Un medico ha sepolto nel bosco una ragazza morta nel suo studio per illeciti interventi

Un medico ha sepolto nel bosco una ragazza morta nel suo studio per illeciti interventi Raccapricciante episodio scoperto dopo tre anni a Bologna Un medico ha sepolto nel bosco una ragazza morta nel suo studio per illeciti interventi Lidia Maini, una pettinatrice di 19 anni, sparì il 29 luglio 1957 - Le indagini hanno accertato che si recò da an ginecologo perché le interrompesse la maternità • Accortosi che la paziente era spirata, il professionista telefonò ai parenti facendoli giurare perché non parlassero Poi, aiutato da an amico, caricò il cadavere sull'auto e lo sotterrò di notte in un'abetaia - Arrestato insieme con una prozia della vittima (Dal nostro, corrispondente) Bologna, 23 settembre. Una tragica vicenda avvenuta pi& di tre anni or sono è stata ricostruita nei suoi raccapriccianti particolari dopo lunghe indagini della polizia. Un medico, il ginecologo dott. Luigi Caccamo, di 36 anni, da Venetico (Messina), con ambulatorio e abitazione in via Ugo Bassi il, è stato arrestato per aver causato la morte di uìia ragazza di 19 anni sottoponendola a pratiche contro la maternità, e di averne sotterrato il cadavere. I resti della giovane Lidia Maini, proveniente da Galliera, un piccolo paese della provincia, ma abitante a Bologna (dove era comproprietaria di un negozio di parrucchiera), sono stati ritrovati in un boschetto a Rio Ri, in territorio di Lizzano in Belvedere, sull'Appennino bolognese. La vicenda ha avuto inizio il 6 agosto . 1957. In quel giorno la signora Liliana Bassi partiva da Galliera e si recava alla squadra mobile di Bologna per denunciare la scotnparsa della propria figlia Lidia, convivente con alcuni parenti a Bologna. La ragazza, uscita da casa il SO luglio dicendo che andava al paese a trovare la mamma, non era giunta a destinazione. La Bassi giustificava il ritardo della denuncia con la supposizione che la figlia si fosse trattenuta a Bologna. I parenti \ bolognesi pensavano, al con¬ trario, che essa si trovasse dalla madre a Galliera. La squadra mobile iniziava immediatamente le indagini. Il dott. Flora interrogava le parenti della ragazza, le quali dichiaravano che la mattina del 30 luglio Lidia era uscita insieme con la prozia Lea Turrini con l'intenzione di raggiungere Galliera. Poiché la Bassi, nella sua denuncia, aveva dichiarato che la figlia intratteneva rapporti amorosi (ostacolati dai parenti) con il giovane Sandro Tinti di SS anni, abitante nella nostra città, il funzionario si rivolgeva a quest'ultimo. Il Tinti, confermando d'essere fidanzato con la Maini, non era in grado di fornire chiarimenti sulla scomparsa della ragazza. La polizia diramava i consueti fonogrammi di ricerca in tutta Italia. Trascorsi alcuni mesi senza risultati, il dirigen te della mobile intensificava le indagini, anche perché i parenti di Bologna e il fidanzato sembravano inspiegabilmentr rassegnati. Furono nuovamente interrogati; il funzionario potè assodare dal Tinti un eie- '■ mento che non era emerso in precedenza, e cioè che Lidia, poco prima di rendersi irreperibile, gli aveva confidato con sgomento di essere in stato in-, teressante Il fidanzato, pur assicurandole che avrebbe riconosciuto il nascituro, le aveva dichia- ; rato che per il momento non si sarebbe potuto parlare di nozze. Si affacciava così l'ipo- ; tesi che la Maini si fosse al- \ lontanata da Bologna per na-1 scondere il suo stato e che vi \ potesse fare ritorno appena tornata normale. Passò ancora un anno senza che affiorassero notizie o tracce della giovane parrucchiera. Gli indagatori, intanto, per lo strano comportamento tenuto dalla prozia Turrini, che nel corso dell'inchiesta era apparsa reticente, la sottoponevano a sorveglianza. Si poteva accertare che Lea Turrini era stata notata in un giorno imprecisato del '57, mentre entrava nello stabile dove in quell'epoca c'era l'abitazione-studio del dott. Qaccamo. Questi era ritenuto dalla voce pubblica un professionista di non eccessivi scrupoli. Il dott. Flora, dati i precedenti, sospettò che la Turrini si fosse recata dal professionista per sollecitare la sua opera nei confronti della nipote. E si cominciò a pensare che la scomparsa della Maini nascondesse un dramma. Poco dopo si appurava che il dott. Caccamo era stato visto una sera del luglio '57 mentre, aiutato da uno sconosciuto, introduceva nella sua vettura un voluminoso fardello. L'aiutante fu identificato in Edios Strocchi, abitante a Casalecchio di Reno. Per raccogliere tutti questi elementi erano stati necessari più di tre anni. Il mattino di martedì scorso il dott. Flora ordinari, il fermo sia del Caccamo sìa di Lea Turrini e della sorella di questa, Eda. Sottoposti a interrogatorio, i tre sostennero di essere estranei a quanto si riferiva alla scomparsa della ragazza; poi cominciarono a scaricarsi le responsabilità. Dopo confronti che hanno avuto toni drammatici, con pianti e crisi di isterismo, è stato possibile infine ricostruire la tenebrosa vicenda. Il pomeriggio del 29 luglio Lea Turrini si era recata, insieme con la Maini, all'ambulatorio del dott. Caccamo, con cui si era accordata affinché prestasse la sua opera per interrompere la gravidanza della nipote. Il medico era occupato e rinviò la risila al giorno successilo Quella volta la parrucchiera si recò da lui da sola. Il dott. Caccamo, dopo avere iniziato l'intervento, vedeva la Maini accasciarsi priva di vita I tentativi per rianimarla non davano esito. Il medico informava telefo¬ ncdrssds nicamente le congiunte del decesso, dichiarando che avrebbe provveduto a celare il cadavere e facendo giurare il loro silenzio sull'accaduto. Chiesto l'aiuto del fratello della sua fidanzata fio Strocchi), il dott. Caccamo caricava sulla sua auto la salma, dopo averla avvolta in una coperta, e, raggiunta una località montana, si inoltrava in un'abetaia. Usando gli. attrezzi della vettura il Caccamo e lo Strocchi scavarono una buca e vi deposero il cadavere, coprendolo con uno strato di quindici centimetri di terra. Ultimata l'operazione, i due rientravano a Bologna. L'altro giorno il Caccamo, accompagnato dagli agenti e dal procuratore della'repubbli ca dott. Bonfiglio, ha assistito al disseppellimento della pove ra Maini. Nei confronti del ginecologo, interrogato dallo stesso procuratore, è stato emesso mandato di carcerazione ed egli è stato chiuso nella prigione di San Giovanni in Monte: l'accusa è di procurato aborto seguito da morte e occultamento di cadavere; ^Lea Turrini per concorso nel" primo reato, è stata pure internata in carcere; Eda Turrini, sorella di Lea, e lo Strocchi sono stati denunciati, la pri ma ch'è sospettata in concorso nel primo reato e il secondo per concorso nel delitto di occultamento. Anche se il dott. Caccamo conduceva vita apparentemente liberà da ogni preoccupazione, il rimorso per il crimine da lui commesso non gli concedeva tregua. Egli ha dichiarato che ritornava di tanto in tanto sul luogo dove aveva seppellito la ragazza per de- porvi un mazzo di fiori. c. e. ta pettinatrice bolognese Lidia Maini, di 19 anni (Tel.)