Sullo schermo

Sullo schermo Sullo schermo Sotto dieci bandiere (Reposi): il romanzo di una nave corsara < O gran bontà dei cavalieri antiqui! >. L'epifonema ariostesco si adatta alla cavalleria, che è una favola; va meno bene per l'ultima guerra mondiale che è stata, purtroppo, una realtà. Eppure proprio con quel sentimento, più romanzesco che storico, il regista Duilio Coletti ha trattato la materia di Sotto dieci bandiere, traendone, bisogna ammetterlo, avvincenti effetti di spettacolo. Il film narra le imprese d'una nave corsara tedesca, l'« Atlantis », comandata dal tedesco Rogge (vivente e autore di un libro autobiografico cui s'è ispirato il copione) ; la quale camuffata da nave mercantile, e nbddvvstzcssmpfipatOricorrendo di volta in volta a i innlevtGtrucchi rocamboleschi, riesce a tenere lungamente in iscacco la marina alleata, affondando quante unità nemiche incontra nel suo vagabondaggio. Afferrare questa camaleontica < Atlantis » e l'Attila che la co¬ manda diventa l'imperativo tdella marina britannica, perso-|tniflcata, con istrionico rilievo, | dallo «ammiraglio» Charles i Laughton. Ma veramente il] ^Rogge, sostenuto da un sobrio Van Heflin, non è un Attila; è anzi una specie di Don Chisciotte della guerra dei mari. Per affondare navi e carichi non ha l'eguale; ma qui si ferma la sua ferocia. E' tanta la disposizione del buon tedesco a risparmiare vite e a salvare naufraghi di qualunque nazionalità e razza, che quella sua nave prende aspetto di un'arca, dove nazionalità e razze fraternizzano sotto i suol occhi compiaciuti. Non occorre dire quanto il Rogge, così facendo, si discosti dalle direttive naziste, e un antipatico uffìcialetto è appunto lì a ricordarglielo. Ma almeno sulla sua nave il comandante intende fare quello che vuole, e viva la sua faccia. Non sapremo dire quanto sia la veridicità degli episodi narrati. Il film, che ha chiari intendimenti commerciali, prende interesse da alcuni abili inserti documentari oltreché da lunghi incastri di carattere spionistico o addirittura giallo. Ammirato fino alle lagrime dalla bravura dell'inafferrabile avversario, l'ammiraglio inglese ricorre a estremi rimedi per impadronirsi del codice cifrato con cui Berlino dà istruzìo- I«plddgisdpnoibmntv ni alla nave corsara;' la mirabolante impresa riesce, e così, dopo tante e tante settimane di caccia, l'« Atlantis > è individuata. Cioè: veramente individuata, no. Affondandola e distruggendone tutti i documenti, Rogge si prende la soddisfazione di lasciare l'ammiraglio con una pulce nell'orecchio (« e se la vera " Atlantis " non fosse stata quella? >) ; di che l'ammirazione dell'inglese cresce di parecchi palmi. Insomma un film di guerra dove il < fair play» tocca cime inconsuete. Molti gli attori impiegati; e ad essi la pellicola deve in parte la sua efficacia spettacolare. Oltre ai due dominatori: My iène Demongeot porta fra le naufraghe lo stuzzichino del nudo, e Eleonora Rossi Drago la nota patetica d'una moglie ebrea che partorisce nella stiva. Poi ancora Folco Lulli, Peter Carsten, Liam Redomond, Gianmaria Volonté e tanti ai- tri_ da non terli rlcordare tuty ■ ' P* * ~ V ili Vi

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