Kruscev fra i negri di Harlem per conoscere Fidel Castro

Kruscev fra i negri di Harlem per conoscere Fidel Castro Kruscev fra i negri di Harlem per conoscere Fidel Castro Il capo cubano aveva preso alloggio nel quartiere di colore. - Abbracci davanti ai fotografi - Forse il Primo ministro russo andrà a Cuba dopo l'Assemblea dell'Onu (Dal nostro corrispondente) I New York, 20 settembre, [Manhattan, in questi giorni, non è la pacifica, industriosa, libera isola di sempre; è una fortezza zeppa di guardie e di poliziotti, che non lasciano respirare. I capi politici che reggono le sortì del mondo sono giunti tutti, dal Nord e dal Sud, tetri e pittoreschi, simpatici e no. Mancano solo i cinesi di Mao. Stamattina, con il c Queen Elizabeth >, sono arrivati Tito (che si è subito ritirato nella sede dell'ambasciata jugoslava, senza prendere nessun contatto con gli altri) e il suo nemico acerrimo, l'albanese Mehmet Shehu, che il maresciallo ha evitato con cura di incontrare per tutta la durata del viaggio. In serata, si attende Gamal Nasser. Tutti, al loro arrivo a New York, si sono lagnati per l'eccessiva sorveglianza di polizia cui sono soggetti. Si sono lamentati anche per le invettive lanciate dai dimostranti — in gran parte rifugiati, esuli dai Paesi comunisti, dove hanno lasciato parenti e amici e mariti e beni — le cui proteste, ovviamente, acquisterebbero ben altra consistenza, se non vi fossero i cordoni della polizia a contenerne ogni eccesso. Fidel Castro è fra q.uelli che hanno strillato di più. Ha cominciato ad urlare e a minacciare, quando il padrone dell'albergo dove era alloggiato (lo Shelburn Hotel, di proprietà del signor Edward Spatz), gli ha chiesto un deposito di garanzia di oltre sei milioni di lire (diecimila dollari) per fitto e spese anticipate delle quaranta camere prese dalla delegazione cubana. Castro ne versò cinquemila in contanti e altri cinquemila con una ambigua lettera di credito che il proprietario si rifiutò Si accettare. Stabilito che, ih quell'albergo, non sarebbe rimasto, Castro chiese subito udienza al segretario generale delle Nazioni Unite, per protestare. Hammarskjoeld gli dimostrò che nella torre delle Nazioni Unite, salvo il suo alloggio perso naie, non ve ne erano altri, e gli offri, a nome del Dipartimento di Stato americano, un alloggio gratuito presso l'albergo < Commodore >, uno dei più centrali e importanti della città, vicino alle Nazioni Unite. Castro sdegnosamente rifiutò. E la ragione fu chiara più tardi. Per far dispetto al governo americano e per rendere più complicate le operazioni della polizia responsabile, il capo cubano aveva deciso dì trasferirsi in un albergo negro di Harlem, più costoso, l'hotel The resa, alla 125' Strada, V Avenue: 700 dollari al giorno, anziché 400, vale a dire circa ventimila lire al giorno per appartamento, anziché 18 mila come era allo « Shelburn >. Poco dopo che aveva preso alloggio al «Theresa>, Castro riceveva la visita di Kruscev. L'incontro era stato probabilmente concordato in mattinata, quando il fratello del capo cubano, Raul, -si recò a rendere omaggio al Primo ministro sovietico nella Park Avenue. Non appena la macchina chiusa nella quale viaggiava Kruscev si fermò davanti all'albergo, i negri fecero ressa, richiamati dalle sirene del poliziotti motociclisti di scorta all'auto. Era ad accogliere Kruscev il direttore della riforma agraria cubana, Jimenez, che abbracciava calorosamente l'illustre visitatore sotto i « flashes » dei fotografi. L'incontro tra Kruscev e Castro è durato ventidue minuti. Nessuno vi ha assistito, ad eccezione di Jimenez; ma sì sa che è stato caloroso. Abbracci e manate sulle spalle, com'è nello stile del capo sovietico, sono stati scambiati all'inizio ed al termine della breve con versazione. Neppure è noto l'oggetto dei colloqui: pare che Kruscev abbia preso ac cordi con Castro per una pros sima visita a Cuba, al termine dei lavori dell'Assemblea generale dell'Onu. Poco prima dell'una del pomeriggio (le 7 di sera in Italia) Kruscev, Castro e Jimenez uscivano dall'albergo e posavano davanti ai fotografi che li attendevano nella «hall» Il capo sovietico, tra gli ospiti cubani, appoggiava le mani sulle loro spalle ridendo rumorosamente Nuovi abbracci e strette di mano, mentre la polizia sgomberava la strada dalla folla. < Conversazione piacevolissima — ha commentato Kruscev. — La visita è stata soprattutto un atto di omag gìo per l'eroico condottiero che ha liberato Cuba dall'op pressione di Batista». I negri hanno improvvisato una manifestazione di simpatia all'indirizzo del Premier russo; ma, tra i battimani, si sono udite grida ostili. < Andatevene a casa vostra», < assassini », « ne abbiamo abbastanza di voi ». sono gli stogans meno insolenti, e riferibili in un - giornale. Antonio .Barolini

Luoghi citati: Cuba, Italia, Manhattan, New York