Una cantata di Janacek al Nuovo nei concerto dell'Orchestra di Praga

Una cantata di Janacek al Nuovo nei concerto dell'Orchestra di Praga Una cantata di Janacek al Nuovo nei concerto dell'Orchestra di Praga Una cantata di Janacek, non ancora eseguita a Torino, e stata opportunamente recata dall'Orchestra, dal coro e da solisti di Praga, ospiti dell'* Ente manifestazioni torinesi » nel Teatro Nuovo. E' la cantata Amarus, composta a quarantatre anni, nel 1897, prima dunque delle più note e mature opere teatrali e della Messa glacolitica. Nel poema del contemporaneo Jaroslav Vrchlichy egli sentì ispirazioni liriche e comunanza di accenti vitali, solitudine, tetraggine, amarezza, col protagonista, Amarus. Questi, angosciato per un fallo nella moralità della madre, s'è fatto monaco. Suo compito speciale è di provvedere all'olio della lampada davanti all'altare. Un giorno, trascorsi molti anni, gli avviene di scorgere nella chiesa dove sua madre è sepolta una coppia di amanti che fervidamente pregano. Escono, sostano nel cimitero, sotto un fiorito albero di sambuco strettamente si abbracciano. Egli li segue e osserva. Il giorno seguente i confratelli vanno in chiesa per le consuete preghiere. La lampada è spenta è Amarus giace morto sulla tomba della madre. Nella stesura dei cinque episodi alcuni analisti cecoslovacchi hanno notato echi del folclore russo, raccolti dal com positore boemo durante un suo soggiorno a Pietroburgo e altrove. Non sappiamo confermare l'entità di questa- influenza, che sarebbe stata favorita da un'intensa russofilia di lui. A parte ciò, la cantata è ricca di sentimenti tristi, foschi, espressi talvolta con esuberanza, talvolta con una rigogliosa e vivace proporzio ne anche nella formalistica complessità. Che la narrazione degli eventi sia affidata ora a solisti, ora al coro offusca alquanto l'evidenza. La varietà delle effusioni melodiche, armonistiche e ritmiche e colcristiche riescono tuttavia appropriate ed evocative. Precedette Amarus una mi nuscola Missa brevis di Mq zart. Seguì l'immensità della Nona Sinfonia di Beethoven. Diretta dal maestro Vaclav Neumann, l'esecuzione ne fu rispettosa, corretta, sufficiente. Alacre, fervorosa, l'orchestra; reciso, anche nelle asperità, il oro; discreti i solisti. La sala era piena. Calorose e ovazioni. a. j. c. Si ll

Persone citate: Beethoven, Janacek, Jaroslav Vrchlichy, Vaclav Neumann

Luoghi citati: Pietroburgo, Praga, Torino