proseguì in auto. Il giorno dopo avrebbero dovuto Incontrarsi nella capitale francese sotto la torre Eiffel, ma Rie cardo Buratti attese invano per tre giorni. Tornò poi a Mi lano e raccontò ai complici il brutto tiro giocatogli. Intanto la polizia raccoglieva 1 primi indizi che dovevano portare al la cattura del cinque. c. rn.