La lenta agonia del paese di Gianico di Giorgio Lunt

La lenta agonia del paese di Gianico La lenta agonia del paese di Gianico (Dal nostro inviato predale) Darlo, 19 settembre. Da stamani all'alba, lungo i centri della Val Camonica non ancora isolati transitavano camioncini e macchine munite di altoparlante. Nel silenzio doloroso, nella tristezza della pioggia, si lanciavano appelli drammatici: < La situazione non è allarmante. State calmi, non abbandonate le vostre case. Ogni divulgatore di notizìe tendenziose sarà denunciato ». L'esortazione era resa necessaria dalla preoccupante piega che nelle ultime ore avevano preso gli avvenimenti. Dall'alta valle alla foce dell'Oglio, cioè da Edolo a Lovere, si era diffusa la voce dell'apertura delle dighe delle centrali elettriche, per lasciar defluire l'eccesso di acqua dai bacini Imbriferi. Di centrali elettriche, in Val Camonica, se ne contano a decine. Una massa d'acqua di tale entità, scaricata nei torrenti già saturi, avrebbe causato disastri assai più gravi di quelli in atto. Erano voci assurde. Tuttavia furono raccolte e credute da centinaia di persone. Cominciò l'affannosa ricerca di mezzi di soccorso, per l'esodo verso zone meno esposte. Il centralino telefonico di Darfo fu assediato di richieste, decine di donne scesero da Boario a Darfo e bivaccarono per ore nella .'.ala del municipio trasformata in posto di ristoro e centro dì smistamento dei soccorsi. Alle donne im paurite venne offerto un catte ed un consiglio: quello di tornare a casa, perché non era vero niente. La situazione è grave, ma non tragica nelle località.come Darfo, Boario e iltrove. Sulla situazione nelle ultime ore ci ha fatto stasera il « punto > l'ufficiale osservatore del Centro soccorso aereo di Lìnate, capitano degli alpini Renato Pensa. Da sabato, egli sorvola in elicottero la zona sinistrata. Ecco le sue impres•sioni: < La situazione è stazionaria, ma con tendenza a peggiorare piuttosto che a migliorare. L'Oglio, dopo aver rotto gli argini a sud di Sonico, nei pressi di Edolo, ha travolto e sconvolto tutti gli ostacoli che ne frenavano il corso. Ha asportato altri quattrocento metri dì linea ferroviaria all'imbocco della valle, a Malonno ha fatto crollare stanotte il ponte già eroso in precedenza. c La strada nord di Cedegolo è interrotta per oltre 300 metri. In quella località la ferrovia è saltata per 5-600 metri, la statale del Tonale e della Mendola è ridotta ad un sentiero. * Nella zona di Capo di Ponte l'acqua ha invaso tutte le abitazioni, colmando i locali situati al pian terreno. E' crollato il ponte che collegava Cerveno alla statale, ieri era già crollato quello di Braone. Più giù, al chilometro !)2 della statale, ad est di Los're, sono stati ingoiati trecento n-etri di strada. Distrutto anche il ponte per Losine, le macchine raggiungono il paese attraverso i prati, rischiando di essere bloccate dal fango. « Stamani è caduto anche il ponte di Malonno, isolando il |r»eseda tutte le vallate e ta liando completamente fuori da ogni via di comunicazione terrestre il tragico paese di Paisco Loveno. Sono tuttora isolati anche Cerveno e Losine. Nella zona dì Lozio erano isolati anche Laveno e Villa. Oggi è stato gettato sul torrente un ponte di fortuna, gli abitanti potranno cosi scendere a Malegno. Ignorano, però, che dovranno superare quattro frane di fango». Il dramma della Val Camonica ha confermato l'efficacia dei soccorsi per mezzo di elicotteri. Dal suo arrivo a Darfo il reparto comandanto dal maggiore De Rovere ha compiuto operazioni che mettono in risalto l'utilità di usare i piloti e gli specialisti del < Centro » di Linate. Era stato il « Sikorsky » del magg. De Rovere a salvare le prime 24 persone prigioniere nell'albergo Valeriana di Boario Terme. L'elicottero si è abbassato sino ad un paio di metri a c punto fisso » sul tetto dell'edificio. Per mezzo di un verricello è stata calata una fune, alla quale era legato uno specialista in tal genere di salvataggi, il sergente maggiore Petacco. Ha « ìmI bragato » i clienti dell'albergo, portandoli in salvo a gruppi di quattro o. cinque per volta. All'elenco delle vittime del disastro — ventitré morti — se ne deve aggiungere, con ogni probabilità, un'altra: il trentottenne Bortolo Cornelia, sposato e padre di due bambini. E' di Gianico, il piccolo comune a due chilometri da Darfo e a ridosso del monte Taglione. Il paese potrebbe scomparire da un momento all'altro, 3otto una frana. Per raggiungere l'abitato, è rimasta una sola via: la sommità del bastione di cemento che per oltre un chilometro costeggia il torrente Re. Il sentiero di pietra è largo poco più di 50 centimetri e scorre a parecchi metri di altezza sulle acque gonfie e limacciose del torrente. Dall'altra parte, vi sono campi e vigneti sommersi dal fango. Ci siamo recati stamane sul posto, vincendo la vertigine che risparmia solo quegli abitanti, allenati alla perigliosa scorciatoia. Ci accompagnava il brigadiere Sotglu che comanda la stazione dei carabinieri di Artogne ed ha il penoso compito di vigilare sulla popolazione di Gianico. Il paese è stato abbandonato da tutti, circa 1400 abitanti. La parte centrale è in rovina, solo un'ala è per ora indenne. La piazzetta'Roma è trasformata in un letto dì fiume. La fa ri bollire non il Re straripato, ma l'acqua che scende dalla montagna verso l'enorme, pauroso canale di frana. La chiesa principale, dedicata a S .Michele Arcangelo, era stata appena restaurata; ora i banchi e gli arredi sacri sono spariti sotto tre metri di fango e sassi. Eguale sorte è toccata alla sacrestia, dove sono andati distrutti i preziosi paramenti. Nell'esporci la sventura che ha colpito la sua chiesa, il vecchio parroco, don Passeri, aveva gli occhi gonfi di lacrime. Ha portato in salvo solo il Santissimo Sacramento, affidandolo al santuario della Madonnina, che sorge sulla montagna, sopra il paese. Nel 1534 Gianico è stato completamente distrutto da una frana. Il monte Taglione è ricco di sedimenti mercuriali che rendono il terreno insta¬ bile. La popolazione di quell'epoca aveva erètto' il santuario della Madonnina per adempiere un voto e impetrare la futura salvaguardia. La chiesa da allora è stata anche il segnale di allarme contro le frane. Il suono a martello della sua campana avverte del pericolo incombente. L'allarme si è rinnovato anche sabato all'alba. Ed ora si attende sgomenti la fine. Giorgio Lunt A Cianico, in Val Camonica, una valanga di fango ha invaso il paese, sommergendo le case fino ai primi piani. Gli abitanti hanno cercato scampo a valle (f. Moìsio)

Persone citate: Bortolo Cornelia, De Rovere, Mendola, Michele Arcangelo, Passeri, Petacco, Renato Pensa, Villa